Dall'alcol alle nuove droghe, i rischi dello "sballo estivo": in pronto soccorso anche a 15 anni

A dare un quadro della situazione di emergenza tra i giovani, è il responsabile del pronto soccorso del San Paolo di Milano, Livio Colombo

Dall'alcol alle nuove droghe, i rischi dello "sballo estivo": in pronto soccorso anche a 15 anni
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Cresce la preoccupazione per lo “sballo” nelle notti estive dei ragazzi – sempre più giovani – che purtroppo, con maggiore insistenza, fanno utilizzo di sostanze stupefacenti: dalla cocaina, alle anfetamine, alle “droghe”, nonché "sostanze relativamente nuove" e a cui i test effettuati in ospedale non riescono nemmeno a stare dietro. Sono questi gli ingredienti dello “sballo” tra gli adolescenti. A dare un quadro generale dell’osservatorio di un pronto soccorso di Milano, è stato Livio Colombo dell’ospedale San Paolo che ha spiegato la situazione all'Adnkronos Salute.

L’allarme tra i più giovani

“Non ho la percezione di particolari differenze questa estate rispetto ad altri anni”, ha premesso il medico. Eppure, al pronto soccorso, oramai arrivano in condizioni serie anche 15-16enni, in conseguenza degli eccessi della movida notturna. Ad allarmare è la presenza di sostanze “nuove”: “Cannabinoidi sintetici come Spice e molti altri, pastiglie e tutta la serie di derivati delle anfetamine che sono sul mercato già da diverso tempo e girano molto nei rave party e in momenti di aggregazione così”, ha riferito il responsabile del pronto soccorso del San Paolo. Sostanze di cui certe volte non si conoscono i nomi e di cui bisogna cercare delle informazioni. In particolare, l’aumento di questi casi lo si verifica nel weekend, anche se – ha chiarito l’esperto – “nel periodo estivo tutti i giorni diventano abbastanza simili, dal momento che non c’è scuola”.

L’alcol, una costante

Non soltanto sostanze stupefacenti nel “menù” dello sballo, ma anche l’alcol che – contrariamente a quanto si possa pensare – rimane una costante nelle cause di arrivo in pronto soccorso. Purtroppo, anche in questo caso si verifica una progressiva riduzione dell’età: “Vediamo appunto 15-16enni che arrivano pieni di alcol, vomitano, sono in condizioni di riduzione della coscienza”, ha riferito Colombo. Poi ha proseguito: “Non è piacevole. Ci sono anche i maggiorenni ovviamente, non è che tutti i giorni qui arrivino minorenni, ma anche con i colleghi della Pediatria abbiamo assistito e stiamo assistendo a un utilizzo un po’ più precoce dell’alcol a livello ricreativo. Alcol, che chiaramente nei ragazzi più giovani è molto meno tollerato”.

Una duplice preoccupazione

Insomma, a preoccupare è da una parte una riduzione dell’età media nell’utilizzo di sostanze stupefacenti e dall’altra la presenza di nuove sostanze. A questo proposito, infatti, Colombo ha precisato: “Sono anche sostanze in giro magari da un po’ di anni, però sono quelle che difficilmente si riescono a riconoscere con i test abituali. Proprio per questo ci sono dei test di laboratorio standard che noi abbiamo cercato di implementare perché non erano più al passo coi tempi”. Tuttavia, non basta.

È proprio per questo che ha ammesso l’esperto: “Siamo in contatto con il Centro antiveleni di Pavia che è un riferimento nazionale sulla ricerca delle sostanze nuove e collaboriamo con loro per i casi più delicati e più difficili in termini di diagnosi. Mandiamo a loro i campioni mentre gestiamo il paziente”.

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