Cara Valeria,
non avevo mai scritto prima a una “Posta del cuore”, questa volta ho deciso di farlo, perché le tue risposte sono sempre molto dirette. Ti prego di esserlo anche con me. Sono disperato, perché sono davanti a un dilemma insormontabile: vorrei tanto divorziare da mia moglie, ma non posso… Non ho un’altra donna, il vero motivo è che dopo oltre vent’anni non amo più quella che ho sposato. Il problema è che lei è un avvocato matrimonialista, tra i più noti e stimati della nostra città. Per inciso io mi occupo di tutt’altro, sono ingegnere. Mia moglie in una causa di divorzio mi raderebbe al suolo. Oltre a essere bravissima nel suo lavoro, conosce tutti in quell’ambiente: colleghi avvocati, periti, esperti, giudici… Me lo ha anche detto esplicitamente: “Se chiedi il divorzio, ti distruggo economicamente e i nostri figli non li vedi più”. Non so davvero cosa fare. Da un lato vorrei lasciare tutto com’è, per il quieto vivere. Dall’altro credo che un matrimonio senza amore sia l’esempio peggiore possibile per i miei figli.
Caro lettore “disperato” (mi permetto solo perché è così che si autodefinisce) la minaccia che le è stata rivolta è tanto terrorizzante quanto, in realtà, banale. E’ l’arma più usata da chi si sente perso. Ed è la peggiore che si possa impugnare. Evidentemente sua moglie non vuole lasciarla andare, o lasciare andare l’idea di famiglia che avevate costruito ma se anche riuscisse a sottrarle tutti i suoi soldi, la cosa non la farebbe sentire meglio. Ancora più assurdo è l’avvertimento sui figli. Nessuna madre degna di questo nome li priverebbe di un padre per il solo desiderio di punirlo e avere vendetta. Perché sarebbero i figli i primi a farne le spese. Vendetta di cosa poi? Lei non ha neppure un’altra donna… Ma queste sono cose che sua moglie sa benissimo. Parla di lei come di una donna in gamba e non mi sembra abbia mai fatto cenno al fatto di essersi reso conto all’improvviso di aver diviso la vita con “un mostro”. Quindi ritengo che, malgrado la sua consorte abbia a disposizione un arsenale di avvocati, periti, esperti e giudici, non sia davvero intenzionata a falcidiare una famiglia che, per disgrazia o per fortuna, rimane tale anche dopo un divorzio. E’ comprensibile e umano che chi si sente abbandonato annaspi davanti alla fine di un amore che non ha voglia di veder concluso. Quello che non è né comprensibile, né umano è che lei rimanga sotto ricatto. Paralizzato in una vita che non vuole più e senza poter fare un passo avanti in quella alla quale avrebbe diritto.
Condannarvi a un’infelicità rabbiosa, come lei stesso dice, sarebbe la cosa più malsana e pericolosa per i vostri figli. Sono certa che lo capisca benissimo anche sua moglie. Lasci solo che guarisca dal dolore e dallo sgomento di dirsi addio.
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