Basterà la tecnologia? L'evento del Giornale | La diretta da Genova

Le nuove frontiere tecnologiche della transizione energetica: dove ci condurranno? In diretta da Genova, Nicola Porro conduce il secondo panel dell'evento del Giornale

Basterà la tecnologia? L'evento del Giornale | La diretta da Genova
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Le nuove frontiere tecnologiche della transizione energetica si spalancano davanti a noi, nella prospettiva di un mondo più sostenibile. Mentre i profeti della decrescita vorrebbero fermare tutto in nome dell'ideologia, l'industria e lo sviluppo producono invece soluzioni in grado di coniugare la tutela dell'ambiente e quella dell'economia. Ma basterà la tecnologia? La domanda fa da titolo al secondo panel dell'evento organizzato da il Giornale a Genova e condotto dal nostro vicedirettore, Nicola Porro. Sul palco, accanto a lui, relatori di primissimo piano: Raffaella Luglini (Direttore Sostenibilità di Leonardo), Maria Enrica Danese (Direttore Comunicazione & Sostenibilità Tim) e Matteo Cidda (Responsabile Comunicazione e Responsabilità Sociale di Banco Bpm).

Nicola Porro apre il dibattito e lancia l'assist a Maria Enrica Danese. "In tre anni abbiamo migliorato il parametro tra i dati e l'energia consumata di oltre il 23%. La tecnologia aiuta? Sì. Per un gruppo grande come Tim fa la differenza". Matteo Cidda: "Il nostro ruolo è quello di spingere in questa direzione nell'economia reale. 10 miliardi sono destinati a prestiti per le aziende che investino in sostebilità. Ma non basta prestare soldi, bisogna anche aiutare il processo. Le pmi cosa devono fare? Abbiamo un servizio con cui formiamo i colleghi che vanno dalle imprese per spiegare loro cosa devono fare, perché la normativa è molto complessa. Noi abbiamo una doppia responsabilità: sulle emissioni dirette nostre e sull'area Pmi".

Raffaella Luglini risponde a Porro su tecnologia e sostenibilità. "Come Leonardo lavoriamo nel mondo e ci confrontiamo con tutti gli approcci alla sostenibilità. Ora è il momento del fattore environment. Uk sono più spinti come approccio rispetto all'Europa. Per partecipare a gare indette dal ministero della difesa britannico, quando presentiamo le nostre proposte dobbiamo quantificare gli impatti di natura sociale". E ancora: "Questi temi possono supportare o indebolire la competitività. Oggi competiamo con operatori di mercati occidentali. L'innovazione tecnologia era prima finalizzata a migliorare le performance, oggi va più avanti e guarda agli impatti in efficienza, ambienti sociali ed economia. Questo è il connubio più stretto tra tecnologia, business e sostenibilità. Oggi un operatore come Leonardo deve garantire impatti di natura sociale e stiamo parlando di un ecosistema in cui i ritorni sono anche per le aziende".

Danese sul tema della sicurezza dei dati, sollevato da Porro. "Il sistema europeo ha messo in piedi un processo di tassonomia che identifica i costi, gli investimenti e i ricavi della sostenibilità. Noi facciamo lo sforzo per arrivare a un obiettivo, ma la parte burocratica non funziona perché io dovrei trasferire tutto questo nella voce tassonomia. Il risultato? La mia ammissibilità in termini di tassonomia non sempre corrisponde allo sforzo profuso. Questo significa che abbiamo acquisito un nuovo modo di fare e di recepire le cose, però c'è una componente burocratica che ancora fatica a fare regole coerenti con il mercato, spesso sono regole avulse". Le strategie delle TelCo. "Il processo della sostenibilità Esg sta diventando pane quotidiano, c'è ancora una differenza tra grandi e piccole aziende. Le prime sono più vicine a una visione di medio-lungo periodo. Più l'azienda è piccola più si accorcia il tempo richiesto per fare le scelte".

Luglini: "In Leonardo abbiamo abbracciato un percorso in cui una serie di attività prima manuali, ora sono sulle piattaforme di digitali anche con l'aiuto dell'AI. Questo cambia la percezione anche rispetto alla nostra realtà". Cidda rispetto all'ambito bancario: "Gli investitori ora valutano le società quotate anche sui parametri Esg. Le nuove tecnologie e l'AI stanno entrando nel sistema bancario con grande velocità. In questo settore investiamo, formiamo e assumiamo. Per primi abbiamo creato la banca digitale".

Sovranità dei dati. "Nel settore delle telecomunicazioni la gestione dei dati cresce in modo esponenziale. Non solo i servizi di telecomunicazione fissi e mobili gestiscono sempre più dati ma cresce l'impegno della rete dei data center di TIM per il cloud, business chiave nello sviluppo del nostro gruppo. È dunque cruciale essere efficienti, ossia consumare meno per ogni dato gestito. Negli ultimi due anni abbiamo registrato un miglioramento dell'ecoefficienza del del 23% grazie a sistemi di controllo, rigenerazione dei server e innovazione tecnologica. Questo è un esempio concreto del gioco sinergico tra sostenibilità e innovazione tecnologica", spiega Danese. Porro coinvolge il collega e vicedirettore de ilGiornale Osvaldo De Paolini. "La sostenibilità è diventata un grande totem". Interviene dalla platea il sindaco Bucci: "Nel mondo americano la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche economica, e poi c'è una terza dimensione che è la sostenibilità sociale. Queste tre cose devono funzionare assieme, sennò non va bene". Questi componenti avrebbero dovuto essere nella mente dei legislatori europei, ma così - aggiungiamo noi - non è purtroppo accaduto sinora.

E su questo aspetto la palla passa a Danese. "Parlo a titolo personale e offro il mio punto di vista, non dell'azienda. Credo che l'Europa abbia definito il più grande piano industriale globale mai stato fatto, che si condivida o meno. Ora, l'ambizione era enorme e da qui dipendono tutte le difficoltà con cui ci scontriamo oggi. In Europa c'è un difetto: c'è una componente strategica e visionaria sull'Europa ma continua anche una cultura burocratica che ci condiziona nella vita quotidiana e che ci porta a non adattare le scelte". De Paolini incalza sui rischi dell'ideologia e passa la palla a Cidda. E domanda: trovate nella Bce la stessa visione burocratica? "Il tema della sostenibilità è ormai molto divisivo negli Usa, è un elemento di demarcazione. Anche da noi, in Europa, i partiti iniziano a cavalcare questo tema e gli imprenditori hanno avanzato qualche riflessione. Dobbiamo quindi porci il problema di come risolverlo. Prima di tutto le cose vanno spiegate alle persone anche in dibattiti pubblici come oggi. E poi bisogna parlare di più di social.

La responsabilità sociale delle imprese a favore delle comunità sul territorio: sostegno alle scuole e al sociale, educazione finanziaria, aiuti alla ricerca scientifica. Quello che noi facciamo come banca di territorio".

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