Spiaggia, attenzione alle regole: si rischiano multe fino a 3mila euro

Una serie di comportamenti tenuti dai bagnanti viene punito anche pesantemente con delle specifiche sanzioni. Ecco a cosa stare attenti

Spiaggia, attenzione alle regole: si rischiano multe fino a 3mila euro
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Le vacanze al mare sono in genere un'occasione perfetta per staccare la spina e godersi un po' di meritato relax: ciò non significa, tuttavia, che in spiaggia sia consentito ogni genere di comportamento, per cui è consigliabile informarsi bene prima di raggiungere una determinata località ed evitare brutte sorprese.

Tra le consuetudini oramai più diffuse, ad esempio, c'è spesso e volentieri quella di applicare dei divieti al fumo delle sigarette: fumare negli stabilimenti balneari non è consentito ovunque ed esistono anche dei casi estremi. Nei comuni di Bibione (Venezia) e Cabras (Oristano) è vietato accendersi una sigaretta entro 10 metri dalla battigia, e in alcune aree il divieto è esteso a tutta la spiaggia. Tra il rischio di infastidire gli altri avventori e quello di veder scaricare ovunque i mozziconi, la violazione comporta multa salate che possono arrivare fino a 500 euro.

Anche fare il bagno con la bandiera rossa è severamente vietato, dato che si possono venire a creare delle condizioni di estremo pericolo non solo per il diretto interessato ma anche per i soccorritori che dovrebbero intervenire per salvargli la vita in acqua. Con episodi sempre più frequenti di indisciplina da parte dei bagnanti iniziano a fioccare sanzioni amministrative, dato che si tratta di un tema particolarmente caro alle autorità locali.

Poter godere della compagnia del cane in spiaggia non è un beneficio concesso ovunque: sono numerose le località in cui è fatto divieto, soprattutto nella zona della battigia, per cui è sempre meglio avere la certezza assoluta prima di mettersi in viaggio col proprio amico a quattro zampe. Esistono aree pet-friendly, ma laddove non ci sia questa possibilità violare le regole può comportare multe fino a 200 euro: le sanzioni, perfino più pesanti, sono peraltro applicate anche ai gestori degli stabilimenti balneari.

Fare un falò in spiaggia è diventato ormai impossibile: pur non esistendo una legge a livello nazionale, sono sempre più numerosi i comuni ad aver scelto di punire questa pratica, sia per questioni di tutela ambientale che di sicurezza. Grande attenzione nei controlli viene data soprattutto a Ferragosto, periodo in cui la prassi è più diffusa: le multe vanno da 400 fino a 3mila euro.

Punita pesantemente anche la malsana abitudine dei furbettini delle spiagge di lasciare ombrelloni e sedie a sdraio nel posto occupato per riservarselo anche il giorno successivo: chi viene colto in fallo rischia multe fino a centinaia di euro.

Fare eccessivo rumore e minare il relax degli altri bagnanti è un altro atteggiamento colpito, specie nelle ore di riposo. Le regole variano a seconda della località, ma in casi estremi può essere contestato anche il reato di disturbo della quiete pubblica: a Venezia per esempio niente musica nella fascia oraria tra le 13 e le 16.

Bene il pic-nic in spiaggia, ma chi usa barbecue o fornelli viene spesso punito. Portare cibo da casa non può essere vietato in nessun caso, anche se c'è qualcuno che ci tenta per massimizzare i propri introiti: la norma generale prevede comunque che il bagnante porti via tutti i rifiuti senza sporcare, pena la sanzione per inquinamento. Accendere un barbecue o un fornello è invece in genere vietato, a meno che non vi siano delle aree specificamente adibite: le multe, diverse a seconda della località, possono essere anche molto pesanti.

In alcuni casi è addirittura fatto divieto di usare stoviglie in plastica non biodegradabile: nelle Tremiti, per esempio, i trasgressori possono incorrere in sanzioni fino a 500 euro.

Discorso diverso per quanto concerne il topless: pur non essendo fatto divieto alla pratica dalla legge italiana, visto che come stabilito dalla Cassazione è un atto che non offende la pubblica decenza, esistono delle ordinanze comunali a cui è bene fare riferimento.

Giocare a pallone, una delle pratiche più diffuse tra i giovani, non è vietato in senso assoluto da una normativa comune a livello nazionale. Ciò nonostante il Comune e la Capitaneria per le spiagge pubbliche e i gestori degli stabilimenti per quelle private hanno facoltà di porre un divieto, l'importante è che ciò sia indicato con un cartello.

Altro aspetto di cui tenere sempre conto in spiaggia è che in nessun caso l'accesso al mare può essere impedito ai bagnanti, neppure qualora ci si trovi in una zona occupata da uno stabilimento balneare: il passaggio alla battigia è libero e gratuito, come sancisce la nostra legge.

Nel caso in cui qualche furbetto approfitti della situazione per chiedere il versamento di una quota commette una grave violazione dei diritti del cittadino, il quale può in ogni momento contattare le forze dell'ordine per segnalare l'abuso: le multe previste in questi casi sono pesantissime.

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