Malattia Congo, riunione tecnica al Ministero della Sanità. Le ultime novità

Cosa sta realmente succedendo con l'allarme sulla nuova malattia che in Congo sta provocando numerosi decessi soprattutto di bambini? Le ultime notizie dalla riunione tecnica del Ministero della sanità e tutto quello che c'è da sapere

Malattia Congo, riunione tecnica al Ministero della Sanità. Le ultime novità

Senza creare allarmismi, ma neanche sottovalutando la situazione, in mattinata il Ministero della Sanità ha dato il via ad una riunione tecnica con i rappresentanti dell'Istituto Superiore di Sanità per fare le valutazione sulla situazione che si è verificata in Congo con una malattia ancora non diagnosticata, alla luce anche del caso sospetto importato e segnalato a Lucca.

Tutte le novità

Maria Rosaria Campitiello, a capo del Dipartimento della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, ha spiegato: "Ci sarà un team di coordinamento tra ministero della Salute e Istituto superiore di sanità per seguire l'evoluzione della situazione sanitaria nella Repubblica democratica del Congo e allinearci alle direttive europee e internazionali. Le informazioni che arriveranno", aggiungendo: "Stiamo valutando anche l'opportunità di inserire nel team anche le società scientifiche".

Sempre in mattinata, si viene a conoscenza da fonti interne al ministero, che i Nas hanno ritirato campioni del paziente ricoverato nell'ospedale San Luca di Lucca, già dimesso e guarito, che presentava sintomi influenzali potenzialmente riconducibili alla malattia che sta colpendo la regione del Congo. Questi verranno analizzati dall'Istituto Superiore della Sanità. È improbabile, nonostante i sintomi uguali a quelli della malattia, che si tratti però di questa, anche se si stanno prendendo tutte le precauzioni del caso e nella riunione di oggi ci saranno anche ulteriori aggiornamenti in merito.

Chi è l'uomo già dimesso

Il paziente è un cinquantenne che lavora in Congo a circa 700 km dalla zona di Panzi dove sono stati stato documentati casi e decessi per il misterioso virus. Rientrato in Italia ha manifestato "una sintomatologia influenzale potenzialmente riconducibile alla malattia che sta colpendo una regione del paese africano", come aveva precisato in una nota Maria Rosaria Campitiello, Capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, prima della riunione tecnica.

Parole tranquillizzanti arrivano anche da Spartaco Sani il responsabile delle malattie infettive dell'ospedale lucchese San Luca dove è stato ricoverato il paziente. "E' stato ricoverato con febbre e anemia ma, adesso sta bene come lo sono i suoi familiari. Solo per scrupolo è stato ricontattato per accertamenti, ma ad oggi non c'è pericolo di contagio". Alle sue parole si sono aggiunte quelle della Asl Toscana nord ovest: "E' stato richiamato per accertamenti per una questione di massima precauzione" dopo che si era avuta notizia del focolaio congolese, Quando il paziente è stato ricoverato nell'ospedale di Lucca, infatti, "non era ancora noto il focolaio emerso in Congo", ha chiarito la Asl.

L'Azienda sanitaria evidenzia che la struttura di malattie infettive, insieme a direzione sanitaria e ospedaliera e al dipartimento della prevenzione, ha effettuato un lavoro di verifica a 360 gradi sulla vicenda e "non ci sono al momento profili di rischio".

Le parole della Commissione Europea

Anche la Commissione Europea è intervenuta e durante il brefing con la stampa conclusosi pochi minuti fa, porta a conoscenza che non ci sono casi riscontrabili: "Seguiamo da vicino la situazione nella Repubblica Democratica del Congo in merito alla malattia sconosciuta. Cerchiamo di raccogliere informazioni e posso assicurarvi che la nostra gente, i nostri esperti, sono in allerta. Siamo in contatto costante con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie", aggiungendo poi: "La natura di questa malattia non è ancora nota. Si trova in una provincia piuttosto remota nel Congo sud-occidentale e complica un pò la situazione, perchè non ci son laboratori attrezzati e ci vogliono circa 48 ore per arrivare a Kinshasa. Quindi l'unica cosa che posso dire, e questo è molto importante, è che non sono stati segnalati casi di questa malattia sconosciuta in Europa. La Commissione organizzerà una riunione del comitato per la sicurezza sanitaria per coordinare qualsiasi risposta Ue necessaria non appena avremo maggiori informazioni in merito", ha concluso il portavoce.

Il lavoro degli infettivologi

Al momento, il grande lavoro lo stanno facendo gli infettivologi, che stanno cercando di stringere il cerchio su una rosa di potenziali responsabili di quanto sta avvenendo: dalla febbre emorragica, a qualche forma di polmonite, ai contagi respiratori. "Dalla sintomatologia potrebbe trattarsi di una febbre emorragica. Sono delle forme virali come per esempio Ebola o la febbre emorragica di Congo-Crimea, cioè fondamentalmente infezioni che già sono note, magari sostenute da un nuovo virus che ci auguriamo venga presto identificato", ha detto l'infettivologo Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie infettive dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

Bassetti ha poi aggiunto: "In Congo e Camerun, con la presenza della foresta equatoriale ed una grandissima varietà di animali, si concentra la maggiore parte dei virus del pianeta". Sulla stessa onda Carlo Perno, responsabile Microbiologia e diagnostica di immunologia, dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. "Quello delle forteste è un luogo ideale per il salto di specie (spillover) che abbiamo imparato ai tempi del Covid, ovvero il processo naturale per cui un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all'interno della specie umana".

In Italia nessun piano pandemico

Nel primo pomeriggio, l'infettivologo Matteo Bassetti è intervenuto a Tv2000 ospite del programma 'Il mio medico e alla domanda se l'Italia sarebbe pronta ad una nuova emergenza sanitaria ha risposto: "Al momento non abbiamo ancora un piano pandemico, questo - aggiunge Bassetti - non so se servirà per questa malattia misteriosa. Ci auguriamo che tutto sia derubricato a qualcosa di già conosciuto. Aspettiamo da un paio di anni un quadro pandemico. Era quasi pronto, mi dicono che dovrebbe arrivare a momenti. Se dovesse arrivare un nuovo problema infettivo e noi non avessimo un piano dopo tutti i proclami, la politica sarebbe difficile da difendere".

"Questa malattia - ha sottolinea ancora Bassetti a Tv2000 - non sappiamo ancora cosa sia. Ci sta lavorando l'Oms, speriamo ci dia dei dati a breve. Purtroppo sono colpiti di più i giovani e i bambini, ma dobbiamo dire che stiamo parlando di una parte del mondo dove purtroppo le condizioni economico-sociali-sanitarie non sono delle migliori. Non c'è acqua potabile e gli ospedali non sono organizzati al meglio".

Perché attacca soprattutto i bambini

Parlando sempre della zona del Congo dove si è sviluppato il focolaio: "Tutti i casi gravi sono stati segnalati come affetti da grave malnutrizione e la maggior parte dei casi segnalati erano bambini, in particolare quelli di età inferiore ai cinque anni" spiega l'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Da qui si può anche comprendere che non si tratta di un virus (nel caso lo fosse) che colpisce esclusivamente i più piccoli, ma le problematiche e purtroppo i decessi avvengono maggiormente su questi perché già in un cagionevole stato di salute.

L'area, per avere un'idea, ha vissuto una gravissima carestia negli ultimi mesi, ha una bassissima copertura vaccinale e un accesso molto limitato alla diagnostica. C'è una mancanza di rifornimenti e mezzi di trasporto e carenza di personale sanitario nell'area. Le misure di controllo sono molto limitate. Una situazione totalmente diversa da quella che viene vissuta nella maggior parte del mondo civilizzato.

Quanti sono attualmente i casi

Il focolaio riscontrato tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024 nella zona di Panzi nella provincia di Kwango della Repubblica Democratica del Congo ha registrato 406 casi di questa malattia non diagnosticata con sintomi di febbre, mal di testa, tosse e dolori muscolari. Tra questi si parla -dati non confermati - di 31 decessi (percentuale di mortalità o CFR del 7,6%). I casi segnalati hanno avuto un picco nella settimana epidemiologica 45 (settimana conclusasi il 9 novembre 2024) anche se l'epidemia è tutt'ora in corso. Si tratta, come già detto di una zona rurale che ha bisogno di circa 48 ore di marcia per essere raggiunta dalla vicina Kinshasa.

Sono inoltre stati segnalati casi da altre aree limitrofe a Panzi: Kahumbulu,

Kambandambi, Kanzangi, Kasanji, Kiama, Mbanza Kipungu, Makitapanzi, Mwini ngulu e Tsakala Panzi. La maggior parte dei casi (95,8%) è segnalata nelle aree sanitarie di Tsakala Panzi (169), Makitapanzi (142) e Kanzangi (78).

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