Fungo killer, muore positivo alla "Candida auris"

Un uomo, ricoverato per un ictus, è morto all'ospedale Sacco di Milano. Aveva 79 anni, con diverse patologie, contagiato da vari batteri multiresistenti e dal fungo "Candida auris".

Fungo killer, muore positivo alla "Candida auris"
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Un uomo, ricoverato per un ictus, è morto all'ospedale Sacco di Milano. Aveva 79 anni, con diverse patologie, contagiato da vari batteri multiresistenti e dal fungo «Candida auris», inserito nella lista dei funghi patogeni con elevata priorità dall'Oms perché considerata «una seria minaccia per la salute pubblica a causa della sua resistenza a moltissimi farmaci antimicotici». Il fungo ha infatti un'alta letalità, tra il 30 e il 50%, è contagioso, si trasmette con il contatto delle mani, ma si diffonde anche nell'ambiente. Ed eliminarlo dall'organismo è difficile perché resiste a funghicidi e antibiotici. Dunque c'è da preoccuparsi? Potrebbe scoppiare un contagio diffuso negli ospedali? Il rischio teorico c'è se non si utilizzano le precauzioni massime previste dai protocolli ospedalieri. E, uno dei massimi esperti della materia è Matteo Bassetti, direttore di Infettivologia al San Matteo di Genova, città dove si sono registrati, durante il periodo Covid, il maggior numero di pazienti (300 in tutta Italia) aggrediti dall'infezione. «Questo fungo attacca soggetti in età avanzata a cui si sono rotte le normali barriere di difesa spiega Bassetti - sono gravemente compromessi, spesso intubati a cui si somministrano grandi quantità di antibiotici. Il loro organismo è così fragile che è un terreno di conquista o dei batteri multiresistenti o della candida aurea. Non a caso si trova o negli ospedali o nelle Rsa». Ma che fare quando si presenta un caso del genere? «Bisogna adottare tutte le misure di isolamento affinché il fungo non si trasmetta ad altri pazienti dello stesso reparto spiega l'esperto - Va interrotta la catena di trasmissione». Ed è quello che è stato fatto all'ospedale Sacco di Milano, dove Antonio Castelli, responsabile della terapia intensiva, spiega la strategia messa in atto dinnanzi al primo caso di Candida auris che hanno riscontrato in ospedale. «Abbiamo isolato il paziente e anche il nostro reparto approntando il massimo dei presidi di contenimento ma - precisa Castelli - non è detto che il paziente sia morto per la candida, poiché aveva due altri batteri molto resistenti in un fisico molto defedato e portatore di più germi. Prima di arrivare a Milano era stato ricoverato in Grecia, dove aveva trascorso gli ultimi otto mesi in terapia intensiva». Nessun allarmismo. Dunque. «Questo non è il Covid chiarisce Gianni Rezza, già direttore generale del ministero della Salute è un infezione che però viaggia negli ambienti, ti puoi contagiare in qualsiasi maniera, non ti puoi difendere. Però può essere letale nelle persone immunodepresse. Nelle persone sane può creare problemi se entra in circolo nell'organismo ma se il fungo ti sfiora le mani non succede nulla». Però chi lavora negli ospedali deve saper difendere se stesso e gli altri pazienti. «Bisogna adottare le misure adeguate nel controllo delle infezioni: guanti, calzari, e mani pulite spiega Rezza -. Il fungo è resistente anche a molti disinfettanti. E questo può essere un problema». Isolato nel 2009 in Giappone nell'orecchio di una donna, non ha una storia antica in Italia. È stato identificato nel 2019, seguito da un focolaio che ha interessato le regioni del Nord nel periodo pandemico 2020-2021 che ha coinvolto principalmente Liguria ed Emilia Romagna.

Ma negli Usa la Candida auris si sta diffondendo in maniera significativa per esempio negli Stati Uniti, dove i Cdc la considerano «una minaccia urgente» per la sua antibiotico-resistenza. Negli anni della pandemia 2020-2021 le infezioni sono passati da 476 a 1.471.

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