CMP Stellantis: da Peugeot a Jeep, una piattaforma per dieci modelli

Fuori non si direbbe, eppure il nuovo Jeep Avenger ha molto in comune con DS 3, Peugeot 2008 e Opel Mokka: si tratta della piattaforma modulare che, con le dovute modifiche, presto darà vita ai prossimi SUV compatti di Fiat, Lancia e Alfa Romeo

CMP Stellantis: da Peugeot a Jeep, una piattaforma per dieci modelli

Jeep Avenger, il primo SUV elettrico del marchio americano, è anche il primo vero nuovo modello nato sotto il segno di Stellantis. La sua piattaforma, però, è già in circolazione da diversi anni sotto modelli a marchio DS, Opel e Peugeot. Scopriamo i dettagli dell’architettura CMP, presto STLA Small, e tutti i modelli su cui viene e verrà montata.

Piattaforma CMP: in principio era PSA (con l’aiuto cinese)

La storia della Common Modular Platform (CMP), meno conosciuta come EMP1, ha origini relativamente recenti. Il progetto di una piattaforma modulare multi-energia, in grado cioè di accogliere motorizzazioni sia termiche sia completamente elettriche, risale al 2015, quando quello che ancora si chiamava Groupe PSA decise di dare vita a una partnership con il costruttore cinese Dongfeng, all’epoca azionista di maggioranza del colosso francese. L’obiettivo era sviluppare un’architettura destinata a una lunga serie di veicoli di segmento B e C da commercializzare sul mercato globale con diversi brand. Per piattaforma si intende la combinazione di diversi elementi strutturali (sottoscocca, sospensioni, elettronica) che, abbinati al gruppo propulsore, rappresentano circa il 40% dei costi di produzione di un veicolo. Condividere questi costi, “spalmandoli” su diversi modelli per molteplici marchi, permette quindi ai costruttori di risparmiare parecchio denaro, aumentando i margini di profitto. Se le piattaforme in questione, inoltre, sono modulari, ovvero progettate fin da subito per essere allungate in senso longitudinale, trasversale e verticale, diventa molto più semplice per i singoli brand sviluppare carrozzerie e interni differenziati tra un modello e l’altro, evitando l’effetto “clone” che si verifica quando, oltre alla piattaforma, viene condivisa anche l’ossatura completa del veicolo. Nel caso della CMP parliamo di un’architettura modulare di nuova generazione, progettata per tutte le citycar compatte (segmento B), berline medie (segmento C) e SUV compatti dei marchi Peugeot, Citroën, DS, Opel o Vauxhall. Le dimensioni variabili dei veicoli sono rese possibili dalla disponibilità di due carreggiate, tre passi, tre moduli posteriori e lo spazio per accogliere diversi diametri di ruota, in modo da poter scegliere tra un’ampia gamma di carrozzerie.

DS 3 CROSSBACK e le altre: la CMP arriva su strada

Il SUV compatto DS 3 CROSSBACK, svelato nel 2018, è stato il primo veicolo di serie ad adottare la nuova piattaforma modulare CMP. Si tratta di un’architettura predisposta per accogliere, sulla stessa linea di produzione e senza modifiche strutturali, gruppi propulsori a benzina, gasolio e completamente elettrici. Negli anni successivi, sono numerosi i modelli su base CMP a debuttare sul mercato: nel 2019 tocca alla nuova Peugeot 208, seguita qualche mese dopo dalla variante SUV Peugeot 2008. Verso la fine del 2019 è il turno della nuova Opel Corsa, primo modello Opel interamente sviluppato da PSA. Nel 2020 il debutto della nuova Citroën C4 (primo modello di segmento C su questa piattaforma), a cui è seguito quello del nuovo SUV Opel Mokka. In totale, 7 modelli, tutti piuttosto diversi tra loro a livello estetico, che tuttavia nascondono una meccanica praticamente identica. Curiosità: la piattaforma CMP nella sua prima generazione, equipaggiata con motori termici ed elettrici, rappresenta la base di partenza per altri due modelli commercializzati dal gruppo Dongfeng esclusivamente sul mercato cinese: si tratta della Dongfeng Fengshen/Aeolus Yixuan e del relativo SUV Dongfeng Fengshen/Aeolus Yixuan GS. A seconda dei modelli, i motori installabili sulla piattaforma CMP sono diversi: si parte dal 1.2 turbo benzina 3 cilindri (con potenza compresa tra i 75 a 155 CV), passando per il 1.5 turbo diesel 4 cilindri (da 100 CV), per arrivare al motore elettrico sincrono da 100 kW (136 CV) abbinato a un pacco batterie da 50 kWh per un’autonomia che, in base ai modelli, varia tra i 320 e i 350 km. Nel 2022, le varianti elettriche ricevono un corposo aggiornamento al powertrain, con un nuovo motore da 115 kW (156 CV) e una nuova batteria da 54 kWh, per un’autonomia che, a seconda dei modelli, può superare i 400 km.

Verso la STLA Small

Il nuovo Jeep Avenger, svelato al Salone di Parigi lo scorso ottobre e atteso su strada all’inizio del 2023, è il primo modello dell’ex gruppo FCA a nascere su una piattaforma, la CMP evoluta con il nuovo powertrain elettrico, sviluppata originariamente da PSA ma destinata a convergere nella più piccola delle quattro piattaforme modulari STLA che daranno vita a tutti i prossimi modelli elettrificati del gruppo Stellantis. La produzione di Jeep Avenger avviene nello stabilimento polacco di Tychy, dove nei prossimi mesi verranno allestite le linee produttive di tre nuovi SUV compatti che con la Jeep dovrebbero condividere la piattaforma CMP evoluta: parliamo di tre B-SUV a marchio Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Il primo sarà la nuova Fiat 600 (atteso al debutto verso la primavera del 2023), il secondo la nuova Lancia Ypsilon (atteso all’inizio del 2024 con forme da crossover, lunghezza intorno ai 4 metri e il nuovo stile Pu+Ra Design di Lancia) e il terzo il nuovo SUV compatto di Alfa Romeo (che non dovrebbe più chiamarsi Brennero come inizialmente previsto). Tornando alla piattaforma di questi modelli, la CMP evoluta, potrebbe presto essere ribattezzata di STLA Small. Nonostante il cambio di denominazione (al momento mai comunicato ufficialmente), possiamo però confermare che l’architettura che troviamo sotto le americanissime forme di Jeep Avenger non sia ancora quella STLA Small “BEV by design” (ovvero progettata appositamente per accogliere motorizzazioni elettriche) annunciata nel 2021 in occasione dell’evento EV Day di Stellantis e prevista al debutto tra non meno di due anni.

Una piattaforma che promette, tra le altre cose, un’autonomia massima intorno ai 500 km grazie all’utilizzo di pacchi batterie di capacità variabile tra 37 e 82 kWh, a seconda del modello e della necessità in termini di range.

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