Bancomat guasto non eroga: occhio alla truffa del "blocco del denaro"

Ad essere presi di mira sono soprattutto i bancomat e le casse automatiche dei parcheggi, ecco come agiscono i malviventi

Bancomat guasto non eroga: occhio alla truffa del "blocco del denaro"
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Si tratta di un tipo di truffa per realizzare la quale non occorre alcun tipo di esperienza nel campo della tecnologia o dell'hacking, ma non per questo meno efficace di altre, specie nel caso in cui la vittima di turno non abbia la benché minima conoscenza di cosa può accadere in situazioni del genere.

È la cosiddetta "cash trapping", cioè letteralmente "blocco del denaro", così detta proprio per la sue caratteristiche, dato che chi la mette in pratica crea un ostacolo nel foro di uscita dei contanti: in genere si usano delle stanghette in plastica o metallo, a causa delle quali le banconote rimangono incastrate, dando l'idea che il bancomat non funzioni. Il truffatore agisce successivamente e, dopo aver rimosso il blocco, si appropria del denaro.

Una frode subdola, solitamente attuata in un momento in cui gli istituti di credito, che si tratte di banche o di Poste, sono chiusi: l'Atm resta l'unico modo per poter prelevare dei soldi, ed è qui che entrano in gioco i malviventi. La vittima a questo punto può solo segnalare il presunto malfunzionalento al servizio di assistenza, ma in genere i tecnici vengono inviati il giorno dopo, perciò quando ormai non c'è più nulla da fare. Si tratta quindi della truffa perfetta per mietere vittime in estate soprattutto nelle località turistiche, ancor meglio se si tratta di turisti stranieri, i quali possono avere qualche problema in più a rivolgersi alle autorità locali anche per via della lingua.

Non solo bancomat, tuttavia, dato che si segnalano numerosi esempi di "cash trapping" ad esempio anche nelle casse automatiche dei parcheggi. Lo stratagemma è sempre lo stesso, ma in questo caso il malviventi puntano a impossessarsi del resto erogato dai macchinari: trattandosi non solo di banconote ma anche di monete, in questi casi vengono solitamente usati dei blocchi più grandi, realizzati con elastici o con della carta appallottolata.

Come ci si può difendere da questa ennesima frode? Spesso e volentieri, spiegano le autorità nei pressi dell'Atm è possibile notare delle persone sospette, che si trovano in piedi in apparente attesa o all'interno di un'auto posteggiata nelle immediate vicinanze. Meglio a quel punto dare un'occhiata più approfondita al foro da cui dovrebbero uscire le banconote: qualche segnale, in caso di manomissione, è rilevabile.

A questo punto bisogna contattare le forze dell'ordine, oltre che segnalare il fatto al proprio istituto di credito. Il gestore dell'Atm, avvisato dalla banca, potrà effettuare eventuali accertamenti e verificare le registrazioni per comprendere se effettivamente ci sia stata un'alterazione su cui indagare.

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