Aumenti di capitale, la paura scuote le banche

Stallo nel consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Milano, chiamato ad approvare il bilancio 2010 e il prospettato aumento di capitale per restituire all’istituto la necessaria solidità patrimoniale in vista di Basilea III. Superato l’ostacolo dei conti intorno alle ora17.00, la discussione si è incagliata sulla ricapitalizzazione. L’operazione, secondo quanto trapelava ieri sera dai corridoi di Piazza Meda, sarebbe infatti stata da subito bocciata dal cda con un voto terminato con 13 voti contrari e solo cinque favorevoli: Mario Artali, Carlo dell’aringa, Francesco Bianchi, Franco Debenedetti e lo stesso presidente Massimo Ponzellini.
Uno smacco per l’imprenditore-banchiere che nelle ultime settimane ha speso tutta la propria influenza per coinvolgere Mediobanca nell’operazione e per far digerire l’aumento all’Associazione degli Amici e a quanti tra i sindacati interni vorrebbero vedere cadere la testa del direttore generale Fiorenzu Dalu prima di chiedere ai soci di mettere mano al portafogli. Così come a nulla sarebbe valso il tentativo di Ponzellini di ribaltare la volontà del cda, chiedendo un supplemento di discussione in cui avrebbe difeso a spada tratta l’aumento. Un’arma a doppio taglio, anche perché molti consiglieri avrebbero ritenuto eccessivo l’ammontare del ricapitalizzazione prospettata: 600 milioni.

Il banchiere dovrà ora gestire lo strappo con i sindacati interni (gli unici che hanno votato con lui sono stati i consiglieri espressi della Fiba Cisl) che concorrono alla governance di Bpm tramite l’associazione degli Amici. In pochi insomma capiscono perché Ponzellini abbia deciso di arrivare alla conta.

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