Gentilissima Valeria, mi piacerebbe avere un suo onesto parere su ciò che emerge sinotticamente dalle lettere dei suoi lettori e lettrici. Forse io rappresento un caso raro ma ho conosciuto mia moglie Giuliana sui banchi del liceo. Entrambi 14enni ed entrambi alla prima cotta adolescenziale. Poi dopo un lungo corteggiamento e una lunga relazione ci siamo sposati. E quest’anno festeggeremo 40 anni di matrimonio con qualche litigio ma nessuna stravaganza, tradimento o diversificazione (come la chiama il nostro direttore Feltri). A mio parere il corteggiamento ha il solo fine della relazione tra i due non quello di «indurre in tentazione» come mi pare traspaia nella sua risposta... Spero di andare errato ma deduco che la fedeltà in una coppia sia legata alla «totale assenza» di corteggiatori? Mah! Io dopo 50 anni continuo a corteggiare e sorprendere mia moglie proprio come all’epoca del liceo. Quello che leggo poi dalle altre lettere precedenti a mio parere non è collegabile tanto alla trasgressione adolescenziale piuttosto ai capricci e all’insoddisfazione tipicamente puerile di stufarsi di quel giocattolo e volerne un altro... E a questo punto concludo con una considerazione: sarà forse un caso che un lungo corteggiamento sia prodromico ad una altrettanto lunga relazione mentre un breve (o meglio inesistente!) corteggiamento porterà poi all’effervescenza volubile delle relazioni attuali?
Pier Paolo
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Caro Pier Paolo, non metto in dubbio che anche oggi ci siano donne e uomini disposti a tenere insieme un’unione difronte all’inevitabile calo di attenzione reciproco che coglie le coppie dopo tanto tempo. Ci mancherebbe che così non fosse. Forse prendersi la pacata responsabilità della routine significa anche non sentire l’esigenza di raccontarsi in una rubrica del cuore, perché in effetti, le lettere che arrivano sono spesso piene di irrequietezze. Il che non rende meno importante l’impegno di coloro che si amano in silenzio con costanza e riservatezza.
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