Una speranza per il nuovo anno: funerali silenziosi, senza applausi e balli

Sul Corriere, Aldo Cazzullo ha affermato che avrebbe scelto come persona dell'anno il nonno che ha ballato a ritmo tecno al funerale del nipote Kevin, morto in un incidente stradale a ottobre

Una speranza per il nuovo anno: funerali silenziosi, senza applausi e balli
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Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, rispondendo alla domanda del lettore che gli chiedeva un parere sulla scelta di “Time” di eleggere Donald Trump “uomo dell’anno”, ha scritto: “(…) Come uomo dell’anno sceglierei un’altra persona…”; vale a dire? ”il signor Gino”. Cioè il nonno protagonista del video dove al funerale del nipote Kevin (15 anni) balla a ritmo tecno, passione musicale che condivideva col ragazzo deceduto in un incidente stradale la mattina del 26 ottobre 2024 a Castelfranco Veneto. La bara di Kevin sul sagrato, il brano a tutto volume e l’anziano parente che si dimena come fosse in discoteca: combinato disposto che non poteva passare inosservato. Inevitabile il “dibattito” social, con i leoni da tastiera pronti a ruggire parole d’odio contro l’”esibizionismo” di “nonno dance” e chi, come noi, ha cercato di comprendere il senso vero e profondo di una “performance d’affetto” fuori dal comune. Cazzullo sottolinea: “Non riesco a immaginare né un amore più bello di quello a cerchio di vita tra un nonno e un nipote, né un dolore più grande di quello innaturale di un nonno che un nipote deve seppellire. Quel ballo è un segno di disperazione ma anche di consolazione, di sofferenza ma anche di speranza”. Parole che condividiamo. Tuttavia, per il nuovo anno, ci permettiamo di formulare un auspicio che però già sappiamo verrà disatteso, considerata ormai la consuetudine di riempire di rumore (applausi, musica, cori ecc.) perfino la cerimonia che tradizionalmente era sinonimo di silenzio e raccoglimento interiore: il funerale. Un rito solenne proprio perché incapsulato in aurea di muta compartecipazione che solo il sacerdote era legittimato a interrompere con la preghiera per meglio sublimarne il valore spirituale. Ora invece, nella società del frastuono indistinto, la dimensione sovrannaturale del silenzio viene percepita come un cascame anacronistico di tempi lontani.

Negli stadi perfino durante il “minuto di silenzio” in memoria di un defunto illustre c’è chi non riesce a rimanere zitto. Un vecchio saggio sosteneva: “L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare”. Il suo ultimo desiderio fu che alle sue esequie “non volasse neppure una mosca”. Chissà se è stato esaudito.

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