La dignità del silenzio, Berlusconi e il Fatto di Travaglio: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: solo la morte del Cavaliere

La dignità del silenzio, Berlusconi e il Fatto di Travaglio: quindi, oggi...
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- Anche questa rubrica si unisce al coro unanime che celebra Silvio Berlusconi. Non per apologia. Non per agiografia. Non perché questo era il suo Giornale. Ma perché se solo un quarto di chi legge questa nostra indegna opera riuscisse a realizzare tutte insieme le cose che ha realizzato lui... beh: allora sì che saremmo un Paese dinamico.

- Per chi andava a scuola in una città "rossa", come il sottoscritto a Perugia, Berlusconi doveva essere il "corrotto", il "mafioso", "il Caimano", e poi "il conflitto di interessi", "le Olgettine", "la tv spazzatura", eccetera, eccetera, eccetera. Il vero gesto rivoluzionario, allora, era osteggiare tutto questo astio "per partito preso". Si diventava un po' berlusconiani per non finire antiberlusconiani. Per rispondere a quella cultura dominante e astiosa con un gioioso gesto dell'ombrello.

- Per analisi, commenti, ricordi, ne leggerete altrove. Forse il modo migliore per celebrare il momento l'ha trovato Matteo Salvini. Un minuto di silenzio.

- Sì, ha ragione Tony Capuozzo: Berlusconi mancherà anche a chi non lo ha mai amato.

- Andatevi a rivedere il video di Pratica di Mare, il modo in cui Berlusconi afferra le mani di Putin e Bush per costringerli a stringerle insieme. Un colpo di genio, quello di chi sa che l'immagine è in grado di fare la storia.

- Non ho nemmeno letto il sito del Fatto Quotidiano, né ha senso guardarsi le vignette di Vauro e Natangelo. Perché domani ogni critica è possibile, Berlusconi non era mica santo. Però nel giorno di un lutto per i familiari, gli amici e milioni di elettori, forse sarebbe stato possibile trovare un modo migliore per affrontare il racconto del nemico di sempre. Ma si sa: signori si nasce, non si diventa.

- Forse alla redazione del Fatto potrebbero leggersi Alessandro Di Battista, non il cup of tea di Berlusconi, ma che ha avuto il buon gusto - lui sì - di deporre almeno per un

giorno le armi: "La morte non cancella tutto e neppure giustifica le ipocrite santificazioni postume. Ma la morte resta un mistero da rispettare. Così come va rispettato il dolore dei parenti di chi muore". Capito, Travaglio?

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