"Saviano non era tra le proposte". Gli editori fanno chiarezza sulla Buchmesse

Caso Saviano-Buchmesse, ma quale censura. Interviene l'associazione degli editori: "Non permetteremo mai ingerenze esterne"

"Saviano non era tra le proposte". Gli editori fanno chiarezza sulla Buchmesse
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A poche settimane dal caso Scurati, la sinistra ha deciso di cavalcare un’altra (inutile) polemica sulla presunta censura nei confronti degli intellettuali rossi. Il riferimento è all’assenza di Roberto Saviano nel programma dell’Italia della 76esima edizione della Fiera del Libro di Francoforte. In programma dal 16 al 20 ottobre, la Buchmesse vedrà protagonisti autori con opere integralmente originali, come evidenziato dal commissario Mauro Mazza. Ma Pd & Co. hanno colto la palla al balzo per denigrare il governo, con invettive gonfie e ricche di retorica. A fare chiarezza ci ha pensato l’associazione italiana editori.

"L'Associazione Italiana Editori ricorda, come spiegato ieri dal presidente Innocenzo Cipolletta, che la scelta degli autori ospiti a Francoforte è frutto di una procedura, fatta di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire proprio dalle loro proposte": questo quanto si legge nella nota diffusa pochi minuti fa. In altri termini: nessuna censura, nessun boicottaggio, il perché dell’assenza di Saviano dal programma è chiaro, limpido. L’Aie ha rimarcato che tra le proposte sulla base delle quali si è costruito il programma mancano molti autori – compreso l’autore di “Gomorra” – ma non solo: “L’Aie non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori".

Il programma nostrano alla Buchmesse è all’insegna della libertà e della pluralità dei valori, consentendo di dare voce a chi finora non l’ha avuta. Una polemica strumentale, come sempre, testimoniata dal fatto che Saviano sarà ospite delle case editrici tedesche, come tanti altri scrittori delle varie nazionalità. Ma, come evidenziato in precedenza, l’occasione era troppo ghiotta per la sinistra per non provare a guadagnare visibilità, gettando fango sull’esecutivo.

La segretaria dem Elly Schlein ha parlato di “esclusione ingiustificata” – in base a cosa? – con il consueto allarme mirato a spaventare gli italiani:“È un brutto segnale”.

In campo l’immarcescibile Scurati, che ha declinato l'invito alla Buchmesse: “Purtroppo anche questo ennesimo episodio conferma che la critica di molti artisti e intellettuali nei confronti di una deriva illiberale è fondata”. Ma la realtà è nota a tutti, con buona pace dei soliti soloni.

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