Gravissima preoccupazione, per l’Olanda, per l’Europa e per il destino dell’Italia. Stanno suscitando un gran numero di reazioni indignate le sconvolgenti immagini arrivate da Amsterdam, sulla feroce aggressione antisemita ai tifosi israeliani dopo la partita Ajax-Maccabi. Particolarmente allarmati e urgenti sono gli appelli che arrivano dal mondo ebraico. Ma la questione non dovrebbe riguardare solo gli ebrei, in un’Europa che si vede e si proclama ancora orgogliosamente come patria dei diritti e delle garanzie per tutti, nessuno escluso.
Dopo il vero e proprio pogrom anti-ebraico, si associa all'allarme la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) Noemi Di Segni: "Dinanzi alle scioccanti immagini di quanto accaduto nel corso della notte ad Amsterdam di persecuzione violenta mirata dei tifosi israeliani, da odiatori propal e radicalizzati islamici, con alcuni appartenenti alle forze dell’ordine inerti - dice - l'Unione delle Comunità ebraiche italiane si unisce al sentimento di grave preoccupazione e allerta che ci raggiunge da Israele e da ogni parte d'Europa e rivolge un appello alle Istituzioni europee in primis e italiane per il rafforzamento delle norme volte a sradicare violenza generata dal fondamentalismo religioso e abuso delle libertà fondamentali".
La preoccupazione degli ebrei italiani è legata appunto alla mancanza di una reazione forte e decisa da parte delle istituzioni dell’Europa come tale e dei Paesi europei. Nel pogrom di Amsterdam Di Segni vede «un segnale che l'Europa è anestetizzata da “pasticche” di odio antisemita che si sta nuovamente manifestando». L’appello è "ancora una volta a tutti i media perché cessino distorsioni, informazioni mendaci ed omissive che offre giorno dopo giorno un assist proprio al terrorismo che si avvale della demonizzazione di Israele e degli ebrei in generale. Lo sport e il calcio in particolare anziché esser momento di spensieratezza e affermazione di valori di convivenza diventa così vittima della persecuzione".
E colpisce anche che la "caccia all’ebreo" si sia scatenata ad Amsterdam: «Nella città di Anna Frank - nota la presidente - ad 80 anni dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Una vera offesa alla memoria e superamento di ogni possibile soglia di allerta per la sicurezza dell'Europa tutta». «Seguiamo con attenzione le notizie riguardo ai dettagli dei feriti e degli aggressori - conclude - rimanendo sempre più esterrefatti e sconvolti». E un appello a reagire, un appello a reagire trasversalmente, giunge anche dal direttore del Museo della Brigata ebraica, Davide Romano: «Serve - dice - anche una reazione culturale che coinvolga media, scuole, università e istituzioni perché condannino chiaramente ogni forma di violenza senza se e senza ma. Al fine di tutelare tutti i cittadini, "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" come recita la Costituzione italiana».
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