Artisti «made in Africa» fra radici e innovazione

Artisti «made in Africa» fra radici e innovazione

Per una volta, Milano si toglie lo sfizio di ospitare - nello stesso giorno - due pezzi da 90 della musica made in Africa. Musica originale, affascinante e fieramente tesa a non svendere immagini retoriche o da cartolina del continente nero. Al Festival «LatinoAmericando», che ha in cartellone la beninese Angélique Kidjo, classe 1960, regina riconosciuta dell’afro-soul contemporaneo, risponde infatti Villa Arconati con i Tinariwen, il gruppo simbolo dei tamashek, i tuareg del Nord del Mali.
Artista da sempre attenta a gettare un ponte ideale tra le matrici etniche e i suoni soul, funky e R&B contemporanei, la Kidjo, quattro candidature ai Grammy Awards e sabato scorso protagonista del «Live Earth» sul palco di Johannesburg, è in tour sulla scia del nuovo album «Dijn Dijn». Nelle 15 tracce del cd, la cantante africana più famosa in Occidente, da tempo residente a New York, è tornata con decisione alle proprie radici riuscendo tuttavia ad evitare i cliché etnici, come testimonia una sua originalissima rilettura del «Bolero» di Ravel. E, per l’occasione, ha duettato con Peter Gabriel, Alicia Keys, Ziggy Marley, Carlos Santana, Joss Stone, Amadou & Mariam e la nostra Carmen Consoli.
Dietro i Tinariwen («deserti» nella lingua dei Tamashek) invece, c’è una storia di libertà negata: questi «uomini blu» dagli sguardi corrucciati e la pelle segnata dal sole si sono infatti formati nel 1982 in un campo libico allestito per i ribelli tuareg dopo la prima guerra di liberazione (per altro fallita) contro il Mali. Il loro blues-rock ipnotico e spesso ripetitivo deriva dal combinato disposto di folklore tuareg e strumenti della tradizione occidentale. A cominciare dalle chitarre elettriche. Difficile resistere alla loro musica: d’impatto e senza confini. Proprio come il deserto nel quale è nata.
«Aman iman», «l’acqua è vita», forse il detto più in voga tra le popolazioni del Sahara, è il titolo del nuovo album, il terzo in carriera, inciso sotto l’attenta produzione del musicista inglese Justin Adams. Si tratta di canzoni dall’energia iconoclasta che, senza tradire le proprie radici, «suonano» epiche e dirette e raccontano emozioni e tensioni degli ex guerriglieri tuareg riconvertiti alle chitarre elettriche e la vita e i problemi contemporanei di un popolo del Sahara che teme l’estinzione ed in costante lotta col deserto.


Angélique Kidjo
Stasera, ore 21.30
Forum di Assago
Ingresso 10 euro, gratuito per le donne.
Tinariwen e Piers Faccini
Stasera, ore 21.30
Villa Arconati, Castellazzo di Bollate
Ingresso 18/15 euro.

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