Cara Valeria, sono una ragazza trentenne distrutta perché dopo sette anni di fidanzamento ho scoperto che il mio compagno mi tradiva con un uomo. Sette anni di amore e affiatamento totale ed è crollato tutto. Mi chiedo come abbia potuto vivere questi anni fingendo un sentimento verso di me che non ha mai provato o per lo meno ha vissuto solo come semplice amicizia. Aveva bisogno di una "fidanzata" per nascondere l'omosessualità alla sua famiglia? Quanta falsità e ipocrisia! Come ho fatto a non capire che non provava nulla per me ed era tutta una enorme finzione. La situazione mi ha annientato, mi sto mettendo in discussione, non so più che dire e cosa pensare...
Vicky
Cara Vicky comprendo perfettamente il suo sgomento. E davvero non immagina quanto. Tanti anni fa (ero una diciannovenne, quindi “piccola” e in sostanza alla mia prima relazione sentimentale adulta) mi è accaduta la stessa identica cosa. Il fatto che fossi tanto giovane è stata al contempo una grazia e una maledizione. “Esordire” in questo modo nelle relazioni amorose mi ha assestato un colpo ferale, ma, di contro, ho avuto anche parecchi anni davanti (allora però non riuscivo nemmeno a capirlo) per riprendere contatto con me stessa, con la mia femminilità e con l’altro sesso togliendomi di dosso qualsiasi tentazione di autoflagellazione e autocommiserazione. Ed è esattamente quello di cui supplico anche lei. In questa fase di disperazione faccia tutto ciò che ritiene per riemergere dal dolore, dalla rabbia e dall’umiliazione, ma non cada nella tentazione di darsi alcuna colpa o di sentirsi meno donna delle altre. Esattamente come quando capita di imbattersi in uno di quegli uomini che praticano la disciplina sportiva della denigrazione del prossimo (delle donne in particolare), ci si sente “usate” alla stregua delle quinte teatrali che coprono magagne e disordini non visibili in pubblico e al pubblico. La gamma di reazioni che avvampa l’anima e la faccia, rapida e implacabile quanto una reazione allergica, è appunto varia. Dallo shock si passa all’incredulità (che però dura pochissimo perché in realtà ci rendiamo conto che lo avevamo sempre saputo) alla vergogna (mi conceda il termine, ma è imbarazzante dover raccontare e raccontarsi che il nostro antagonista è un uomo, imbarazzante per il nostro ego intendo) alla rabbia feroce. Credo che la rabbia sia data dall’impotenza: non esiste un’altra circostanza sentimentale nella quale si è costretti a cancellare tutto ciò che è stato come se non fosse mai avvenuto. Ci si sente in preda di un’allucinazione da svegli. Ma si consoli: passa. Passa tutto cara Vicky.
Le dico solo che, due anni dopo, io ho finito col ballare il “Mambo No.5” assieme al fidanzato del mio ex fidanzato (o dovrei dire del mio fidanzato immaginario?!) alle nozze del mio mancato cognato. Altro che Almodovar.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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