È la Borsa - intesa come mercato - che ha bocciato l'offerta di Mps su Mediobanca, oppure sono stati gli acquisti straordinari sul titolo innescati da Piazzetta Cuccia e gonfiati da una moltitudine di mani che già prefigurano lo scontro all'ultimo voto nell'assemblea dei soci? La domanda è lecita, in virtù dei dati sulle operazioni di internal dealing realizzate dall'istituto di cui Il Giornale è venuto in possesso. Risulta, infatti, che lo scorso venerdì - subito dopo l'annuncio dell'Ops - sono stati comunicati da Mediobanca tre internal dealing per un totale di circa 560mila azioni. Mentre nelle giornate di lunedì 27 e martedì 28, sempre in relazione al piano di buy-back, sono stati acquistati rispettivamente 770mila e 767mila titoli. Fatto salvo che tali operazioni sono lecite, se realizzate in relazione al piano di buy-back, salta all'occhio il forte divario con l'ammontare degli acquisti realizzati a dicembre e gennaio. Basti osservare che a dicembre il massimo di acquisti realizzati in un giorno è 350mila azioni, mentre la media quotidiana è intorno a 200mila. Ebbene, il giorno del lancio dell'Ops il volume degli acquisti da parte di Piazzetta Cuccia è quasi triplicato mentre nei primi due giorni della settimana, ovvero quando la Borsa misurava col centimetro la forchetta tra il valore dei titoli in Borsa e il valore di scambio proposto da Mps, il volume degli acquisti è addirittura quadruplicato con effetti evidenti sulla quotazione del titolo. Possono sembrare piccoli ammontari rispetto ai quasi 24 milioni di azioni scambiate il giorno dell'Ops, o rispetto agli 8 milioni del 27 e 28 gennaio, ma come non immaginare che dietro tanta eccitazione non vi sia stato un robusto input veicolato da Piazzetta Cuccia verso gli alleati di sempre, in vista della guerra all'ultimo voto? Un potente innesco alla dinamica degli acquisti che fatalmente hanno gonfiato il titolo Mediobanca facendolo allontanare in modo vistoso da quello del Monte, che come spesso accade quando si lancia un'offerta di acquisto ha accusato una flessione.
Le reazioni negative del mercato all'Ops, peraltro, sono state un argomento su cui Mediobanca ha puntato molto nel comunicato divulgato dopo il cda di martedì, ma a questo punto non è più chiaro fino a che punto la reazione degli investitori sia stata genuina. Tant'è che ieri il titolo di Piazzetta Cuccia si è normalizzato mettendo a segno un modesto rialzo dello 0,44% (a 15,85 euro) mentre quello di Mps è salito dello 0,48% (a 6,23 euro).
Nel frattempo, ieri è arrivata una precisazione ufficiale della Finprog, la cassaforte della famiglia Doris, la quale ha precisato che l'arrotondamento della partecipazione all'interno di Mediobanca (dallo 0,73% allo 0,96%), divulgata nella serata del 28 gennaio, «è conseguente a una serie di operazioni di acquisto tutte avvenute nel 2024, quindi un periodo temporale antecedente l'offerta pubblica di scambio cui la stessa Mediobanca è attualmente soggetta». Insomma non è stata, come era sembrato in un primo momento, una mossa per correre in soccorso dell'istituto guidato da Alberto Nagel. Bisogna poi aggiungere che all'interno del patto di consultazione, di cui Finprog fa parte, c'è libertà di coscienza circa l'offerta di Mps, quindi non è detto che il pattista Romano Minozzi sia l'unico a propendere per il matrimonio.
Intanto, a sorpresa tra gli alleati dell'attuale management di Mediobanca, è spuntato anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala (foto piccola a sinistra). Secondo il primo cittadino milanese, nel tentativo di scalata di Mps su Mediobanca «non si legge una logica industriale, si legge una presenza del governo che lascia un po' preoccupati». Poi l'affondo: «Abbiamo salvato con i soldi degli italiani Mps l'altroieri e adesso la sosteniamo in questa scalata in cui le logiche non si vedono». Affermazioni che hanno lasciato basiti in molti che si sono chiesti a quale titolo il sindaco stesse parlando. Inoltre, più di una perplessità ha suscitato Equita, la quale certo non è neutrale sull'operazione perché advisor di Mediobanca, che a sua volta ha divulgato un'analisi come fosse un soggetto terzo quando non lo è. «Il comunicato di Mediobanca sull'Ops - recita la nota - conferma i nostri dubbi sulla logica strategica e industriale dell'operazione.
La proposta di Mps è ricca di incertezze, sia per la scarsa compatibilità tra i modelli di business sia per la limitata visibilità sulle potenziali sinergie». Insomma, un paradossale rilancio della posizione del suo cliente.
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