- Non godo per l’addio di Fabio Fazio. Però sorrido alle lagne di chi oggi fa le prediche ricordando che il servizio pubblico deve essere “plurale” e dare spazio ad ogni “diversità” di pensiero. Non mi pare abbiano applicato lo stesso principio quando al governo c’era la sinistra. Ditemi: dove era il pluralismo nei programmi di approfondimento del passato? Vi faccio l’elenco: Fabio Fazio, Bianca Berlinguer, Report, Presa Diretta, Marco Damilano, Lucia Annunziata e senza dimenticare la piega presa da Sanremo. Ditemi voi…
- Elezioni comunali, magari vi diranno altro e sarà poco cortese nei confronti delle città coinvolte. Ma non capisco per quale motivo l'elezione del sindaco di Brescia e Treviso dovrebbe avere un significato politico nazionale.
- Di Maio ha fatto Bingo: l’Ue ha dato il via libera definitivo al suo ruolo da inviato nel Golfo Persico. Giggino inizia lunedì. Poi un giorno i giornalisti quelli bravi, che vedono retroscena un po’ ovunque, ci spiegheranno come sia possibile che un trombato alle elezioni e senza un partito alle spalle ottenga una posizione del genere. Mario Draghi ci sei?
- Sansonetti: “Torna l’Unità, liberale e garantista”. Però sarà anche vicina al Pd e a Papa Francesco. In pratica sarà un quotidiano “garantista, socialista, cristiano, liberale, non liberista”. Se Sansonetti riesce a tenere insieme tutte e il contrario di tutto, gli conferisco un premio.
- Galliani ricorda che quando il Milan comprò Ancelotti: “L’accordo c’era, ma quando il medico del Milan vide gli esami disse: c’è un errore, queste non sono le gambe di un calciatore ma di un anziano. Invece erano proprio le ginocchia di Ancelotti. Lo prendemmo lo stesso, e fece ancora stagioni meravigliose”. Motivo di giubilo: c’è speranza per tutte le ginocchia, anche quelle del sottoscritto.
- Che poi Fabio è un furbacchione: leva le tende dalla Rai al momento giusto, lascia i suoi amici giornalistici a polemizzare per lui e intanto va a beccarsi dei bei quattrini a Discovery. Genio totale.
- Però fossi in lui alzerei la cornetta del telefono, chiamerei i colleghi di Repubblica e del Corriere, diventati suoi cantori, per chiedere loro di smetterla con tutte queste sviolinate. Fabio non è un martire, e lo ammette in un articolo molto più dignitoso di molti ritratti lui dedicati; non è un martire perché va a Discovery dove lo ricoprono d’oro. Piacerebbe pure a me essere cacciato così dalla Rai.
- Per settimane non hanno fatto altro che lanciare gli allarmi tipo: “Arriva la Rai della Meloni e chiudono Report, Annunziata, Berlinguer e pure il bagno in fondo a sinistra”. E invece? Invece nisba, tutte bufale. Oggi infatti il Cda della Rai ha confermato il programma di Ranucci, non proprio un covo di fascisti; Cartabianca, famoso per la sua “narrazione” a favore del governo; e pure Mezz’ora in più, lì dove volano espressioni colte tipo "caz**". Resteranno gli stessi conduttori? Vedremo, probabile di sì. Fatto sta che al netto del martire Fazio, che se ne è andato anche un po’ per i fatti suoi, per ora non si notano grosse rivoluzioni.
- Michele Serra versa lacrime amare per l’addio del suo Fabietto dalla Rai. Ci sta, per carità. Ma guarda caso nella sua narrazione di una tv di Stato soggiogata dai partiti (maddai, che scoperta!) infila come esempi solo Biagi-Luttazzi-Santoro e ora Fazio. Come se solo il centrodestra avesse messo le mani sul servizio pubblico. La verità è che i “cambiamenti” del centrodestra fanno più rumore di quelli del centrosinistra solo perché tanto, nel fortino Rai, la maggioranza dei dipendenti e dei giornalisti è di sinistra: quando al governo ci sono i vari Prodi, Letta, Renzi e via dicendo, fare una tv governativa appare ai più “naturale”. Sono faziosi, ma intimamente convinti di fare una grande tv oggettiva. Bufale: la Rai è sempre stato un feudo progressista e ora il giochino si sta rompendo. Più che in passato.
- Ps: il
Michele Serra di cui sopra è lo stesso che a Che tempo che fa era di casa, chiamato dalla società di produzione del programma. Cioè da Fazio. Io ci vedo un po’ in conflitto di interessi nel suo piagnucolare, no?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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