E se fosse solo un narcisista?

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E se fosse solo un narcisista?
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Cara Valeria, mi chiamo Maria R. D., ho 37 anni, lavoro come impiegata in una ditta di giocattoli. Ti scrivo perché vivo una situazione un po’ particolare. Sono sposata, ho due figli, ma ormai da mesi ho un’amicizia che a questo punto definirei «molto vicina» con un collega di una ditta prossima alla mia. Spesso ci incontriamo durante la pausa pranzo, oppure a prendere il caffè al bar, a volte sulle scale. Si parla, si scherza, entrambi quando ci vediamo non possiamo non sorridere, il cuore mi va in gola. Non penso di lasciare la famiglia, sono legata a mio marito, gli voglio bene, è un’ottima persona. Ma vorrei (cioè non vorrei, o sì) - sono molto combattuta - che l’amicizia con il collega diventasse qualcosa di più, non so neppure io che cosa. So però che tutto questo dovrebbe cambiare. Sento che tra noi c’è sintonia, io ho anche provato a parlargli, lui quando inizio certi discorsi «scappa» al momento, però non si allontana, torna e resta lì, di nuovo coi suoi sorrisi, le sue belle maniere, la sua disponibilità «amorevole», non mi lascia andare. Un’amica mi ha detto di stare molto attenta, perché così si comportano anche le persone «narcisiste», quelle che hanno sempre bisogno di conferme, magari insicure, con disturbi d’ansia, magari quelle che in famiglia non trovano più certe emozioni (forse come me); ma quando è il momento di fare «un passo in più» si tirano indietro per paura... Ma dico io, non è peggio tenersi tutto dentro? Che bello sarebbe lasciarsi andare. Vivere l’amore per un momento, la più grande energia del mondo. Cara Valeria, a questo punto dimmi tu che cosa ne pensi? Devo cercare di staccarmi da questa situazione (che comunque, al momento, non mi far star bene ma mi fa sognare) oppure continuare a resistere e vedere cosa succede? Ti sono grata per quello che potrai dirmi. Un caro saluto.
Maria R.D.

Cara Maria R.D. non so se il suo «amico molto vicino» abbia questa tendenza alla ritrosia per calcolo narcisista o per semplice paura, o per indecisione, ma lei non si rende conto del fatto che questa è esattamente la sua fortuna! Mi riferisco a lei, Maria. Se il suo «appuntamento sulle scale» fosse più spavaldo o insistente, sarei qui a consigliarle di troncare immediatamente questa situazione che pure, come lei stessa mi dice, la fa «star bene» e la fa «sognare».

Invece, la criptica prudenza dell’oggetto del suo interesse mi permette di assolverla e di suggerirle: si viva ciò che le allieta la vita Maria. Certo non è il massimo nei confronti di suo marito, ma non sta nemmeno facendo nulla di male.

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