Avere la comunità Lgbt come nemico può essere pericoloso. Ne sa qualcosa la scrittrice J. K. Rowling, ostracizzata e contestata per le sue posizioni femministe radicali. E da qualche tempo anche l’ex tennista Martina Navratilova deve fare i conti con un vero e proprio linciaggio per le sue riflessioni poco gradite alla galassia arcobaleno. Icona gay, la nove volte vincitrice di Wimbledon ha affermato di essere stata cacciata dalla comunità Lgbt per aver semplicemente affermato che le atlete trans non dovrebbero avere posto nello sport femminile. La base del buonsenso, ma non per la chiassosa e variopinta minoranza.
“Ho passato un momento difficile”, ha ammesso la Navratilova, che però non è intenzionata a mollare la presa, anzi: “Continuerò a combattere per proteggere lo sport femminile e gli spazi riservati allo stesso sesso”. “Sono stata espulsa da molti gruppi della comunità Lgbt”, ha proseguito, come riporta il Daily Mail: “Ma è da molto tempo che dico quello che penso e non ho intenzione di cambiare”. Non sono mancate le fasi delicate, ma la Navratilova s’è detta certa di essere dalla parte giusta della storia: “La questione è diventata molto politica, i diritti dei trans vengono messi prima dei diritti delle donne, in particolare i diritti degli uomini che si identificano come donne”.
Poco disponibile a compromessi, la Navratilova è stata la prima donna sportiva a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità, diventando un punto di riferimento per tanti esponenti della galassia Lgbt. Un mondo, quello arcobaleno, che spesso e volentieri silenzia le voci scomode, quelle che rischiano di compromettere la narrazione. In particolare, la 67enne aveva scatenato vibranti polemiche per le sue posizioni sui tennisti trans nel tennis femminile. In relazione a un caso parecchio dibattuto negli States – la vittoria della trans Alicia Rowley in un torneo femminile over 55 dell’Usta – l’ex tennista fu tranchant: "Hey, Usta, il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque sia l'età. Questo sarebbe consentito agli US Open di questo mese? Solo con un documento d'identità? Non credo...
[…]È patriarcato per gli uomini biologici insistere sul diritto di entrare negli spazi creati per le donne. Quanto è difficile da capire? È patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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