Lo Sciacalligno è un animale leggendario che sopravvive nutrendosi dell’odio per i propri nemici.
Lo Sciacalligno è un essere mitologico che finge di non comprendere la differenza tra “avversario” e “nemico”. L’avversario lo si combatte all’interno del campo da gioco, con la forza delle idee e della dialettica nell’ambito di un dibattito democratico. L’esempio plastico è quello di Don Camillo e Peppone. Un confronto accesissimo dove venivano tirati anche colpi bassi, ma che non travalicava mai il bene per l’essere umano, per la persona. Il nemico si odia, lo si combatte utilizzando ogni mezzo machiavellico per sopprimerlo, annientarlo, e infine dannare la sua memoria. Questo non può avvenire in uno Stato democratico, questo avviene nelle peggiori guerre dove non si fanno prigionieri. Lo Sciacalligno non è cristiano, cioè non ama l’uomo in quanto uomo. Ed è paradossale in quanto lo Sciacalligno afferma di amare il diverso, ma lo ama in quanto diverso, non in quanto uomo.
Lo Sciacalligno è persuaso di essere il custode della verità, è un moralista che guarda alla pagliuzza nell’occhio dell’altro, ma in realtà maschera dietro a questo atteggiamento, accompagnato da un odioso sorriso beffardo che denota la sua superiorità, un interesse politico ed economico. Non lo dice, ma vuole il potere. E solo Dio sa quanto voleva il potere nel 1994, quando la strada sembrava spianata per conquistare l’Italia. Per questo lo Sciacalligno impazzisce quando il nemico non è controllabile, quando non appartiene ai “poteri forti” (brutta parola astratta, ma che dà l’idea), quando ha idee discordanti dal pensiero dominante, quando afferma che il “realismo” è meglio del “buonismo” (non a caso Silvio e Donald hanno avuto lo stesso trattamento). Lo Sciacalligno va giù di testa soprattutto quando scopre che il nemico ha un popolo che lo segue e per questo odia il popolo, perché il popolo è libero (malgrado il Green Pass).
“E’ un uomo. E ora incontra Dio”, ha detto il vescovo di Milano. Lo Sciacalligno non lo può tollerare, perché non può essere la misericordia di Dio a giudicare, troppo facile. E’ lo Sciacalligno stesso che può e deve dire l’ultima parola e non sarà certo una parola di pace.
Lo Sciacalligno non lo sa, ma anche lui vorrebbe essere ricordato con parole di salvezza per la sua anima che non è bianca come quella di tutti. C’è ancora una sedia nello studio dismesso del programma “Servizio pubblico”, che pur essendo stata pulita per bene con un fazzoletto bianco, è rimasta sporca dell’odio dello Sciacalligno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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