L'altra sera durante la diretta Rai del Giubileo, il cardinal Comastri, con raro tatto verso i più piccoli, ha detto che Babbo Natale non esiste. E noi che pensavamo che Santa Claus fosse San Nicola, venerato dalla Chiesa... Del resto persino il Papa, per adeguarsi ai tempi, aveva avvolto il Bambinello nella kefiah.
Comunque hanno ragione loro. È ora di smetterla con una Tradizione che ormai è superstizione e che ci zavorra a una visione del mondo passatista, antiscientifica, reazionaria e diciamocela tutta anche un po' fascista.
Ed ecco il motivo per cui, sfidando consuetudini millenarie e stantie, quest'anno abbiamo deciso di cambiare. Anche Kamala Harris si è chiesta, in pubblico, «How dare we speak Merry Christmas?!». «Come osiamo dire Buon Natale!?». Peccato abbia perso...
Per il resto, ci abbiamo messo poco ad adeguarci. Cenone a base di minestra di scarole e fagioli, spezzatino di grilli e frutta secca. Termostato a 14 gradi. Finito di mangiare siamo scesi in strada a farci una canna, ben distanziati. Regali solo riciclati e in materiale riciclabile. Invece della Messa di mezzanotte una più inclusiva abluzione shintoista. Schwa e asterischi come se nevicasse. Tombolata queer.
E abbiamo invitato anche il compagn* trans del cugino arrivato da Frisco (non pronunciavamo mai il «san» per non offendere) E per l'Epifania, invece di un solo re magio nero, ne abbiamo messi due! All'altro abbiamo spezzato una gamba. Così è disabile.Sì. È stato davvero un bel Natale. Come dire? Diverso.
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