Santo Stefano, perché si festeggia dopo Natale il primo martire cristiano

Dopo la nascita di Gesù e i festeggiamenti del Natale, oggi 26 dicembre, si celebra la morte di Santo Stefano, il primo martire cristiano

Santo Stefano dipinto da Giotto. Il quadro si trova nel museo di Firenze
Santo Stefano dipinto da Giotto. Il quadro si trova nel museo di Firenze
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Il giorno dopo Natale, la nascità di Gesù, la Chiesa festeggia la morte di Santo Stefano, primo martire. Il motivo della scelta, che potrebbe sembrare particolare arrivando subito dopo la data cardine del cristianesimo, è perchè si festeggiano i "comites Christi", ovvero i santi più vicini a Gesù sulla terra e i primi a testimoniare il suo operato attraverso il martirio.

Chiesa e Stato

Così mentre la Chiesa ricorda Santo Stefano per il suo valore religioso nel mondo cattolico, nel 1947 lo Stato Italiano decise di rendere questo un giorno festivo per poter prolungare le festività natalizie. La stessa cosa accade anche per il lunedì di Pasqua, la cosidetta "Pasquetta", che prolunga le festività pasquali.

Come si festeggia

Il giorno di Santo Stefano in Italia è quello dedicato principalmente al riposo, dopo le tavolate e le visite dei parenti natalizie. Il menù è per tradizione composto dagli gli avanzi dei cenoni della vigilia e del pranzo e la cena natalizia. Spesso è la giornata in cui si incontrano gli amici piuttosto che i parenti e sono tante le tradizioni che negli anni si sono consolidate. Oltre al cibo avanzato dal giorno prima, solitamente è il giorno dedicato al cinema o si organizzano serate di giochi con gli amici.

Chi era il Santo

Non si conosce con esattezza l'origine di del Santo. Probabilmente era un ebreo educato secondo la cultura greca. Fu un contemporaneo di Gesù, e venne incaricato dagli Apostoli (i diretti discepoli di Gesù) a divenire il primo di sette diaconi che dovettero provvedere ai bisogni delle vedove e degli orfani delle nuove comunità cristiane. Mosso da una fede ardente Stefano svolgeva il proprio compito con amore e gentilezza, dedicandosi spesso e volentieri anche alla predicazione per convertire gli ebrei che giungevano a Gerusalemme. Per questo motivo iniziò ad attrarre l'inimicizia di chi non vedeva di buon occhio la diffusione del nuovo Credo.

Per questo motivo nel 36 d.C. venne accusato di blasfemia - il reato contro Dio e le cose sacre, gravissimo all'epoca -e fu condotto con false testimonianze dinanzi al Sinedrio, il supremo consiglio dei giudei. Durante il processo parlò alla gente predicando un ultima volta le magnificenze del suo Dio, ma questo non fece che inferocire ancora di più la folla, la quale lo trascinò via e lo lapidò a furor di popolo. Secondo la tradizione Santo Stefano accolse la sua morte con serenità, invocando il Signore di accogliere la sua anima.

Perchè nel periodo natalizio si festeggiano i martiri

Se si controlla il calendario, oggi 26 dicembre, si festeggia Santo Stefano, come detto il primo martire della Chiesa, il lunedì successivo i Santi Innocenti, i bambini di Betlemme uccisi dal capriccio di un tiranno. Poi c'è San Tommaso Becket, la cui testa fu tagliata a metà con una spada vicino all'altare di una cattedrale nell'Inghilterra medievale. Ma il tema del martirio si ripete anche in altre feste per santi che tecnicamente non sono martiri. San Giovanni Apostolo, che si celebra la domenica dopo Natale, è considerato un martire per volontà. San Giovanni Kanty, il cui giorno è prima della Vigilia di Natale, desiderava ardentemente essere un martire.

Tornando al discorso iniziale del "festeggiamento" dei martiri della Chiesa nel periodo natalizio, questo, anche se dopo la nascita di Gesù può sembrare un caso un po' paticolare, è in realtà qualcosa di voluto. Il matirio di Santo Stefano, così come quello degli altri martiri non hanno nulla a che vedere con l'ordine cronologico dell'evento; la festa si tiene nell'ottava di Natale perché i Santi Innocenti hanno dato la loro vita per il Salvatore neonato. Stefano il primo martire (martire per volontà, amore e sangue), Giovanni, il Discepolo dell'Amore (martire per volontà e amore), e questi primi fiori della Chiesa (martiri solo per sangue) accompagnano il Santo Bambino Gesù che entra in questo mondo il giorno di Natale.

Perché non durante la Quaresima

La domanda che in molti si fanno è il peché scegliere la data subito dopo il periodo della felicità e della speranza data dalla nascita di Gesù e non ad esempio, nel tempo di Quaresima con il martirio e la morte in croce di Gesù.

La risposta della Chiesa in questo ambito è che in realtà non si sta festeggiando una morte, ma la sua rinascità alla nuova vita eterna, quindi in un certo senso un "nuovo compleanno". Ed è proprio questo l'approccio cristiano della scelta, nonostante la tristezza della morte terrena, la gioia della nuova vita nel regno dei cieli.

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