La spiaggia del supplizio

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La spiaggia del supplizio
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Frugando nella soffitta dei ricordi, vorrei tornare indietro di 40 anni: festività di fine anno 1986. Ero un baldo trentenne single e avevo deciso di disertare l’evento del mio gruppo per la notte di S. Silvestro, in quanto le sole donne presenti sarebbero state le fidanzate dei miei amici. Corrado, uno del nucleo storico, mi fece presente che se avessi partecipato, avrebbe aggregato sua cugina Loredana, che non conoscevo, definendola 26enne single molto simpatica. Aderii di buon grado ed effettivamente Loredana si rivelò molto simpatica, solo che il suo volto, con lineamenti molto particolari e marcati, era lontanissimo da quelli che catturavano il mio interesse. Ballai con Loredana diversi lenti e alla fine della festa ebbi la certezza di aver fatto colpo su di lei. La sua frequentazione era piacevole, per cui uscimmo per un paio di mesi. Loredana mi fece capire in modo elegante ma esplicito che vedeva in me qualcosa di molto diverso da un amico. Non senza disagio dovetti spiegarle che non c’era reciprocità e fu l’ultima volta che ci vedemmo. Arrivò l’estate e un giorno in spiaggia mi trovai di fronte Loredana in bikini...restai di sasso: aveva un corpo da pin-up, da fotomodella, da urlo. Con un radioso sorriso mi presentò Gianni, il suo ragazzo e io pensai che avrei dato 10 anni di vita per essere al suo posto. Dopo qualche giorno decisi di cambiare stabilimento, perché contemplare quella specie di ottava meraviglia a cui avevo rinunciato era un supplizio.
Andy


Caro Andy, lei ha fornito l’esempio perfetto di ciò che ho tanto cercato di spiegare nelle scorse lettere: l’amicizia unidirezionale e la frustrazione che ne può derivare. Frustrazione che, prima è stata di Loredana (quando esplicitamente le ha fatto capire che avrebbe voluto lei fosse più che un amico e si è vista, di fatto, respinta) e poi sua (quando, anni dopo, ha finalmente visto Loredana in tutto il suo splendore ma a quel punto in compagnia di un altro).

Mi permetto anche di aggiungere, a suo uso e consumo consolatorio a distanza di quarant’anni, che se era il viso della ragazza a non riuscire ad attrarla, aggiungerci un corpo, per quanto da urlo, non credo avrebbe migliorato le cose più di tanto una volta «rivestiti» (cioè lontani dalla spiaggia) e seduti uno di fronte all’altra al ristorante. Ma il punto è che l’amicizia è perfetta se è amicizia per entrambi. E, ovviamente, se i tempi per vedersi come «altro» coincidono.

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