Ciao Valeria, ti scrivo perché sinceramente sono un po’ stufa. Ho trent’anni, un bel lavoro e (lo dicono gli altri), un bell’aspetto. Certo, inizio ad avere trent’anni, appunto. Ma faccio pilates tre volte la settimana, mi concedo qualche massaggio e insomma essendo sola ho modo di prendermi cura di me al meglio. Ho avuto un fidanzato per cinque anni, abbiamo anche convissuto, ma un giorno, senza che io abbia ancora davvero capito perché, la nostra storia è finita. Ti risparmio l’elenco di frasi fatte usate dal mio ex mentre infilava le sue cose negli scatoloni perché ritengo che allora abbia offeso la mia intelligenza e non voglio fare altrettanto con te, ora. Di fatto mi ha mollata (non so se avesse un’altra, non l’ho mai capito anche se naturalmente ho cercato di scoprirlo in tutti i modi). Per circa un anno sono stata malissimo, soprattutto perché alla mia età, quando stai cinque anni con qualcuno e ci vai a vivere pensi che quel qualcuno sarà verosimilmente l’uomo che sposerai e con il quale avrai dei figli. Invece non solo si è dissolto lui, praticamente da un momento all’altro, ma si sono dissolti anche tutti quelli che sono venuti dopo di lui. «Tutti...», vediamo di capirci, sono stati tre o quattro e non ci sono mai andata a letto (non sono una «facile»). Solo che dopo qualche periodo di frequentazione, fine. Prima messaggiano meno, poi telefonano ancora meno, poi smettono di invitarti, qualche scusa tipo «famiglia», «amici», «lavoro» e poi spariscono completamente. Sarò io che ormai sprizzo disperazione?
Teresa
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Cara Teresa, se si sprizza disperazione a trent’anni, siamo tutti finiti... Ma quale disperazione?! Tre o quattro frequentazioni senza, mi pare, grandi conseguenze non mi sembrano affatto un bilancio sentimentale fallimentare. Quando finisce una storia di anni si è costrette a guardarsi attorno e non reputo una tragedia non aver ancora centrato il «bersaglio». Quello che mi rincresce però, è che nella sua onesta, divertentissima lettera, non mi fornisce alcun elemento utile ad aiutarla circa il perché gli uomini «spariscano».
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