Grattacieli, giornalismo e ricordi: la Milano di Vittorio Feltri

Sallusti e Feltri a confronto sulla Milano di ieri e di domani durante l'evento de ilGiornale al Circolo Filologico Milanese

Grattacieli, giornalismo e ricordi: la Milano di Vittorio Feltri
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Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri, due grandi milanesi d'adozione che hanno intrecciato la loro storia professionale con quella della metropoli lombarda, dialogano tra loro proprio sulla Milano di ieri e di domani. Come sempre, con sferzante lucidità e senza giri di parole. Tra ricordi che si fondono alla cronaca, aneddoti e osservazioni, il racconto della città della Madonnina attraverso gli occhi di due giornalisti di razza, nonché firme-simbolo del quotidiano fondato da Indro Montanelli nel 1974.

Feltri apre il confronto con un omaggio a Milano: "Io sono bergamasco, ma devo ringraziare Milano perché mi ha dato più di quel che mi aspettassi. Questa è una città complicata ma molto bella, mi ricorda Vienna. Le piste ciclabili? Mi stanno sulle scatole, così come certi ciclisti...". Sallusti invita Vittorio a ricordare i sindaci di Milano da lui conosciuti. "Tonioli è stato un grande sindaco, ha dato alla città parecchio e io gli sono anche grato. Negli anni sono diventato anche suo conoscente, mi è sembrato molto intelligente", dice il direttorissimo.

Sallusti rievoca un titolo velenoso di Feltri sulla Moratti. "Sì, perché aveva imposto tasse e pagamenti alla vigilia delle elezioni. Non mi sembrava una mossa molto furba". E ancora: "La mia Milano? Un tempo frequentavo qualche ragazza, oggi faccio volentieri casa-lavoro. E quando sono a casa, per incazzarmi di più, accendo la televisione. Non ho grandi amicizie ma non potrei abitare in nessun altro posto al mondo se non qui. Sul lavoro ho avuto modo di apprezzare alcuni persone come te, Alessandro. Ti ho assunto 'solo' cinque volte...".

"Ero amico di Montanelli", ricorda ancora Feltri. "Andavamo a pranzo alla Tavernetta, lui mangiava pochissimo. Io avevo soggezione di lui anche dopo averlo conosciuto bene". Sallusti invita Feltri a ricordare La Notte. "Ho iniziato lì a fare giornalismo e Stefano Nutrizio era un fenomeno, un uomo di grande temperamento che fece anche la prigionia in Inghilterra. Imparò a fare i tabloid, quando tornò in Italia applicò la formula dei tabloid alla notte, che infatti ebbe un successo strepitoso. Ed era un uomo simpaticissimo, aveva una scrittura un po' paesana ma efficace. Quando morì, la vedova mi disse che doveva consegnarmi qualcosa. In quel pacchetto c'era la stilografica con la quale Nutrizio faceva tutte le mattine l'articolo di fondo. L'ho vissuto come un passaggio di testimone".

Che cosa vedi nel futuro di Milano? Chiede Sallusti a Feltri.

E lui: "Da quando sono a Milano sento sempre critiche a questa città. Ma Milano, nonostante i nostri malumori, continua a crescere e migliorare. L'unico problema sono le buche nell'asfalto e i ciclisti". Applausi a scena aperta dalla platea del circolo Filologico Milanese.

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