"AI tecnologia utile, ma non sostituirà i creativi". Il futuro innovativo della moda

Quali sono i passi, gli investimenti, le mosse, le avventure per dare un futuro a un patrimonio nazionale dal valore inestimabile? Se ne discute all'evento del Giornale a Firenze

"AI tecnologia utile, ma non sostituirà i creativi". Il futuro innovativo della moda
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Moda in evoluzione. Quali sono i passi, gli investimenti, le mosse, le avventure per dare un futuro a un patrimonio nazionale dal valore inestimabile? Il terzo panel dell'evento fiorentino organizzato Il Giornale è dedicato all'innovazione necessaria a non disperdere il patrimonio (economico e simbolico) generato della bellezza tricolore, con un occhio alle nuove sfide poste dell'Intelligenza artificiale. Hoara Borselli conduce il dialogo sull'argomento tra Maurizio Bai (Vice Direttore Generale Vicario Banca Monte dei Paschi di Siena), Ivano Cauli (Innovation Director Pitti Immagine) e Attila Kiss (Ad Gruppo Florence).

Hoara Borselli lancia il tema di discussione: la sfida dell'innovazione. E la parola passa subito ad Attila Kiss. "L'innovazione è fondamentale nel nostro settore, dobbiamo costantemente innovare anche nei servizi. E utilizziamo l'innovazione anche nei processi aziendali, per dare performance migliori ed efficienza. La nostra formula è stata aggregare 40 imprese familiari, la nostra innovazione è che il piccolo e bello può vivere contemporaneamente in un gruppo organizzato e strutturato che consente di affrontare grandi sfide. Questo porta a un'innovazione nel prodotto, nei servizi, nei processi. Incrociamo tecniche tra loro isolate nelle singole aziende e nasce così una nuova sinergia", esordisce l'Ad del gruppo Florence. E ancora: "La qualità di Paesi come la Cina è salita ma l'Italia ha un distacco enorme nella capacità di creare qualcosa di nuovo e non è replicabile la nostra capacità di avere attenzione al dettaglio, alla qualità. Gli italiani hanno qualcosa che altri ci possono solo invidiare. In altri settori, come l'automotive, è più facile che si produca altrove, nel nostro settore questo è più difficile ma dobbiamo continuare a investire".

Cauli risponde sull'atteggiamento della moda rispetto all'intelligenza artificiale. "La moda ha accolto volentieri questa tecnologia. Non è però un percorso semplice e i gruppi più grossi chiaramente ci stanno arrivando prima. Per chi ha già adottato questa tecnologia, i risultati positivi sono stati immediati. Ma il lusso si sta anche interrogando sull'adozione di questi sistemi nella relazione con cliente finale, dove si rischia la disumanizzazione. E questo è un aspetto su cui invece bisogna riflettere". Nella moda e nel lusso la crisi si è avvertita di meno? "La crisi ha colpito tutti, a eccezione di poche realtà con un prodotto inaccessibile ai più e dunque con liste d'attesa per averlo".

Parola al mondo delle banche. Maurizio Bai: "Le banche hanno uno sguardo privilegiato, sono capaci di vedere dei fenomeni anzitempo. Le banche hanno un occhio al tema dei consumi e della sostenibilità, che diventa anche un fattore attrattivo per il cliente. Il brand può affermarsi se già nella filiera si porta avanti un discorso di sostenibilità, la banca studia finanziamenti ad hoc soprattutto sui progetti di filiera, a partire dagli artigiani. Poi ci sono finanziamenti anche sulle grandi aziende. Le banche sono agevolatori di questi processi".

Attila Kiss sull'intelligenza artificiale. Cambierà la creatività? "Bisogna usarla in modo creativo, adottandola come un'opportunità. Vince chi sa usare meglio gli strumenti, compresa l'AI, che va utilizzata per i processi, per i servizi, per l'innovazione. I piccoli non hanno sempre le professionalità per utilizzare bene l'intelligenza artificiale, anche se pure nelle realtà più piccole ci sono genialità. Se vogliamo che il settore si evolva, dobbiamo sostenere queste realtà e noi applichiamo a tutte le aziende l'innovazione, l'applicazione di uno strumento nuovo che non c'era". Sul punto interviene anche Cauli: "Pitti utilizza l'intelligenza artificiale per aiutare i buyers i per creare i giusti match tra chi presenta la collezione e il mercato. Il punto focale è legato alla competenza, perché ci vogliono strutture e competenze per maneggiare i dati, arrivando anche a personalizzare la comunicazione sul cliente. L'AI viene applicata per costruire questo percorso, ma attenzione alle deriva: la generative AI riesce a fare i deep fake ma fatica a creare qualcosa di nuovo. In un mio recente viaggio in Asia ho visto un utilizzo potentissimo dell'intelligenza artificiale sulla parte tecnica e sulla calibrazione dei prezzi in tempo reale. La macchina può aiutare sul processo di analisi dei dati, però sul processo creativo il fattore umano è ancora determinante e fa la differenza".

L'intelligenza per le banche "è uno strumento e non un fine", dice Bai. Kiss concorda: "Se il mezzo viene utilizzato in maniera intelligente, crea valore che i brand e i clienti riconoscono. A quel punto l'AI e la sostenibilità troveranno un riscontro. Noi abbiamo le basi per farlo, perché siamo un Paese sensibile e i nostri brand cercano valore. Un brand che ha una filiera pulita e sostenibile ha una reputazione forte e tutti i grandi brand stanno facendo di tutto in questo senso. L'Italia, seguendo questa strada, sarà ancora un Paese dove si viene a investire volentieri". Cauli risponde a Borselli sui timori e sui rischi legati all'Intelligenza artificiale: "Credo non ci sia il rischio della mortificazione dei rapporti umani. L'AI può dare forza a un brand o a un multimarca nel costruire una relazione con il cliente, ma dobbiamo addestrare il sistema a dialogare correttamente per capire dove vogliamo portare il cliente. Questo può aggiungere valore al brand".

Conclude Kiss: "Finché l'Italia avrà l'innovazione come punto di distinzione, non dobbiamo temere nessuno. L'Intelligenza artificiale non sostituisce le persone creative, l'imprenditore deve chiedersi invece come mettere l'AI a servizio dei creativi".

Questa nuova tecnologia - aggiunge Cauli - "è uno strumento potentissimo che va messo a capitale come asset per la propria azienda". E il mondo delle banche concorda. Bai spiega infatti che sulle operazioni finanziarie decisive continuerà a essere centrale il ruolo dell'uomo.

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