Il nostro mondo non è più solo quello tangibile della realtà ma è anche quello virtuale, dove trascorriamo quantità di tempo sempre maggiori, spesso senza averne adeguata consapevolezza. Ed è proprio per capire, per imparare a vivere in questo mondo, dove esiste un nostro alter-ego, un gemello digitale, che nasce "Educazione civica digitale - Abbecedario essenziale" (Maggioli editore), libro scritto da Agostino Ghiglia, componente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali ed ex parlamentare.
Lo raggiungiamo telefonicamente per chiacchierare con lui gli obiettivi e sulle ambizioni di questo volume, una guida irrinunciabile per districarsi nel complicato mondo virtuale, comprendendone soprattutto gli elementi fondamentali, quelli base, a partire dal linguaggio: "Non va considerato un tema. L'era digitale non è un settore, è una rivoluzione culturale che permea tutti gli aspetti della nostra vita. Dobbiamo viverla come una nuova realtà a cui approcciarsi in maniera sempre più consapevole".
L'obiettivo, ci spiega Ghiglia è "diffondere l'educazione civica digitale, partendo dal presupposto che l'era digitale non sia una semplice evoluzione di internet ma sia una nuova scoperta del fuoco una rivoluzione epocale che come tale dev'essere accompagnata. Abbiamo purtroppo la convinzione che le nuove generazioni, a partire dai nativi digitali, per il solo fatto di esser nati col telefono in mano siano coscienti e consapevoli di quel che sta dietro". Quindi, prosegue Ghiglia, se l'educazione civica impartita ai nati fino agli anni Ottanta serviva a dare le regole base per la vita, nell'età digitale ai giovani va data un'educazione civica digitale per "spiegare loro le regole di questo nuovo mondo che si sta concretizzando". Per questa ragione, secondo l'autore, questa dovrebbe essere materia di insegnamento obbligatoria nelle scuole fin dal primo ciclo, per avviare i giovanissimi alla comprensione di un mondo che verrà ma, in parte, già esiste.
Un primo passo in questa direzione è la comprensione del linguaggio e delle parole che lo costituiscono: "Il libro prevede anche un glossario, un abbecedario, come quello di Pinocchio, per costruire le base dagli elementi più semplici che troppo spesso vengono dati per scontati ma dei quali non si conosce nemmeno il significato". Mancando le basi, anche nel mondo digitale ci si espone a rischi "enormi", come spiega Ghiglia, soprattutto nell'ambito della protezione dei dati: "Andare in rete senza consapevolezza significa disseminare i dati ovunque e perdere completamente il controllo, senza sapere come verranno usati. Il rischio è che vengano usati anche contro di noi". L'autore del libro porta l'esempio dello "sharenting", neologismo che identifica la pratica dei genitori di condividere le foto dei figli sul web: "Queste foto espunte dal contesto e ricollocate, magari a distanza di qualche anno, possono venire utilizzate in attività illegali come la pedopornografia o il riconoscimento biometrico per un conto in banca. Ed è solo un esempio".
Anche per questo motivo, Ghiglia nel suo libro avverte sulla necessità di dare la medesima protezione alla persona fisica e al suo "gemello digitale". La semplice apertura di un app per il meteo o di un social al mattino per controllare le notizie, infatti, non solo ci permette di acquisire informazioni ma trasmette i nostri dati. "Questo gemello digitale alimenterà banche dati e profilazioni, geolocalizzazioni e quindi dobbiamo avere molta cura e attenzione per lui, soprattutto per lui, soprattutto in ottica futura", prosegue Ghiglia. Questo è un concetto fondamentale da apprendere soprattutto per le nuove generazioni, che conoscono pochissimo questo mondo. "I nativi digitali, per il solo fatto di essere nati con i device li sanno usare benissimo ma non sanno cosa c'è dietro e non conoscono spesso il significato dei termini che muovono il mondo digitale, tutti anglosassoni, che definiscono la nuova era digitale", prosegue l'autore, sottolineando l'importanza di sapersi destreggiare in una giungla di neologismi utilizzati ma non approfonditamente conosciuti.
Per questa ragione, l'autore ha voluto rivolgersi sia ai genitori di oggi che, soprattutto ai giovanissimi fruitori del mondo digitale: "Non è un trattato scientifico. Ha l'obiettivo di cercare di diffondere l'abc dell'era digitale. Citando il mio professore di fisica di liceo, mi piace dire che 'bisogna imparare bene le cose semplici', che sono le basi della vita.
Ed è per questo che si rivolge a chi ha voglia di capire e di conoscere, a chi senti di essere 'ignorante', perché ignora quel determinato mondo e vuole imparare partendo dalle cose semplici". Il tema, affrontato nella sua interezza, è enorme ma Ghiglia punta a fornire l'impalcatura della conoscenza, le fondamenta e lo scheletro per poi costruire il grattacielo della consapevolezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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