La fine dell’Impero, la propaganda a scuola, i cristiani perseguitati. Le parole della settimana

Dalla censura alla verità per Ramy, passando per l’ultimo giorno di patriarcato: la settimana raccontata in parole

La fine dell’Impero, la propaganda a scuola, i cristiani perseguitati. Le parole della settimana
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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcune della parole che hanno risuonato in questa settimana viste attraverso un filtro a colori

Fine dell’Impero?

I potenti stanno giocando una complessa partita a scacchi. Sembra che Trump abbia deciso di isolare l’America dal resto del mondo con dazi, spintoni e decisioni unilaterali. E la conseguenza già innescata è che il resto del mondo vuole liberarsi dell’America. Se dunque The Donald mettesse dei dazi del 200% sul vino europeo, perché poi gli europei dovrebbero continuare a mangiare gli hamburger marchiati America, perché guardare le piattaforme americane, perché non crearsi colossi digitali autonomi? E in ultima analisi, perché continuare a ospitare le loro basi militari? Il destino del mondo che abbiamo conosciuto è appeso a un filo.

Propaganda a scuola

L’episodio del tredicenne di Verona che si è rifiutato di percorrere la scala arcobaleno LGBTQ ha scoperchiato il vaso di pandora. Sui social emergono ogni giorno racconti e testimonianze che documentano come la scuola sia un territorio di propaganda woke e gender continua, spesso istituzionalizzata e abbracciata ufficialmente dagli istituti scolastici. Molte scuole italiane insegnano ai ragazzini, nella loro fase più delicata, che il genere è un costrutto sociale e che quindi tutto sommato possono sceglierselo, generando infinita confusione. Fra tutte le cose del dominio americano che dovremmo salvare, quest’ideologia è la prima di cui dovremmo disfarci. In una fase storica in cui in Italia il potere politico è nelle mani di forze che non aderiscono a questa ideologia speriamo che vadano in porto i disegni di legge pensati a tal proposito.

Cristiani perseguitati

E intanto sotto il silenzio del mondo prosegue un genocidio silenzioso, una strage senza limiti di cui sembra faticoso sentir parlare. È la persecuzione dei cristiani. Pochi giorni fa tre cristiani convertiti sono stati condannati a infiniti anni di carcere in Iran, tra loro una donna incinta. In Congo 70 cristiani sono stati decapitati in chiesa, 380 milioni di cristiani non hanno il diritto umano fondamentale di professare liberamente la propria fede, come riporta il World Watch List 2025. E anche in paesi insospettabili, come l’Italia, si moltiplicano gli episodi di violenza ideologica e minacce contro gruppi cristiani come i pro vita, l’ultima minaccia di morte pochi giorni fa. Sarà un destino profetizzato sin dalle Scritture, ma non si può tacere.

Censura

E a proposito di questo, i social sono esplosi sull’episodio di don Ambrogio Mazzai, un prete cattolico invitato da una scuola di Vercelli che, su domanda degli studenti, ha espresso il punto di vista cattolico su aborto, coppie omosessuali, divorzio. Sulle piattaforme sono piovute richieste di censura, è stato teorizzato che chi ha le sue posizioni non dovrebbe parlare. Gli italiani stanno perdendo ogni giorno di più la capacità di confrontarsi con la diversità e di creare dialogo. Soprattutto gli italiani che aderiscono a quelle ideologie che si fanno ogni giorno più dogmatiche e settarie.

La verità di Ramy

Per settimane le forze dell’ordine hanno subito un attacco indiscriminato per la triste vicenda dell’inseguimento dei due ragazzi, finita con la morte di Ramy Elgaml. Infinite personalità pubbliche, artisti, gente di spettacolo, politici hanno accusato le forze dell’ordine di avere in qualche modo “ucciso” il giovane fuggito insieme all’amico al post di blocco. Ma ora da un lato i documenti resi pubblici da Dritto e Rovescio dimostrano che i carabinieri hanno chiamato i soccorsi subito, dall’altro il perito dei pm certifica che "L'operato del conducente (il carabiniere, ndr) dell'autovettura Giulietta nell'ambito dell'inseguimento, risulta essere stato conforme a quanto prescritto dalle procedure in uso alle forze dell'ordine". Il tempo è amico della verità. Sarebbe bello sentir risuonare la parola “scusa”.

L’ultimo giorno di patriarcato

Ha fatto ridere tutti, come sempre. Un po’ di femministe, convinte che stesse prendendo in giro i maschilisti e che stesse celebrando la fine del patriarcato. Molti antiwoke, convinti che stesse invece prendendo in giro la deriva del femminismo e della sua ossessione per il patriarcato.

Checco Zalone è ancora una volta così: fa ridere e seppellisce tutti con una risata. E forse è proprio dalle risate e dalla capacità di filtrare il mondo attraverso le lenti della commedia, e non della tragedia, che inizia un mondo migliore. Grazie Checco.

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