BMW Z1, la roadster con gli sportelli a scomparsa

La BMW Z1 è un esempio di folle azzardo, un progetto ambizioso che è stato ripagato dal consenso universale ottenuto dal grande pubblico

BMW Z1, la roadster con gli sportelli a scomparsa

Prendiamo la parola anticonformista, che significa contrario ai principi e ai comportamenti che predominano nell'ambito di una società. Mettiamo che quest'ultima non esita ma che vi sia al suo posto un universo speciale, un mondo dove le uniche macro categorie presenti sono le automobili, di tutte le epoche. Chi spicca per anticonformismo? L'azzardo è facile, la BMW Z1. La roadster bavarese è a tutti gli effetti un concept trasformato in una vettura di serie, probabilmente il miglior esempio di incoscienza e follia esercitate da parte del costruttore tedesco nella sua lunga storia. La compatta a cielo aperto viene ricordata da tutti per una caratteristica in particolare, che è una peculiarità tutta sua: le portiere retrattili. Con gli sportelli abbassati si poteva toccare con mano l'asfalto, per un istante di assoluta pazzia; non ci voleva molto, visto il baricentro quasi rasoterra. La Z1 però non è stata soltanto questo, ma molto di più.

Un progetto ambizioso

La sua presentazione ufficiale avviene al Salone di Francoforte del 1987, ma prima di arrivare al lancio durante i giorni della più famosa kermesse dell'auto di Germania, bisogna fare un passo indietro. Torniamo al 1985, anno in cui la BMW dà carta bianca all'innovativo gruppo di lavoro BMW Technik che si sbizzarrisce nella sua idea di domani che pone una grande attenzione sui materiali e su una metodologia di lavoro sempre più sofisticati. In breve tempo i 60 elementi di quella squadra arrivano a concepire la Z1, una sportiva gustosa a due posti secchi, che dai tempi della 507 - di trent'anni prima - non si vede dalle parte di Monaco. Inoltre, quella Z sta a significare Zukunft, in tedesco futuro. Una dichiarazione d'intenti chiara a precisa. Ai vertici del costruttore tedesco il progetto piace e stimola la fantasia, così viene approvato il semaforo verde. Dopo un anno tutto è pronto e la mitica 507 ha un'erede che è un piccolo gioiello di tecnologia.

BMW Z1, guarda la gallery 11

Tutti sanno che per l'uso dei materiali ricercati l'auto dovrà essere realizzata a mano, in pochi esemplari e, di conseguenza, avrà un prezzo sul mercato più alto della media. Questo non scoraggia affatto i piani alti di BMW, che decidono di proseguire dritti verso la strada che si erano prefissati. La Z1 sarà un'auto di serie, con tutte le sue stranezze e particolarità. Il mondo ha il dovere di riassaporare il gusto di sognare una sportiva a due posti con questo glorioso marchio in bella mostra. Dunque, arriviamo al fatidico settembre del 1987. Allo stand bavarese la Z1 è in bella vista su uno stallo che emette giochi d'acqua. Tutti i flash sono per lei, come testimonia una rivista dell'epoca confermandole la palma di auto più ammirata della rassegna. Addirittura c'è qualcuno che avanza delle proposte indecenti: 150.000 marchi tedeschi per averla subito. La BMW rifiuta fermamente l'offerta, spiegando che l'esemplare in esposizione è una delle auto prova, che ancora devono svolgere dei test prima dell'omologazione. Il costruttore tedesco avrebbe rifiutato anche 2 milioni di marchi, cioè l'effettivo valore di quell'esemplare finito sotto alle luci della ribalta.

L'esordio nel 1988 con soluzioni d'avanguardia

Dopo un anno dall'appuntamento di Francoforte, la BMW è pronta a commercializzare finalmente la sua roadster. Il prezzo definitivo è di 80.000 marchi, una cifra molto elevata ma giustificata dal grande bagaglio di tecnica di cui dispone tale modello. La Z1 ha un telaio monoscocca autoportante con alcune parti in lamierino d'acciaio, per donarle una rigidità superiore e una resistenza alla torsione del 25% in più, ma non finisce qui; la parte centrale della struttura è in fibra composita per avere più leggerezza. Infine, la carrozzeria è formata da pannelli di materiale sintetico fissati tramite incastri e viti, mentre l’aerodinamica è studiata in modo sublime, dove il frontale piatto e il parabrezza inclinato a 62° offrono un eccellente deflusso d’aria.

BMW Z1, guarda la gallery 5

Il motore è fissato in posizione centrale anteriore ed è un 6 cilindri in linea. La cilindrata è 2,5 litri, la distribuzione è a 2 valvole per cilindro e la potenza massima arriva a 170 CV. Le prestazioni ci raccontano di una velocità massima di 225 km/h e di uno scatto da 0 a 100 km/h di 7,9 secondi. Le sospensioni sono all'anteriore McPherson, mentre al posteriore multi-link a tre bracci. Per tutti la Z1 è un puro e divertentissimo Go-Kart.

BMW Z1, solo 8.000 esemplari

La produzione si interrompe nel 1991, dopo soli tre anni di produzione e 8.000 unità (al ritmo di sei esemplari al giorno), raggiungendo il limite fissato inizialmente da parte di BMW. L'auto durante quel breve periodo non riceverà mai dei sostanziali aggiornamenti, nemmeno quelli del reparto Motorsport, che resteranno parcheggiati in garage, con sommo dispiacere di molti.

Nonostante un'esistenza così fugace, il suo impatto sul mondo automotive è stato clamoroso e ancora oggi viene ricordata come una delle auto più straordinarie di sempre, e non solo per i suoi sportelli retrattili. Con lei la BMW ha dato vita alla generazione Z, che tre anni dopo la fine della capostipite, avrebbe visto l'esordio della Z3.

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