A nessuno verrebbe l’idea di appendere il poster di una Volkswagen Passat in camera. Eppure, questo modello rappresenta una vera e propria leggenda nel mondo delle quattro ruote. Da 50 anni, la sua presenza sulle strade di tutto il mondo (o quasi) è una costante. Discreta, ma perennemente costante. Dopotutto, nel corso della sua lunga avventura commerciale, che prosegue tutt’oggi con l’ottava generazione, di Passat ne sono state vendute oltre 30 milioni, risultando al quarto posto in assoluto nella classifica delle auto più vendute nella storia. Davanti a lei solo la sorella minore Golf, il pickup Serie F di Ford e la gettonatissima Toyota Corolla. Ma se si parla di auto di medie dimensioni, quelle che vanno bene un po’ per tutte le occasioni, è proprio la Passat a raccogliere il maggior numero di consensi a livello globale. Questo fa di lei una perfetta auto media di nome, ma non di fatto. La Passat, infatti, è sempre stata un modello capace di evolversi e migliorarsi rivestendo in molti casi il ruolo dell’ammiraglia, senza però mai ostentarlo. Una discrezione che ha contribuito al suo enorme successo planetario. Conosciamo da vicino le otto generazioni che si sono succedute dal 1973 a oggi, in vista del radicale rinnovamento che avverrà con il debutto della prossima.
Nata sotto una buona stella
Alla fine degli anni ‘60 una Volkswagen in crisi di identità affidò all’Italdesign di Giorgetto Giugiaro il compito di disegnare una berlina per la classe media. Un’auto onesta: equilibrata nello stile, sincera nei contenuti e capace di infondere affidabilità e sicurezza e di accogliere passeggeri e relativi bagagli. Il risultato si vide nel 1973, quando venne svelata la prima Volkswagen Passat (nome in codice B1). Un Frankenstein riuscito, che combinava la carrozzeria (a due o quattro porte, seguite a breve dalle versioni “fastback” a tre e cinque porte) dell’Audi 80 con una sezione posteriore inedita.
Proprio il lato B spiovente fu uno degli elementi più apprezzati dagli automobilisti, che ne riconobbero immediatamente il merito di offrire ancora più spazio per i bagagli. Uno spazio che, con il debutto della versione station wagon nel 1974, divenne praticamente infinito (e parliamo di un’auto lunga appena 4,19 m, quindi una manciata di centimetri più corta dell’attuale Golf). Chi avrebbe mai potuto pensare che, cinquant’anni dopo, questa carrozzeria sarebbe rimasta l’unica disponibile sul mercato!
La prima Passat completamente progettata autonomamente da Volkswagen fu la B2, seconda generazione al debutto nel 1981. Le dimensioni crebbero leggermente e il design si fece più razionale, con il passaggio ai fari squadrati su tutte le versioni. Due le carrozzerie disponibili a livello globale, fastback e Variant, con motori diesel e benzina da 60 a 115 CV. Una prima importante evoluzione nel design avvenne con il debutto della terza generazione, la Passat B3, nel 1988: a stupire era la pulizia del frontale, in cui la mascherina spariva (ricordando per certi aspetti le vecchie VW a motore posteriore) in luogo di una presa d’aria inferiore di maggiori dimensioni. La lunghezza crebbe fino a 4,57 m e il design assunse le proporzioni delle Passat più moderne, con una versione berlina dotata di tre volumi ben definiti e una Variant con una sezione posteriore ulteriormente sviluppata per ottenere ancora più spazio per i bagagli.
Nella Passat B3 debuttò il mitico motore VR6, un 2.8 a 6 cilindri capace di erogare 174 CV di potenza. Un corposo restyling portò alla nascita della Passat B4, venduta tra il 1993 e il 1997 con diversi affinamenti al design (in primis il ritorno a una mascherina tradizionale) e ai motori. Da segnalare, in particolare, l’arrivo dell’iconico 1.9 TDI turbo diesel a iniettore-pompa, capace di erogare 90 o 110 CV di potenza e una coppia sconosciuta ai motori tradizionali dell’epoca. La svolta per le famiglie abituate a viaggiare a pieno carico, ma anche per i professionisti che videro abbassarsi notevolmente i consumi di carburante. Un motore talmente riuscito da far sorvolare su altri aspetti sottotono della vettura, come la qualità generale non sempre all’altezza.
Si alza l’asticella
La quinta generazione di Passat, la B5 presentata nel 1996, introdusse un nuovo standard estetico e qualitativo, alzando l’asticella sotto tutti i punti di vista. Si tornò a una notevole condivisione meccanica con la coeva Audi A4 (a tutto vantaggio della qualità) ma qui aumentò la dimensione del passo, fino a raggiungere la lunghezza complessiva di 4,70 m. Stile tondeggiante e aerodinamica curata si abbinavano a interni di ottima qualità, alla trazione integrale di derivazione Audi quattro (ribattezzata 4MOTION) e alla vasta gamma motori. Vanno ricordati i benzina 1.8 turbo 4 cilindri da 150 CV, 2.3 5 cilindri da 150 e 170 CV, e il 2.8 V6 da 193 CV, mentre per i diesel spiccavano il 1.9 TDI 4 cilindri da 130 CV e il 2.5 TDI V6 da 150 CV. Un importante restyling arrivò nel 2000, introducendo motori più performanti tra cui l’esagerato 4.0 W8 benzina da 275 CV e il 2.5 TDI V6 da 180 CV.
L’evoluzione continuò nel 2005 con la Passat B6, totalmente rivista dentro e fuori (con lunghezza che arriva 4,77 m): la meccanica abbandona la piattaforma con motore longitudinale di Audi per una soluzione trasversale derivata da quella della Golf (da cui venne ereditato anche il riuscito cambio DSG a doppia frizione, all’epoca impareggiabile per velocità di cambiata). I motori TDI vennero razionalizzati con il debutto del 2.0 da 140 e 170 CV e il 3.2 V6 FSI a benzina da 250 CV.
Presenti numerose migliorie a livello tecnologico e di sicurezza. Nel corso della sua carriera commerciale, la Passat B6 vide l’introduzione dei nuovi motori TDI con tecnologia common-rail e del 3.6 V6 benzina da 300 CV montato sulla Passat più sportiva, la R36. Presente, per la prima volta, anche la 1.4 TSI EcoFuel a metano. La Passat B7 arrivò nel 2010 come pesante restyling esterno e interno del modello precedente, necessario per allungare la vita della vettura per qualche anno in attesa di una generazione completamente rinnovata. In questo frangente debuttò la variante Alltrack, allestimento che strizza l’occhio ai SUV grazie all’assetto rialzato.
Rivoluzione tech, tra connettività ed elettrificazione
L’attuale generazione di Passat, la B8, ha fatto il suo esordio nel 2014 portando con sé numerose novità: nuova è innanzitutto la piattaforma modulare MQB e nuovi sono quasi tutti i motori: dal 1.4 TSI al 2.0 TSI benzina, passando per il 1.6 TDI e il 2.0 TDI a gasolio, quest’ultimo disponibile anche nell’inedita variante BiTDI da 240 CV. Numerosi i sistemi di assistenza alla guida, sicurezza e infotainment introdotti in anteprima sul modello, dal cruise control adattivo al mantenimento di corsia (che diventa guida autonoma di livello 2 con il restyling), passando per i fari full LED (a matrice attiva dopo l’aggiornamento 2019) e l’infotainment connesso con strumentazione interamente digitale. Per la prima volta, Passat è disponibile anche in versione ibrida plug-in GTE. L’ottava generazione di Passat è anche l’ultima commercializzata in versione berlina, carrozzeria che viene abbandonata senza un’erede nel gennaio 2022. Al suo posto arriverà, nel corso del 2023, la berlina elettrica Volkswagen ID.7, mentre l’erede della Passat Variant continuerà ad essere prodotta in versione termica (probabilmente solo elettrificata, mild e plug-in hybrid) a partire dal 2024, con la nona generazione B9.
Sempre sobria nello stile, sempre incredibilmente spaziosa dentro: nei suoi 50 anni di storia, Volkswagen Passat è diventata un vero e proprio riflesso del progresso ingegneristico del marchio di Wolfsburg; questo senza mai tradire la
sua mission di auto tuttofare, adatta alle esigenze tanto delle famiglie quanto degli utenti business: è così che è diventata uno dei pilastri più importanti del brand ed è così che continuerà ad esserlo nei prossimi anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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