L'Ong pro-migranti grida vittoria e torna a sfidare il governo. I giudici di Ragusa hanno sospeso la multa inflitta alla Sea-Watch 5 nel marzo 2024 in base alle norme previste dal decreto Piantedosi sui soccorsi in mare. Secondo quanto riferisce la stessa organizzazione umanitaria tedesca, i magistrati hanno sospeso l'efficacia esecutiva dell'ingiunzione di pagamento che era stata notificata alla Ong, stabilendo che le sue modalità di intervento in mare non crearono alcuna situazione di pericolo.
I giudici - riferisce ancora l'organizzazione - hanno inoltre stabilito che non corrisponde al vero l'accusa rivolta a Sea-Watch di avere disatteso indicazioni delle autorità libiche. "A confermarlo è anche un report di Frontex che certifica come alle comunicazioni radio effettuate da Sea-Watch 5 le autorità libiche non abbiano mai risposto", si legge in una nota divulgata dalla stessa Ong. Così, le toghe hanno dato nuovamente ragione a quest'ultima, dopo che il 28 marzo il Tribunale di Ragusa aveva sospeso il fermo amministrativo di venti giorni comminato proprio alla Sea-Watch 5.
L'organizzazione umanitaria parla di "vittoria legale" e ne approfitta per attaccare di nuovo le politiche migratorie del governo. "Non possiamo fare a meno di denunciare come l'applicazione arbitraria della legge Piantedosi continui a produrre i propri effetti, bloccando le navi nei porti e impedendogli di raggiungere l’area delle operazioni nonostante non ci sia niente da sanzionare", hanno affermato da Sea Watch, che di recente aveva attaccato apertamente l'esecutivo sul tema migranti, accusandolo di "deportare e incarcerare qualche migliaia di migranti in Albania".
Sul tema era intervenuta la stessa Giorgia Meloni. Il governo "lavora per difendere i confini italiani e fermare la tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete e accordi internazionali", aveva scritto la presidente del consiglio sui social. Poi aveva ribadito il concetto al Senato. Ora, l'organizzazione non governativa ha colto la palla al balzo per rinfocolare le ostilità. "L’obiettivo del decreto Piantedosi è ingorgare i tribunali italiani con il solo obiettivo di fermare le navi in attesa dei ricorsi", si legge in un comunicato. E ancora: "Il governo italiano deve smettere di criminalizzare e ostacolare il soccorso in mare e la documentazione delle violazioni dei diritti umani che avvengono nel Mediterraneo centrale".
La narrazione a tinte fosche proposta dalla Ong è però smentita dai fatti e
dall'interesse di diversi Paesi europei per la linea intrapresa dal governo Meloni sulle politiche migratorie. Intanto, un altro tribunale - quello di Bologna - mette in discussione un dl dell'esecutivo Meloni e rimanda la questione dei Paesi sicuri alla Corte Ue.
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