Vivere sulla luna? La regolite e la tecnologia chiave per poterlo fare

Un accordo siglato tra l'Agenzia Spaziale Italiana e il Politecnico di Milano svilupperà una tecnologia chiave per abilitare la presenza umana di lunga durata sulla Luna

Vivere sulla luna? La regolite e la tecnologia chiave per poterlo fare
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Mentre Elon Musk sta pensando a come portare l'uomo sulla luna con il suo SpaceX, c'è chi fa addirittura un passo avanti, creando la possibilità, in un prossimo futuro, di poterci abitare. L'Agenzia Spaziale Italiana e il Politecnico di Milano, hanno firmato un accordo per un ambiziono progetto di sviluppo e validazione di una delle tecnologie chiave, per permettere la presenza umana di lunga durata sul nostro satellite naturale.

Si tratta di Oracle- Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment, un impianto che consente l'estrazione di ossigeno dalla regolite lunare, secondo un processo già studiato e in parte verificato in laboratorio dal gruppo Astra del Politecnico di Milano.

Che cosa è la regolite

Si tratta dell'insieme eterogeneo di sedimenti, polvere e frammenti di materiale, che compongono lo strato più esterno della superficie dei pianeti rocciosi come la Terra o Marte e dei corpi celesti come le lune e gli asteroidi. Adesso, sotto la guida di Agenzia Spaziale Italiana, si vuole attuare, entro la fine di questo decennio, una validazione nell'ambiente operativo di destinazione, cioè sulla superficie della Luna. Si tratta di un passo avanti molto importante e con la firma di questo accordo, l'ASI e il Politecnico hanno preso l’impegno di collaborare già in queste fasi iniziali di progettazione e definizione degli aspetti di interfaccia verso il lander, che ospiterà una versione preliminare dell’impianto.

Lo sviluppo del progetto

Il passo successivo sarà poi quello dell'attività di sviluppo che sarà affidata ad un ulteriore partner industriale. L'obiettivo è quello di poter lanciare entro il 2028 un dimostratore sfruttando una delle opportunità di volo commerciali, tra quelle attualmente in via di sviluppo in diversi paesi.

L’In Situ Resources Utilization, cioè l’estrazione e lo sfruttamento delle risorse sul posto, è una capacità chiave per l’esplorazione sostenibile come quella che stiamo pianificando per la Luna. – spiega Raffaele Mugnuolo Responsabile Unità Esplorazione, Infrastrutture Orbitanti e di Superficie e Satelliti Scientifici dell’Agenzia Spaziale Italiana - In questo senso, contiamo che il progetto ORACLE si riveli di interesse globale in una prospettiva futura e che consenta all’Italia, tra i primi al mondo, di detenere una tecnologia strategica. In questa nuova stagione di ritorno alla Luna, il nostro paese si sta preparando al meglio per essere presente e ORACLE ci darà l’opportunità di consolidare il ruolo di primo piano in programmi di ampio respiro come Artemis”.

La sinergia come scelta vincente

Il progetto ORACLE rappresenta uno percorso virtuoso di ricerca e sviluppo tecnologico che dimostra come l’innovazione si possa concretizzare attraverso azioni sinergiche di realtà complementari come l’Università, l’Agenzia Spaziale Italiana e, in futuro, il comparto industriale nazionale. - Afferma Michèle Lavagna, Responsabile scientifico del Progetto per il Politecnico di Milano. - ORACLE è un’ulteriore conferma delle opportunità che la collaborazione tra i due enti offre in ambito Aerospaziale per mettere le competenze tecniche e la ricerca del Politecnico di Milano al servizio del consolidamento del ruolo dell’Italia in un comparto così strategico a livello mondiale.

La sfida è notevole, ma altrettanto intensi sono la motivazione e l’entusiasmo del gruppo che contribuirà fattivamente ad un momento storico unico nello scenario dell’esplorazione spaziale come il ritorno sulla Luna, dando seguito ai risultati ottenuti in laboratorio per produrre “in loco” la prima goccia d’acqua lunare.” Ha concluso Lavagna.

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