Quanta gente stipata in Public Square. Si contano 2500 volontari e altre migliaia di persone tutt'intorno, che non si perderebbero l'evento per nulla al mondo. Cleveland, fine di settembre del 1986. Qui si sta per fare la storia. Telecamere accese e nasi rivolti all'insù, perché il record mondiale sta per essere mandato in frantumi. Lo detengono quelli del parco Disneyland della California. Si tratta di gonfiare a elio e rilasciare in aria il maggior numero di palloncini colorati della storia: 1 milione e mezzo, per essere precisi. La folla freme, divertita. In fondo, cosa potrebbe andare storto?
Il meteo comincia a diventare avverso
Dunque gonfiano a manetta i palloncini, quel 27 settembre di quasi quarant'anni fa, nella grande città dell'Ohio che ora mira a diventare famosa anche per questa pittoresca iniziativa. L'idea è venuta a quelli della United Way of America, un'associazione senza scopo di lucro che da molti anni si impegna per sostenere le comunità locali in difficoltà, mediante una ragnatela di progetti benefici. L'obiettivo è nitido: grazie alla visibilità mondiale che l'evento garantirà, in moltissimi conosceranno l'associazione e ne sosterranno le iniziative. Fino a qui, tutto bene. Il Balloon Fest, come l'hanno ribattezzato, procede spedito. I volontari, armati di centinaia di bombole, formano dunque una muraglia cinese di palloncini che vengono tutti trattenuti sotto ad una gigantesca rete. Il lancio sarebbe previsto per il pomeriggio, ma il cielo plumbeo sopra Cleveland induce a ripensarci. Inizia a spirare un vento insistente e, quando si ferma, cade qualche goccia. Forse è meglio anticipare. Qualcuno dissimula un filo di preoccupazione, ma la maggior parte degli astanti se ne frega. Ma no, che vuoi che succeda per un filo di vento?
Ore 13:50, il grande lancio
Comunque, nel dubbio, sin anticipa il lancio. La grande rete che trattiene quel milione e mezzo di palloncini viene ritratta e finalmente possono intraprendere il loro percorso ascensionale. Nessuno immagina che stia per accadere qualcosa di atroce. La muraglia colorata sale accarezzando la Terminal Tower, il grattacielo più imponente della città, con i suoi 235 metri di altezza. Ci sbattono contro spinti dal vento, ma comunque rimbalzano e proseguono la loro corsa verso l'alto. Giubilo e grida entusiaste dal basso: sì, il record è infranto. Sì, è andato tutto bene. O forse no.
Pioggia di palloncini: un disastro inatteso
Tutto abbastanza bene fino a qui. I palloncini salgono così in alto che ad un certo punto iniziano a scomparire dalla vista. Ma è qui che si determina l'intralcio. Più salgono, più incontrano improvvise correnti di aria fredda e una pioggia appuntita, che li scalfisce di traverso. Un mix di fattori che scarica in fretta la loro pressione interna. L'elio di disperde e la gigantesca massa di plastica volante perde rapidamente quota. La gente che si stava giusto massaggiando il collo, dopo averlo tenuto così a lungo inclinato verso l'alto, è costretta ad ammirare un nuovo accidentale spettacolo. Un enorme tsunami colorato sta ricadendo sulla città.
I danni e le cause legali
I palloncini precipitano sulle strade, nei corsi d'acqua e nel lago Erie. Invadono le piste aeroportuali e le stazioni. Ovunque Cleveland rimane paralizzata, perché la pioggia di plastica impedisce la visuale. Il vento la disperde in tutte le direzioni possibili. E, quando finalmente i palloncini sono ricaduti, il disastro si svela in tutte le sue proporzioni. Serviranno giorni e spese ingentissime per raccoglierli, ma sarà impossibile riprenderli tutti e il danno ambientale diventerà incalcolabile. Ma non basta. Quel giorno si perdono le tracce di due pescatori, Bernard Sulzer e Raymond Broderick, che erano usciti con la loro imbarcazione sul lago Eire. Le ricerche diventano impossibili, perché riconoscere le loro sagome in acqua, in mezzo ad un tappeto di centinaia di migliaia di pezzi di plastica, risulta impossibile. I corpi verranno ritrovati soltanto due settimane dopo e le famiglie delle vittime faranno causa per 3,2 milioni di dollari alla United Way of America. La cosa si risolverà con una transazione monstre, la cui cifra non è mai stata comunicata. Anche il Cleveland Burke Lakefront Airport, che deve chiudere una pista ricoperta dai palloncini, avanzerà una richiesta danni da centinaia di migliaia di dollari.
Lo stesso faranno moltissime altre strutture pubbliche e private della città, tra cui un maneggio i cui cavalli si procurano ferite, spaventandosi per la pioggia di plastica. Resta il record mondiale, certo. Ma l'epic fail fu ancora maggiore.
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