Cara Simona,
ne hai ben donde di essere infuriata. Regoliamo la sveglia cronometrando ogni nostra azione mattutina allo scopo di essere puntuali, una forma di rispetto questa verso noi stessi e verso gli altri oltre che una necessità quando si vive in una comunità. Facciamo quindi questo sforzo quotidiano, al quale siamo tanto assuefatti da non avvertirlo neppure come una fatica, anzi, faticheremmo se non avessimo tale disciplina ormai interiorizzata più che subita. Tutto scorre alla perfezione, nonostante i piccoli imprevisti che possono capitare a chiunque e normalmente tollerati, finché non ci si imbatte in questa ciurma di scappati di casa che sembrano vivere su Marte più che nel mondo reale e che bloccano il traffico, producendo un incremento della concentrazione di inquinamento e asserendo tuttavia di volere tutelare il clima. L'unica cosa che riesce loro bene è romperci le palle. Anzi triturarcele. Cosa fare? Io li condannerei ai lavori socialmente utili. Lavorare non può che fargli bene.
Questi sedicenti ambientalisti non esprimono, distendendosi sull'asfalto, il diritto sacrosanto di manifestare, libertà fondativa della nostra democrazia. In realtà compiono un reato: quello di blocco stradale, che prevede che «chiunque, al fine di impedire od ostacolare la libera circolazione, depone o abbandona congegni o altri oggetti di qualsiasi specie in una strada ordinaria o ferrata o comunque ostruisce o ingombra una strada ordinaria o ferrata, è punito con la reclusione da uno a sei anni».
Non sono manifestanti, trattasi di giovani criminali, pure sbandati. E non vorrei risultare troppo severo ma questo è ciò che penso. Ogni diritto incontra un limite costituito dalla libertà altrui, in questo caso quella di circolare e di arrivare in ufficio o ovunque si debba arrivare senza incappare in una mandria di gretini, che pretendono che il governo sborsi miliardi di euro per risarcire le cosiddette vittime del clima del mondo. Siamo alle prese con due guerre, una delle quali in Europa, l'altra non meno perniciosa della prima.
L'esecutivo sta realizzando una manovra finanziaria di circa 24-25 miliardi, quindi modesta, a causa purtroppo dell'indebitamento pubblico incrementato paurosamente dai governi precedenti. Mancano le risorse e Ultima Generazione chiede 20 miliardi di euro da devolvere a non meglio identificate vittime del non meglio identificato cambiamento climatico.Rasentiamo la follia.
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