"Da Montanelli a Berlusconi". Vittorio Feltri si racconta

Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri si confrontano a briglie sciolte sui principali temi d'attualità nel corso dell'evento organizzato a Verona da Il Giornale. Segui la diretta

"Da Montanelli a Berlusconi". Vittorio Feltri si racconta
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Momento imperdibile. Sul palco dell'evento organizzato a Verona da Il Giornale scatta il faccia a faccia più atteso. Quello senza filtri, ma con Feltri. Il nostro Direttore, Alessandro Sallusti, e Vittorio Feltri si confrontano a briglie sciolte sui principali temi d'attualità. A decidere quali notizie commentare saranno chiaramente i due maestri di giornalismo, veri e propri punti di riferimento per i lettori del nostro quotidiano. Musica maestro: che lo scoppiettante "duetto" inizi.

Aneddoti e battute aprono il dialogo. "Quando sono arrivato al Giornale, mi sembrava polveroso. Poi scrivo il primo articolo e l'indomani ricevo una telefonata: era Montanelli, mi dava il benvenuto e mi diceva che il mio articolo gli era piaciuto molto. Disse che gli dispiaceva di non averlo scritto lui. Mi sono commosso". E dalla platea si leva un applauso. "I telefonini? Li odio. Per noi vendere i giornali diventa un miracolo". Poi si parla subito d'attualità.

Come vedi la situazione? Domanda Sallusti. E il direttorissimo Feltri: "Rasenta il comico. Le tv ci provano gusto a propinarti certe schifezze e devo dire che noi contribuiamo ad alimentare questa idiozia. Non è una campagna elettorale, sembra una campagna di Russia. Penso però che il nostro governo andrà avanti bene. Di quel che accade in Europa, invece, sono convinto che alle persone non interessi molto. E quando riproverano alla Meloni di fare un referendum su se stessa non dicono che tutti in realtà fanno così".

Poi via con un aneddoto spassoso. "Una volta andai a trovare Montanelli in redazione per intervistarlo. Mentre attendevo, sentii una voce che proferiva insulti. Era un pappagallo". Il discorso poi si fa serio e Sallusti ricorda il presidente Silvio Berlusconi.

"Con lui - racconta Feltri -non ho mai avuto motivi di contrasto, non mi ha mai telefonato per interferire. E lo ringrazio perché mi ha fatto diventare ricco".

Ancora Feltri: "L'esperienza personale più tribolata e divertente per me è stata quella di Libero. Ora ci sono gli Angelucci e grazie a loro il giornale va avanti".

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