La sinistra e l'isteria per Buttafuco e Zecchi a teatro: deriva culturale di destra

I due intellettuali, da sempre vicini al centrodestra, saranno al Teatro Borgo di Milano per la presentazione del libro di Boni Castellane. Ai compagni non va giù che entrambi abbiano anche incarichi istituzionali

La sinistra e l'isteria per Buttafuco e Zecchi a teatro: deriva culturale di destra
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Si definiscono democratici, ma se non sei dichiaratamente di sinistra storcono il naso e puntano il ditino contro una presunta egemonia culturale di destra. A ricevere questo trattamento da Santa Inquisizione, due intellettuali di grande spessore: Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e nipote dell’ex parlamentare missino Antonino Buttafuoco, e Stefano Zecchi, filosofo e professore di estetica alla Statale di Milano. La loro colpa? Esseri troppo vicini al mondo conservatore culturalmente e al centrodestra politicamente.

Ad aver fatto alzare la pressione ai compagni di sinistra, la presenza di Buttafuoco e Zecchi al Teatro Borgo di Milano, domenica 19 novembre, per la presentazione del nuovo libro “In terra ostile” di Boni Castellane, giornalista di punta de La Verità. La fatica letteraria di Castellane è già stata definita un manuale di rifondazione politicamente scorretta e ispirato a tutti quelli che sono i valori tradizionali che hanno fondato la nostra civiltà. Il giornalista Francesco Borgonovo, nella prefazione del libro, ha scritto: “L'obiettivo finale è quello di cambiare non soltanto i comportamenti, le abitudini e lo stare al mondo dell'essere umano, ma di modificarne radicalmente la natura, la costituzione, persino la biologia. La reazione, tuttavia, è possibile. Anche perché, semplicemente, esiste, è istintiva, spontanea, talvolta incontrollata”. Castellane, considerato uno degli interpreti più autorevoli del pensiero conservatore, per la sua tappa milanese non poteva non invitare due colleghi che da sempre combattano contro i dogmi del pensiero unico politicamente corretto.

Tuttavia, un semplice evento culturale è percepito dagli amanti dei colori accesi, come le prove generali per la costruzione di un nuovo pensiero con radici affondate nella tradizione e con delle rivendicazioni sovraniste. Per i politici e gli intellettuali di sinistra, tale disegno sarebbe avallato dal governo di Giorgia Meloni che ambirebbe, a detta loro, a farne un qualcosa di egemonico. A dimostrazione di ciò, il fatto che sempre più esponenti non politici vicini al governo occupino degli incarichi prestigiosi all’interno dei luoghi di cultura. Pietrangelo Buttafuoco è stato nominato, a ottobre di quest’anno, presidente della fondazione La Biennale di Venezia su iniziativa del ministro della Cultura Sangiuliano, mentre Stefano Zecchi è entrato a far parte del consiglio di amministrazione della Triennale di Milano, sempre a partire da ottobre.

Inutile ricordare come negli ultimi anni, la sinistra e i suoi governi abbiano occupato ogni luogo di spazio e confronto pubblico, dalla Rai ad altre sedi istituzionali, silenziando ogni voce non conforme alla loro narrazione.

La questione è un’altra e consiste nel non voler riconoscere, per pregiudizio ideologico, il valore e la statura di intellettuali che possono offrire un contributo per migliorare la società e gettare le basi per un modo di pensare che faccia da contraltare a un altro. Se ne facciano una ragione i compagni, nonostante le loro polemiche, Zecchi e Buttafuoco domenica saranno a teatro a dialogare con Castellane.

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