Nella terra di Albione il mito di Colin Champman è solido come la roccia, perché ha portato il motorsport britannico verso nuove vette, oltre ad aver reso irresistibili e velocissime le sue vetture, le Lotus. Inseguendo la finezza ingegneristica e adottando la filosofia del "meno è meglio", relativamente al peso da esporre sulla bilancia, l'ingegnere e imprenditore nativo di Richmond upon Thames è stato in grado di costruire un castello di sogni che, purtroppo, spesso si è scontrato con difficoltà economiche e avventure sciagurate, come il bagno di sangue con DeLorean. Sopra la sua testa pesa anche la leggenda della sua "non morte", come solo ai più grandi capita, da Elvis Presley in giù.
Un sogno chiamato F1
Colin Chapman nasce nel 1928, figlio di genitori semplici che gestivano insieme un pub. Nel 1948, ad appena vent'anni, si laurea alla prestigiosa University College di Londra e, dopo aver servito l'aviazione militare britannica (la RAF), si tuffa in una spericolata carriera come pilota d'auto nella Vanwall. Certamente la sua specialità non sono le corse, il suo manico non è all'altezza dei più grandi, ma in quell'unica stagione di Formula 1 si toglie alcune soddisfazioni. Quanto meno, quella piccola parentesi, gli fa assaggiare il gusto della competizione e lo fa misurare con un mondo, quella della F1, dove lascerà il segno. Nel 1958, infatti, fonda il Team Lotus, che esordirà al Gran Premio di Monaco, e l'azienda a esso legata, la Lotus Cars.
Le sue innovazioni in campo automobilistico sono strabilianti, a partire dalle sospensioni "Chapman Strut", ma gli studi sull'aerodinamica sono ancora più sensazionali. Per poter battere le auto di Enzo Ferrari, dotate di un propulsore tremendamente esuberante, l'inglese aveva bisogno di adottare altre strategie, per questo ideò delle appendici per migliorare l'efficienza delle sue auto e scelse dei materiali più leggeri (come l'alluminio) per ottenere dei vantaggi in termine di peso. Sempre attribuite a lui ci sono l'utilizzo di telai monoscocca e la ricerca dell'effetto suolo, ritornato recentemente nella F1 odierna. Negli anni '60 e '70, le verdi Lotus battagliarono soprattutto con le rosse di Maranello, vincendo spesso il confronto. Per questo motivo, ancora oggi, Champman è considerato il Drake di Gran Bretagna.
Gli sponsor sulle auto
Chapman fu un grande innovatore anche a livello imprenditoriale, introducendo sulle proprie monoposto di Formula 1 gli sponsor, che non fossero esclusivamente legati al mondo della corse. La livrea verde scuro delle sue Lotus cambiò in favore di un giallo della Gold Leaf, marchio della Imperial Tabacco, o successivamente facendo suo quello della Camel. Forse, la più inconica delle colorazioni è quella nera della John Player Special, un altro brand di sigarette. Lui fu il primo a scegliere di dipingere le proprie vetture in questo modo, ma ben presto fu imitato anche da tutti gli altri, che tempestarono le varie monoposto con adesivi utili per raggranellare fondi cospicui da destinare agli sviluppi sportivi del team.
Chapman e il fallimento della DeLorean
Il più grande flop della vita di Colin Chapman ha un nome: DeLorean. Convinto dall'imprenditore americano, John DeLorean, a costruire una vettura sportiva di altissimo profilo, seducente nel look e tecnicamente all'avanguardia, Colin Champman si espose direttamente con il governo di Sua Maestrà per ricevere dei finanziamenti. La Corona britannica elargì la bellezza di 54 milioni di sterline per finanziare questo progetto, che prevedeva la nascita di una fabbrica ad hoc nei pressi di Dunmurry, nella zona depressa di Belfast, in Irlanda del Nord. La futura DMC-12, l'auto che poi è stata resa famosa al cinema da Robert Zemeckis con la trilogia di "Ritorno al Futuro", adottava come telaio quello della Lotus Esprit, prodotto direttamente da Chapman.
Nonostante le buone basi, il progetto stentava a decollare e nel 1981, sette anni dopo la presentazione del piano, nessuno aveva ancora visto uscire dalle catene di montaggio un singolo esemplare. Quando la nuova sportiva, disegnata da Giorgetto Giugiaro, mise il musetto su strada, cominciarono delle indagini sul conto di DeLorean. Si scoprì ben presto che 23 dei 54 milioni finanziati dal governo inglese finirono sul conto panamense della General Product Development Services, una società destinata a sovvenzionare Lotus per il lavoro di ricerca. Questo denaro però non fu mai versato alla Lotus finendo con lo sparire. Chapman fu interrogato dalle autorità britanniche, ma la morte se lo portò via in maniera improvvisa, senza che potesse andare alla sbarra.
Una morte misteriosa
Ufficialmente Colin Chapman morì nel 1982 per un attacco cardiaco, poco dopo il suo interrogatorio, evitando almeno dieci anni di carcere. Questi due fattori alimentarono delle leggende metropolitane sulla scomparsa del mitico ingegnere che, secondo molti, sarebbe stato protagonista di una fuga in Sud America, rifacendosi una nuova vita in Brasile con un volto stravolto nei connotati dalla chirurgia.
Su di lui indagò anche l'FBI che nei primi anni Novanta archiviò comunque il caso. Le sue spoglie sono state sepolte nel Norfolk, anche se qualcuno pensa che il corpo di Chapman risieda in qualche posto esotico. Un mistero che difficilmente troverà pace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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