
Dottor Feltri,
premetto che sono meridionale e so che lei li ama perciò le chiedo: perché eccellono nell'illegalità? Senza scomodare l'America e Al Capone. Riferiamoci ad avvenimenti attuali o non molto datati. Tempo fa ci fu il caso di «terrazza sentimento». Titolare un napoletano. Poi il caso dei capi ultrà, calabresi. Ora la «Gintoneria», un pugliese. Perché? È gente che ama il rischio, non stima molto il prossimo, non dà molta importanza alla vita, o non crede nell'efficienza dell'autorità costituita?
Leonardo Chiarelli
Caro Leonardo,
non vi è nulla di antropologico che distingua il cittadino nato e cresciuto al Nord da quello nato e cresciuto al Sud. Essi sono uguali, ma è pur vero che l'ambiente in cui vieni allevato ti influenza, tuo malgrado, ti modella, incide sulla tua formazione, sulla tua maniera di guardare alle cose e di vivere la vita, quindi determina anche il tuo comportamento con gli altri e all'interno della società. C'è nei meridionali, non che sia un carattere generalizzato, ma di sicuro predominante, la tendenza ad «arrangiarsi», questo a causa delle difficoltà che essi hanno sempre incontrato, nei secoli dei secoli. Del resto, non si tratta di un territorio «facile», lo Stato è stato spesso percepito come assente o anche come un intruso, o un nemico, incapace di dosarsi tra inefficienze e abbandono ed eccessivo controllo e pretesa. Da qui anche la nascita della criminalità organizzata, esportata pure altrove, negli Usa ad esempio, come tu sottolinei, quale efficace modello per sopravvivere, per farsi valere in una terra avversa e straniera. Il Mezzogiorno è pure un'area che è stata depredata, dominata, invasa da genti venute da fuori, che sono arrivate in quei paradisi e hanno imposto il loro potere assoluto su collettività inermi, che non hanno saputo difendersi e ribellarsi. Tutto questo vissuto, ossia questa storia, resta inevitabilmente nel dna del popolo meridionale, un popolo orgoglioso, fiero, dignitoso, ma anche abile a fottere il prossimo per stare a galla, a farsi furbo per non farsi fregare, a contare su se stesso andando avanti come può, nella maniera migliore possibile. Questa abilità, che nella vita può essere una virtù, una forza, nel suo verso negativo ed esasperato si trasforma e volge anche in reato, devianza, sopraffazione del prossimo, violenza, tendenza a campare al di sopra della legge o nel disprezzo della legge di uno Stato che non si riconosce come padre ma come padrone alla cui autorità ci si vuole sottrarre e che si intende rinnegare. Attenzione: si parla di tratti e non di peculiarità che costituiscono il corredo dell'uomo o della donna del Sud. Le esperienze di una civiltà possono tramutarsi in qualità o in difetti. E nei cittadini del Mezzogiorno vediamo gli uni e gli altri. Nessuno è generoso quanto loro, un bisogno di dare, di amare, di accogliere, di condividere che mi commuove e innamora. Di contro, c'è la chiusura, il sospetto, la scaltrezza che diviene furberia. Fare di tutta un'erba un fascio mi pare ingiusto e soprattutto crudele. I meridionali che si sono distinti per merito, doti morali, competenze, contributo dato alla società, sono superiori in numero a quelli che si sono distinti nel crimine. Quindi generalizzare mi risulta essere una crudeltà che i meridionali non meritano. E io stesso, avendo trascorso parte della mia infanzia in Molise, mi ritengo essere un po' terrone.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.