Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia compie 25 anni. Un quarto di secolo di sorrisi per i bambini malati e le loro famiglie

Un posto da chiamare "Casa" anche all'interno di un Ospedale, è da sempre questo l'intento della "Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia ETS", che quest'anno compie 25 anni. Un lungo percorso che ha portato alla Creazione di tante "Case" dove genitori, fratelli e sorelle di un bambino malato, possono rimanere tutti insieme vicini a lui

Maria Chiara Roti, Direttore Generale di Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia ETS. PH @Monica Vinella
Maria Chiara Roti, Direttore Generale di Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia ETS. PH @Monica Vinella

"Quando si ammala un bambino, si ammala tutta la famiglia", è stata questa l'idea che nel 1974 portò la creazione della Fondazione Ronald McDonald House Charities a Philadelphia con la realizzazione della prima "Casa" messa a disposizione alle famiglie dei piccoli pazienti malati. Sono passati 50 anni da allora e Ronald McDonald House Charities è diventata un'organizzazione internazionale che opera in 64 Paesi con 367 Case Ronald e 250 Family Room; può contare sull'aiuto di 536.000 volontari, che ogni anno sostengono più di 5,7 milioni di bambini e famiglie di tutto il mondo.

In Italia si festeggia un anniversario altrettanto importante i 25 anni della creazione della Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia ETS. Una data particolarmente significativa, come racconta il Direttore Generale Maria Chiara Roti nella nostra intervista, che ha portato a traguardi importanti permettendo alle famiglie con bambini malati di rimanere vicino ai piccoli pazienti, continuando a poter vivere e lavorare in un ambiente confortevole come è appunto quello di una casa.

Venticinque anni, un traguardo importante per la Fondazione Ronald McDonald in Italia

"Ne siamo fieri ed orgogliosi e lo siamo ancora di più, perché ne compie 50 nel mondo, quindi quest'anno abbiamo un doppio evento da festeggiare. Io e la mia squadra in Italia, siamo impegnati con 9 strutture d'accoglienza che in questo momento sono attive nei maggiori ospedali pediatrici italiani. Nella nostra Casa madre che si trova a Chicago negli Stati Uniti, si celebrano invece i 50 anni della creazione di Case di accoglienza e family room che stanno sostenendo in 60 paesi in tutto il mondo".

Cosa è successo in questi 25 anni della vostra preziosa attività?

"L'anniversario prende il titolo di “25 anni di senso”, che si concretizza nel significato primario dell'accoglienza e la cura del gruppo famiglia, cioè della mamma e del papà oltre che dei fratelli, quando si ha un bambino malato. Questa fondazione è nata 25 anni fa in Italia per opera del nostro fondatore che è McDonald’s sulla scia dell'organizzazione mondiale che ci guida che è la Ronald McDonald's House Charities, che ha fondato la prima Casa a Philadelphia".

Come è nata questa prima Casa in America?

Tengo molto a raccontare questo pezzo di storia, perché siamo appena tornati dagli Stati Uniti dove abbiamo approfondito le origini della nostra organizzazione nata da uno slancio di generosità di Ray Kroc fondatore di McDonald's. Nel 1974 il giocatore di football americano Fred Hill, scoprì che sua figlia Kim soffriva di leucemia. Proprio durante il periodo della malattia il giocatore si rese conto dell'importanza di avere uno spazio in cui le famiglie dei bambini malati potessero ritrovarsi per sostenersi a vicenda, ne parlò a Kroc e nello stesso anno anche con l’aiuto di Audrey Evans un’oncologa illuminata definita 'la madre del neuroblastoma' l’idea si concretizzò. ‘Quando un bambino si ammala, lo fa anche tutta la famiglia’, spiegò il fondatore di McDonald’s andando alla radice del suo intento, quello di tenere saldamente la famiglia unita anche quando c’è un bambino malato che deve essere curato in ospedale. Questa, ancora oggi, per noi è una frase guida”.

The First Ronald McDonald House
La prima Casa Ronald McDonald del mondo, a Philadelphia

Quali saranno le prossime novità che metterete in campo?

"Il raggiungimento dei 25 anni rappresenta per noi solo un punto di ripartenza, perché quello che ci interessa realmente è il futuro. Apriremo una nuova Casa Ronald McDonald Milano che sorgerà in via Bramante a servizio delle famiglie con bambini in cura presso il Policlinico di Milano e all’ospedale dei bambini Vittore Buzzi. Nel 2025 ci espanderemo ulteriormente all’interno dell’ospedale Niguarda, dando vita ad una Casa Ronald in Ospedale di 600 metri quadri, con 6 camere da letto due cucine, un’area smart working, dove i genitori potranno lavorare senza dover assentarsi e la stanza del silenzio”.

FAMILY ROOM OSPEDALE NIGUARDA
Una Family Room all'interno dell'Ospedale Niguarda di Milano

È anche importante ricordare che la vostra fondazione ospita le famiglie a titolo gratuito

"È una cosa questa che tengo molto a sottolineare, il fatto che le famiglie vengano ospitate in modo del tutto gratuito. Se vogliono possono poi fare una donazione perché facciamo raccolta fondi da privati, anche se il nostro più grande donatore rimane sempre McDonald's. Quest'anno, per la prima volta dopo tanti anni, regione Lombardia e altre istituzioni importanti come la banca d'Italia ci hanno riconosciuto come attori sociali e sociosanitari. In questo modo abbiamo potuto vincere dei bandi pubblici. Questo per noi è molto importante perché significa che il nostro lavoro comincia ad essere riconosciuto come di valore del sistema Paese. Il 17 novembre scorso, l'Onorevole Simone Bordonali ha depositato la prima proposta di legge sulla cura basata sull’assistenza centrata sulla famiglia (traduzione dall’inglese di Family centered care, anche nota con l’acronimo FCC) che è un modello assistenziale che riconosce la centralità della famiglia nella vita del bambino, dove si spiega perfettamente come la distanza tra il luogo di cure del piccolo e la casa sia un elemento che spesso amplifica il trauma. Da qui la necessità di realizzare: ‘stanze dedicate all’interno degli ospedali (c.d. family room) ovvero di case ubicate nelle adiacenze di essi nelle quali i genitori, i fratelli e le sorelle del bambino malato, specie se residenti lontano dalla struttura, possono trovare accoglienza, ospitalità qualificata e servizi mirati’. Questa proposta di legge ricalca quello che è il nostro modello di family centered care che stiamo portando avanti da anni".

Casa-Ronald-McDonald-Brescia
Casa Ronald McDonald a Brescia

C’è qualche realtà che avete aiutato che le è rimasta particolarmente nel cuore?

"Oltre ad avere la responsabilità della direzione sono anche una persona che si spende molto in campo e che passa tanto tempo nelle strutture insieme alle famiglie per questo ci sono tante storie che umanamente mi hanno molto colpito. Una in particolare è quella di una famiglia di Milano che abbiamo ospitato all'Ospedale Niguarda, dove questa mamma giovanissima ha perso il suo bambino neonato. Abbiamo vissuto la loro sofferenza e un nostro volontario era insieme a loro al momento del decesso. Un mese fa ha nuovamente partorito - e ha voluto farlo sempre all'Ospedale Niguarda - la sua seconda figlia e i nostri volontari erano nuovamente con lei, proprio come una famiglia".

FAMILY ROOM OSPEDALE NIGUARDA
Un'altra delle Family Room all'interno dell'Ospedale Niguarda di Milano

Il vostro lavoro di supporto è davvero molto importante

"Sì, perché siamo al servizio della salute dei bambini e delle famiglie. Ci troviamo in un momento molto favorevole anche con la riforma del terzo settore che prevede un insieme di misure per la promozione della cultura del volontariato come forme di informazione e sensibilizzazione sia del volontario ma anche di organizzazioni come la nostra, per supplire o implementare il welfare pubblico".

Quanto è importante farlo nelle strutture pubbliche?
"Molto, e io lo dico sempre nei convegni o durante alcuni interventi, che metterei un po’ al bando la parola solidarietà. Dobbiamo ragionare in termini di filantropia o di comunità, perché noi siamo questo e ognuno mette a disposizione le risorse che ha senza fare distinzione tra beneficiario e assistente".

Nei vostri centri c'è anche la possibilità di fare volontariato?

"Abbiamo molti tipi di volontariato; quello classico con una persona che ci conosce e decide di dedicarci del tempo, poi i volontari d'impresa come McDonald's ad esempio, che permette ai suoi dipendenti di fare una settimana di volontariato all'anno pagata e

c'è anche il servizio civile universale finanziato dal dipartimento della gioventù del governo italiano. Insomma sono molti modi per far parte della nostra famiglia e per poterne aiutare in questo modo moltissime altre”.

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