- Trecento persone. Dico: sono morte trecento persone negli scontri tra le forze di sicurezza dell’Iran e i manifestanti. Questo almeno è il numero che ammettono gli stessi Guardiani della Rivoluzione, sempre che non sia sottodimensionato (probabile). Tra loro anche persone che non c’entravano nulla, che passavano lì un po’ per caso o per curiosità. Le parti civili parlano invece di 451 decessi tra i manifestanti e 60 tra gli agenti, oltre a 18mila persone arrestate. Ecco, giusto per dare l’idea dei numeri di una “rivoluzione” a quelli che ogni tanto la chiedono per l’Italia.
- State a sentire cosa ha detto il presidente serbo Aleksandar Vučić in relazione alla “rivoluzione elettrica” che ci attende. A chi gli chiedeva cosa ne pensasse del fatto che il Paese negli anni scorsi ha chiuso le miniere di litio, ovvero uno dei componenti per le batterie, ha spiegato: “Sono il presidente più stupido del mondo: il prezzo oggi del litio è 82.500 dollari per tonnellata e con le nostre riserve sarebbero stati 100 miliardi di euro di introiti per il Paese”. Vucic ha puntato il dito contro gli ambientalisti e contro quelli che hanno creduto a teorie del complotto istigati da leader delle proteste “pagati da fondazioni straniere”. "Loro hanno distrutto il Paese insieme a noi che siamo stati stupidi e ingenui ad accettare l'insolenza di questo potere che pensava di poter fare tutto, e me ne pento amaramente”. Almeno è stato sincero.
- Quando vedete la nazionale di calcio della Germania mettersi la mano davanti alla bocca in solidarietà ai diritti Lgbt non proprio rispettati in Qatar, ricordate quel famoso detto: pecunia non olet. Mentre Neuer e soci facevano la loro scenetta, infatti, il governo tedesco se ne fregava degli omosessuali e firmava un accordo di forniture di Gnl della durata di 15 anni proprio col Qatar. In pratica arriveranno a Berlino 2 tonnellate di Gnl all’anno e l’unica cosa certa è che la nave che lo porterà in Germania non batte bandiera arcobaleno.
- La cosa più insopportabile delle disgrazie di ogni tipo, tipo terremoti e alluvioni, è il pezzo sugli “angeli del fango” che ciclicamente ritornano. E lo dice uno che, ad Amatrice, si è ritrovato a doverli scrivere. Per fortuna ora ho smesso.
- I giapponesi hanno ancora la pena di morte. E non con sedia elettrica o sedazione. Loro gli assassini li impiccano. Pazzesco.
- Oggi scopro che buona parte dei commentatori osservano la Cina e gioiscono per le rivolte contro i lockdown continui. Vorrei solo farvi notare che quelle proteste sono, nei fatti, una critica al cosiddetto “modello Speranza”, dal nome del ministro che si ispirò a quello cinese. Certo, poi noi lo abbiamo fermato prima e applicato in maniera forse meno stringente, ma il principio resta. E non ricordo grandi giornali stracciarsi le vesti per continui lockdown, Natale a casa tua, caccia ai bagnanti e via dicendo. Anzi...
- Leggo l’editoriale del Corriere della Sera. Lo firma Guido Santevecchi, cui io ovviamente non sono degno neppure di slacciare i sandali dei piedi. Scrive l’illustre collega: Xi Jinping e soci “sono finiti nel guado di una crisi che si sono inflitti da soli, inseguendo il sogno irrealizzabile di eliminare il Covid-19, per mostrare la superiorità del modello autoritario e repressivo al “caos occidentale”. Bene, bravo, bis. Peccato che nel marzo del 2020 lo stesso Santevecchi vergava un pezzo dal titolo: “Coronavirus, così il modello cinese ha funzionato: soltanto 36 nuovi casi a Wuhan”. Sottotitolo: “Forse il modello cinese funziona. E se si vuole seguirlo va fatto subito”. Serve poco rimediare oggi con la frase “a inizio della pandemia ha evitato molti contagi”. Il punto era il “modello”. E quel modello a molti cronisti italiani piaceva, a inizio come a fine pandemia. Non dico sia giusto o meno questo o quel modello, non ho una risposta univoca. Solo sottolineo che chi ha chiesto in passato di emulare i cinesi, il loro modello autoritario e la “mancanza di discussione sul tema” Covid, forse oggi dovrebbe andarci un po’ piano.
- In Germania si discute del fatto che il terminale di Gnl di Lubmin sarebbe dovuto entrare in funzione il 1 dicembre e invece inizierà a lavorare solo “a dicembre”. Insomma: un mesetto di ritardo al massimo. Da noi certe cose si calcolano in anni.
- Dice Meloni: “L’accusa di aiutare le categorie che pagano meno tasse come gli autonomi la considero un tipico pregiudizio della sinistra e non l’ho mai condiviso”. Applausi a scena aperta. Ricordo ai professoroni che gli autonomi non godono di Tfr, ferie pagate, congedi, permessi, pensioni decenti e sussidi di disoccupazione. Mi pare il minimo che paghino meno tasse
- Il direttore del Corriere spiega a Meloni: “Lo sa che nell’opinione pubblica c’è ancora diffidenza rispetto a rotture con il passato (fiamma nel simbolo, Resistenza) che lei non avrebbe compiuto”. Mi scusi, Fontana. Ma se gli italiani hanno dato il 26% dei voti a Giorgia che adesso ruota attorno al 31%, cui vanno sommati i voti di Forza Italia e Lega che sull’argomento non sono distanti da lei, mi spiega quale sarebbe questa “opinione pubblica” che mostra diffidenza? Intende per caso le redazioni dei giornali?
- Credo che l’incontro tra Meloni e Calenda ci dica molto più di quello di cui hanno realmente parlato, ovvero della manovra. Il Terzo polo e il centrodestra si annusano, ormai è chiaro.
E Renzi forse potrebbe anche trovare da questa parte gli elettori che non lo vogliono più a sinistra. Di sicuro, dialogare con Calenda&co permetterà a Giorgia di evitare eventuali fughe in avanti di alcuni pezzi della sua maggioranza. Se son rose, poi, magari, fioriranno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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