Aviaria, morti centinaia di gabbiani sul Lago di Garda

Massima attenzione su alcune aree del Lago di Garda con centinaia tra gabbiani e altre specie di volatili morti a causa dell'aviaria: ecco cosa succede e la situazione negli allevamenti italiani

Aviaria, morti centinaia di gabbiani sul Lago di Garda

Prima una trentina, alcune ore dopo almeno altri 80: sono i gabbiani trovati morti sul Basso Lago di Garda e specialmente sulla spiaggia di Desenzano. Le analisi dell'Istituto Zooprofilattico di Lombardia ed Emilia-Romagna non hanno lasciato spazio a dubbi, si tratta del virus aviaria H5N1. Oltre a loro, anche altre specie di volatili stanno subendo il contagio e si trovano in condizioni particolarmente precarie.

Le aree interessate

Per evitare che questo virus possa diffondersi ancor di più a macchia d'olio, gli addetti dell'Agenzia di Tutela e della Salute (Ats) hanno provveduto a rimuovere le carcasse degli animali morti così da scongiurarne la decomposizione, che altri animali potessero cibarsi andando incontro al contagio ma soprattutto sono stati recuperati quanti più gabbiani possibili, ancora in vita, e posti in isolamento per effettuare le verifiche del caso e sapere se siano già contagiati dall'aviaria. Come scrive il Corriere di Brescia, gli esemplari vivi si trovano nel comando di polizia provinciale di Desenzano che è in procinto di emanare un’ordinanza per mettere in guardia tutti gli allevamenti avicoli che si trovano nel territorio. Altri volatili morti sono stati trovati anche a Sirmione, Padenghe e Salò.

L'avviso per la popolazione

Il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno, ha allertato tutta la cittadinanza sulle precauzioni da seguire anche se, fino a questo momento, non è stata disposta la chiusura della aree pubbliche del Lago. La massima raccomandazione per adulti e bambini è di non toccare i volatili morti o moribondi sulle spiagge per evitare qualsiasi rischio: fino a questo momento, comunque, il contagio è avvenuto soltanto tra animale e animale e non sull'uomo.

Come abbiamo visto sul Giornale, l'aviaria sta interessando uccelli selvatici e non si è rilevata nessuna problematica tra gli allevamenti italiani: lo ha dichiarato recentemente Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia (Associazione delle imprese della filiera avicola italiana) "ma vista l'alta circolazione nelle specie selvatiche stiamo quotidianamente in contatto con le autorità veterinarie regionali e del ministero della Salute". Recentemente, il ministero ha diramato una nota a tutti i servizi veterinari regionali e agli Istituti Zooprofilattici italiani "in cui ha manifestato la necessità di rafforzare la sorveglianza dei volatili selvatici e l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli", si legge sul comunicato di Unaitalia.

Di fronte a uno scenario di diffusione così ampia, oltre alle misure di sicurezza poste in essere, l'esperta spiega come sia importante la vaccinazione affinché possa diventare un nuovo strumento di prevenzione che possa essere affiancato a quelli già esistenti come alcuni trials in corso sui

tacchini. "Abbiamo avviato le misure del sistema di biosicurezza: mezzi di trasporto sanificati e chiunque entri negli allevamenti professionali deve avere calzari e tute disinfettati e usa e getta", ha concluso.

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