L'islamizzazione europea avanza indisturbata nell'indifferenza dei più, che non si preoccupano del prolificare di moschee e donne private della libertà nelle loro città. È un'onda silenziosa che avanza, con tutte le conseguenze del caso, che sono già sotto gli occhi di tutti ma che in un futuro prossimo, nemmeno troppo lontano, potrebbero essere devastanti per la millenaria cultura occidentale. Ed è forse troppo tardi per porvi rimedio. "In questi giorni a Londra, ed è il secondo anno, e a Francoforte, per la prima volta, si stanno montando le luminarie con la scritta 'buon Ramadan' e luci varie con i simboli dell'islam come la mezzaluna", spiega Silvia Sardone, eurodeputata della Lega e autrice del libro Mai sottomessi – Cronache di un'Europa islamizzata, in cui racconta il fenomeno attraverso le sue pieghe più inquietanti.
"A Londra quest’anno sono installate nella celebre Oxford Street, una delle vie principali dello shopping londinese. L’anno scorso il sindaco Sadiq Khan, di fede musulmana, ha acceso il display per celebrare l'occasione di fronte a una folla assai numerosa accorsa di musulmani", prosegue la leghista, che sottolinea, invece, come la scelta di illuminare Francoforte provenga dai Verdi, parte della maggioranza comunale. "Sono luci di unione, contro la discriminazione, contro il razzismo anti-musulmano e… Anche contro l'antisemitismo", è la giustificazione no-sense del sindaco per questa scelta, ben consapevole della scarsa tolleranza di una parte del mondo arabo con quello ebraico. Un modo, pare, per far scudo alle polemiche, inevitabili, per questa scelta.
"A Francoforte vivono 150mila musulmani e la percentuale è in forte crescita. Sono segnali di un arretramento forte sulle nostre tradizioni a favore di quelle delle comunità islamiche", prosegue Sardone. In Europa esiste un movimento di progressisti pronti ad abdicare ai simboli religiosi, ne abbiamo fulgidi esempi anche nel nostro Paese. Lo stop al presepio nelle scuole, il cambiamento dei canti di Natale, addirittura la scomparsa del Natale, sostituito dalle "feste d'inverno" e, polemica antica, la rimozione del crocifisso. Il tutto, per non urtare la sensibilità dei non-cattolici. Ma allora, per non urtare la sensibilità dei non-islamici, non bisognerebbe mettere nemmeno le luminarie del Ramadan. O, forse, non è quello il motivo. "Certa sinistra vuole farci capire che siamo noi a doverci integrare e che l’Europa, in nome di un’inclusione a senso unico, deve aprirsi all’islamismo", conclude amaramente Sardone, esternando una verità dei fatti incontrovertibile.
Anche perché, non esistono solo le macro-espressioni dell'islam, come le luminarie, le moschee o il richiamo del muezzin, che è stato approvato dalla città di Colonia, sempre in Germania. Sono i piccoli segnali del nostro tessuto sociale a dover accendere un campanello d'allarme, a doverci aprire gli occhi sulla deriva assunta, che sta riportando l'Italia e l'Europa indietro di secoli. "Gli uffici mi hanno riferito che numerose donne di fede islamica si rifiutano di ricevere le notifiche fondamentali del Comune di Sesto San Giovanni se a consegnarle è un uomo", è la denuncia del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano.
Se il messo comunale è uomo, la donna non può nemmeno aprire la porta: un'imposizione religiosa che impedisce alle donne di avere contatti con gli esponenti del sesso maschile in assenza del proprio uomo. Questo innesca una serie di dinamiche ingestibili, perché se il messo consegna la notifica nella cassetta postale e il giorno successivo la stessa donna si reca negli uffici comunali per ritirare il documento, la pretesa è quella di rivolgersi esclusivamente a sportelli con impiegate donne.
"È evidente come alcune famiglie musulmane non abbiano nessuna intenzione di integrarsi. L’integrazione passa dal rispetto della nostra cultura e del diritto prima di tutto", è l'appunto del sindaco. È il puzzle di questi piccoli elementi a dare la misura dell'islamizzazione dilagante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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