La lettera sulle relazioni multiple mi ha ricordato la storia della mia amica del cuore di gioventù. Lei era una bella ragazza, intelligente, educata, affettuosa e molto sensibile. Mi confidava di trovare i ragazzi troppo materialisti, troppo fisici e sentimentalmente rozzi. Con queste premesse, le sue storie amorose evaporavano presto e mentre sua sorella ed io ci eravamo sposate e avuto figli, lei restava perennemente ragazza. Alla fine era incappata in una storia tossica. Attratta da un collega maggiore in età e carriera, sognava senza il coraggio di dichiararsi apertamente, perché lui era sposato: tabù insormontabile per una persona come lei. Non per lui però. Che organizzava incontri fugaci e clandestini, che per lei erano una vera sofferenza; fine settimana programmati per stare insieme e poi alla vigilia della partenza la chiamava per disdire il tutto. Per non parlare delle scenate di gelosia e addirittura di farla finita se lei lo avesse lasciato. Poi, fatta amicizia con una coetanea conosciuta per lavoro, giovane divorziata con un bimbo, molto più concreta di lei, scambiandosi notizie sulle rispettive vite amorose, la mia amica e «l’altra» avevano scoperto di frequentare la stessa persona. Poiché la divorziata aveva un appuntamento a cena col fedifrago, chiese alla mia amica di farsi trovare tutti insieme. Dopo sgomento e rabbia per la scoperta da parte di lui, e dopo aver insultato la mia amica, dandole perfino della frigida, il traditore scelse la divorziata, che però lo mise alla porta. La cena liberatoria aveva poi cesellato una amicizia tra donne.
Serenella Allegrini
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Cara Serena, sa cos’è la cosa che davvero mi colpisce ben più dell’anacronistica ingenuità «attira rapaci» della sua amica? La sua capacità di rispettarla con tanto garbo. Temo che, se fosse stata una mia frequentazione, probabilmente l’avrei strapazzata verbalmente costringendola a un atteggiamento intransigente nei confronti dell’orrendo fedifrago, vigliacco e aggressivo al tempo stesso: il peggio del peggio. Invece bisognerebbe nutrire, nei confronti degli altri, lo stesso rispetto che ci insegna lei riguardo alla sua amica, Serena. Sono felice del fatto che «la divorziata» abbia deciso di punire il «maschietto» e di solidarizzare con la «poverina».
Ma non penso che questo metterà la sua compagna d’infanzia al riparo da tutte le situazioni future. Ho perfettamente compreso quali siano stati, negli anni, i tratti che l’hanno incantata della sua amica. Forse, però, è arrivato il tempo che le suggerisca di attrezzarsi per la vita.
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