Sono ancora in mezzo all'alluvione che ha flagellato la Romagna, a spalare per salvare il salvabile, qualunque cosa sia accaduta in Italia mi arriva filtrata dal fango e dall'acqua stagnante che ancora tormenta molte zone, ma questo non significa che non possa provare a cercare un po' di poesia.
#tuttinRomagna!
Alcune città romagnole stanno soffrendo profondamente per il disastro dell'alluvione, ma la costa è asciutta ed è pronta ad accogliere tutti coloro che vogliono venire a godersi i tesori romagnoli, per fare sapere questo ho fatto circolare sui social una poesia che si intitola proprio “Tutti in Romagna”: “Ti ricordi quei raggi di sole nei sorrisi della gente, melodie antiche di campi e colline, il caldo consolatorio dell’estate e la piadina che sa sempre di casa, le serate spensierate e quelle feste, cornici degli amori più belli, Romagna di acqua, di sabbia e di sogno, Romagna dorata nei mosaici, saporita nelle sagre, segreta nelle valli, Romagna popolare, di liscio, di vip e di -pataca, Romagna di sorrisi, tanti sorrisi - sorrisi di luce, sorrisi semplici - sorrisi di verità, ti ricordi tutto questo? C'è ancora, non basta un po' d'acqua a scolorire l'anima romagnola, quest'estate vieni in Romagna, la Romagna è il sorriso d'Italia”.
I seminatori di econarcisismo
E intanto c'è chi continua a sfruttare la nostra tragedia per fare propaganda della propria folle ideologia ansiogena, che è in essenza l'econarcisismo di chi pensa di poter comandare i meccanismi della natura mangiando tofu e di poter influenzare i governi vandalizzando la bellezza delle opere d'arte – questa settimana era il turno della fontana di Trevi – pensano di risolvere la disperazione di chi ha subito l'alluvione tagliando il naso al David di Michelangelo, venissero a spalare invece di perdere tempo così, ideologi da salotto, servirebbero sovrani asburgici e mistici predicatori per riportare questi smarriti sulla via dell'umanità, ma all'orizzonte non ci sono gli uni né gli altri.
Il pericolo della censura al ministro Roccella
C'è un principio che fa da confine tra la civiltà e il mondo tribale e questo è la libertà di espressione, il tentativo violento di censura del ministro Roccella alla “sagra” del libro di Torino ha investito alcune esagitate estremiste,ì. Ma questo non preoccupa, preoccupa invece che Saviano, invece di condannare la violenza e la censura, dica “Le parole di Roccella sono vere e proprie provocazioni", preoccupa che la Murgia dica “quello che tu hai fatto e che è scritto e teorizzato in questo libro ha reso la mia vita peggiore, quindi io qui non ti lascio parlare: non ne hai il diritto”, attenzione ragazzi, se passa il principio che si può censurare una posizione che non ti piace, oggi è la sua, domani sarà la tua e questo non è il paese che vogliamo.
Lagioia di una cultura senza etichette politiche
Nicola Lagioia ha detto cose interessanti nel suo addio a Torino, certo chiede alla cultura di destra di fare ciò che non è mai stata capace la cultura di sinistra, ossia svincolarsi dalla politica, non tutto quello che ha detto contro la cultura di destra è falso, ma il punto di tutto questo scontro tra cultura di sinistra e cultura di destra è un altro, e cioè che finché continueremo a etichettare la cultura con categorie politiche contribuiremo all'estremizzarsi di una cultura che diventa strumento della lotta politica, abbandonando la sua reale vocazione, che è dare uno sguardo d'insieme sulla realtà, tutto questo finirà solo quando si radicherà l'idea che chi fa cultura e chi fa arte deve essere dotato di uno strumento fondamentale che trascende le proprie convinzioni personali: il senso della libertà.
L'addio di Lucia Annunziata alla RAI
E infatti dispiace che Lucia Annunziata, che è senza dubbio una voce molto autorevole del panorama culturale italiano, si sia dimessa dalla RAI, perché così facendo ha dimostrato che a sinistra non si riesce a concepire la cultura e l'informazione se non come “instrumentum Regni”, ecco, questo è il presupposto che impedisce ad una ricerca culturale e artistica libera di emergere, chi vuole fare politica faccia politica e lasci spazio a chi vuole fare cultura.
Che brutta la violenza
La violenza è sempre brutta, soprattutto se la usa chi è più forte, chissà quale sarà la verità dei fatti, di certo non emergerà dal processo mediatico,
ma l'episodio dell'uso della violenza da parte dei vigili a Milano ci interroga anche su un altro fatto: se invece di essere trans la persona coinvolta fosse stata un uomo bianco ci sarebbe stata la stessa indignazione?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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