20 anni di BMW Z4, la roadster per cui il tempo si è fermato

La BMW Z4 E85 si aggiunge alla sempre più folta schiera di youngtimer dalla sicura rivalutazione: storia e caratteristiche della prima roadster “moderna” di BMW

20 anni di BMW Z4, la roadster per cui il tempo si è fermato

Espressione di una delle fasi più esuberanti e divisive della storia del marchio bavarese, la BMW Z4 - oggi ventenne - si configura come una delle sportive accessibili più desiderate sul mercato dell’usato. Il suo asso nella manica? Un connubio vincente tra design senza tempo, meccanica collaudata e comfort di marcia.

Le roadster BMW, dalla piccola alla grande serie

Le roadster, in BMW, non sono mai state auto dai grandi numeri. Prodotte in piccola serie fin dal 1934, le due posti senza tetto della casa di Monaco si sono distinte in questa nicchia di mercato storicamente presidiata dai costruttori italiani e inglesi prima per i contenuti tecnici e poi per lo stile affascinante. In vetture come la 315/1 del 1934, la 328 Roadster del 1937 e la 507 del 1955, infatti, l’affidabilità meccanica e le prestazioni (elementi essenziali per dare filo da torcere alle rivali anche in pista) venivano confezionati in un design unico, caratterizzato dal lungo e affilato cofano motore dietro cui si sviluppava un rastremato abitacolo e una parte posteriore slanciata e aerodinamica. Si deve attendere il 1995 per vedere una roadster con l’elica sul cofano prodotta in grande serie: la BMW Z3 (dove la Z sta zukunft, il termine tedesco traducibile con “futuro”. Per i “Bimmer” è amore a prima vista: nonostante la meccanica datata (viene ripreso lo schema sospensivo della BMW Serie 3 E30 prodotta fino al 1990) e una qualità costruttiva non proprio “alla tedesca” (per ridurre i costi l’auto è prodotta negli Stati Uniti e non in Germania), la piccola bavarese si fa apprezzare per il piacere di guida, specialmente se equipaggiata con i motori più performanti a 6 cilindri in linea. Il successo commerciale arriva presto per la prima roadster BMW prodotta in grande serie: quasi 300.000 gli esemplari venduti in 6 anni.

BMW Z4 E85: la prima roadster “moderna” di Monaco

Nel frattempo, nuove rivali dal marchio blasonato - Mercedes SLK e Porsche Boxster - si affacciano sul mercato, dando del filo da torcere all’ormai vetusta Z3, che fino a quel momento si era dovuta confrontare sul mercato soltanto con la più economica (e vendutissima) Mazda MX-5. Nasce, quindi, l’esigenza di un prodotto di una categoria superiore, in linea con le aspettative degli automobilisti premium dell’epoca (oltre che degli altri prodotti offerti dal marchio). Ed è così che Z3 diventa Z4. La nuova generazione - nome in codice E85 - mantiene il concept delle roadster BMW ma lo attualizza in un’auto finalmente “moderna”, dotata di un pacchetto meccanico di prim’ordine e di un design capace di far parlare di sé (nel bene e nel male). La presentazione avviene nel settembre del 2002 al Salone di Parigi, con la commercializzazione negli USA che inizia alla fine dell’anno (in Europa i primi esemplari arrivano a marzo 2003).

 Bmw Z4

Meccanica di prim’ordine

La base meccanica, stavolta, non presta il fianco alle critiche: dalla coeva BMW Serie 3 E46, la Z4 eredita il raffinato schema sospensivo (MacPherson all’anteriore e multi-link al posteriore) e i motori a 6 cilindri in linea della famiglia M54 (al lancio un 2.5 da 192 CV con cambio manuale a 5 rapporti e un 3.0 da 231 CV con la nuova trasmissione manuale a 6 marce e l’inedito robotizzato SMG a 6 marce). La monoscocca in acciaio ha raddoppiato la rigidità torsionale alla Z3, consentendo una miglior risposta del veicolo alle sollecitazioni e un miglior controllo al conducente, che tra l’altro può apprezzare un comfort sconosciuto al modello precedente. Il nuovo sterzo ad assistenza elettrica non trasmette vibrazioni o contraccolpi al guidatore, risultando più confortevole ma anche un po’ più artificiale nel feeling. Benché più pesante (per via dei motori, del sensibile aumento delle dimensioni esterne e interne e degli upgrade tecnici e di sicurezza), la Z4 mantiene un’eccezionale agilità, merito del baricentro basso, della distribuzione ottimale 50/50 dei carichi sugli assali e dell’auto discreto (ma sempre presente) dell’elettronica, con il debutto del DSC (Controllo dinamico della stabilità e della trazione). Gli appassionati contesteranno a BMW il fatto di non aver aggiunto a questo pacchetto tecnico anche il differenziale autobloccante, riservato solamente alle versioni M (sulla Z3, invece, lo si poteva avere già dalle 6 cilindri più potenti senza dover scomodare la magica lettera M).

 Bmw Z4

La gamma motori si arricchisce ben presto del 2.2i 6 cilindri in linea da 170 CV, a cui si aggiunge nel 2005 il 2.0i 4 cilindri da 150 CV. Il motore più prestazionale in assoluto della nuova BMW Z4 è quello che si trova sotto il cofano delle M, introdotte con il restyling del 2006 (anno in cui è arrivata anche la versione coupé): un 3.2 6 cilindri in linea aspirato da 343 CV e 365 Nm che garantiva alla roadster un’accelerazione 0-100 km/h in 4,8 secondi e una velocità massima di 250 km/h. Sempre con il restyling, il motore M54 lascia il posto al nuovo N52: il 3.0i lascia posto al 3.0si da 265 CV, il 2.5i passa a 177 CV (sostituendo il 2.2i) e viene affiancato dal 2.5si da 218 CV. Il più equilibrato di tutti, nonché quello statisticamente più affidabile, è il 3.0i M54 pre-restyling da 231 CV.

 Bmw Z4

Interni premium e capote elettrica

Gli interni fanno un salto di qualità notevole per i materiali utilizzati (plastiche morbide e inserti in vero metallo oppure in legno per le versioni Individual) e per gli assemblaggi (anche se la produzione resta americana), oltre che per lo stile profondamente minimalista che ancora oggi, con i dovuti adeguamenti tecnologici, non sfigurerebbe. La telematica si affida a un impianto radio che può essere arricchito da navigatore e lettore DVD con sintonizzatore TV, e sono disponibili come optional i sedili sportivi M e quelli riscaldabili. La capote in tela, più robusta, è ora ad azionamento interamente elettrico, con un elegante meccanismo di chiusura a Z.

 Bmw Z4

Design: da rivoluzionario a instant classic

Lo stile esterno della nuova BMW Z4 è la prima, vera espressione di serie della filosofia stilistica “flame surface” coniata dal team guidato da Chris Bangle, responsabile del design del gruppo BMW dal 1999 al 2009. Nello specifico, ad occuparsi del progetto Z4 fu il giovane danese Anders Warming, che definiva il linguaggio stilistico della nuova roadster come una perfetta sintesi tra la bellezza sensuale di un corpo umano e l’attrattiva di una superficie realizzata con precisione dalla matematica. L’applicazione pratica della teoria “flame surfacing” (letteralmente “affioramento”) consiste nell’alternarsi di linee nette e spigolose unite tra loro da superfici a sezione curva, che creano giochi di luci, ombre, concavità e convessità uniche nel panorama automobilistico dell’epoca. Il risultato, almeno inizialmente, fu altamente polarizzante: o amavi la Z4 o la odiavi. Impossibile, in ogni caso, rimanere indifferente ai suoi tratti netti, alle sue superfici morbide, ai suoi fianchi “muscolosi” e a quel cofano lungo e sinuoso che celebrava la tradizione delle sportive dell’elica. Una piccola scultura su quattro ruote dal gusto esotico ma al contempo impeccabilmente tedesco, che ancora oggi è capace di catalizzare l’attenzione su di sé.

 Bmw Z4

Occhio ai (pochi) difetti

La mancanza di un differenziale autobloccante rappresenta un elemento di non poco conto per chi, in una Z4, non cerca solamente un’auto “da passeggio” da guidare col vento tra i capelli coccolati dal magnifico sound dei suoi motori 6 cilindri, ma anche una vera sportiva BMW progettata con il proverbiale “Piacere di Guidare” in mente. L’auto, pur essendo una trazione posteriore (dunque, tendenzialmente sovrasterzante) con un’ottima distribuzione dei pesi, è spesso soggetta a fenomeni di sottosterzo quando la si porta al limite. Infine, un altro potenziale freno all’acquisto è rappresentato dal servosterzo elettrico, meno sensibile e preciso del servosterzo meccanico (che rimane sulle M) e maggiormente soggetto a fenomeni di “sticky steering”, ovvero un malfunzionamento del meccanismo di servo assistenza (riscontrabile con maggiore probabilità nei primi esemplari pre-restyling) che ne compromette la precisione. Se volete mettervi al volante di una BMW Z4 E85 (o della versione coupé E86) questo potrebbe essere il momento giusto: è vero che le quotazioni, rispetto a solamente 3 anni fa, sono ormai raddoppiate sulla scia di una “youngtimer-mania” alimentata anche dallo stop ai motori termici dal 2035, ma è altrettanto vero che questo trend è destinato a continuare (sebbene sia difficile prevederne il ritmo). Oggi, un esemplare di BMW Z4 2.5i 6 cilindri 192 CV con meno di 150.000 km può valere tra i 9 e i 15.000 euro, mentre si sale fino a 13-20.000 euro per una 3.0i 231 CV, 25-30.000 euro per una 3.0si 265 CV e gli oltre 35-40.000 euro per una M.

Una volta trovato l’esemplare che fa al caso vostro, attenzione a verificare il corretto funzionamento del motorino della capote (essendo posizionato nel canale di scolo dell’acqua proveniente dal tetto potrebbe essere necessario sostituirlo e, in quel caso, è consigliato spostarlo nel vano bagagli).

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