Oggi il nome di Ford Puma fa pensare soltanto a una cosa: un moderno e frizzante crossover. Gli automobilisti e gli appassionati con qualche capello bianco in più sulla testa, si ricorderanno che tra una partita a biliardo e una puntata in sala giochi, uno dei grandi sogni dei giovani di fine anni Novanta è stata la Ford Puma originale, che era tutto fuorché una vettura dal baricentro alto. Infatti, si trattava di una piccola e agile coupé a tre porte, che ha fatto vibrare il cuore di moltissimi che con lei hanno potuto sognare di parcheggiare nel proprio vialetto di casa una "sportivetta" a buon mercato. Un oggetto freschissimo e giovanile, che ha segnato un'epoca breve, ma intensa.
Un periodo di transizione
Gli anni Novanta del secolo scorso sono stati una decade di transizione tra il mondo analogico e quello digitale, dove internet esisteva ma non era ancora riuscito a entrare in tutte le case. La passione per le auto pulsava in mezzo al petto con un ritmo frenetico, gli appuntamenti internazionali dove si potevano ammirare le nuove creazioni dei tanti costruttori venivano riempiti da fiumane di persone. In moltissimi si recavano in edicola a fare incetta di riviste e l'attenzione verso le quattro ruote era ancora alta. Anche la creatività resisteva con forza e spesso idee fantasiose venivano premiate dalla successiva introduzione nel mercato. È stata anche l'epoca d'oro delle piccole coupé derivate dal pianale di un'utilitaria. La prima fu l'Opel Tigra, che piacque soprattutto alle donne, mentre la sua acerrima rivale è stata proprio la Ford Puma. Nata sul pianale della Fiesta di quarta generazione, la coupé compatta dell'Ovale Blu veniva costruita nelle fabbriche di Colonia in Germania. Una scelta saggia, perché questo modello nasceva soprattutto per accontentare la pancia degli europei.
Un design che ha fatto scuola
Ciò che rende la Ford Puma particolare e, al contempo, importante per la storia del costruttore americano è il fatto che sia stata il primo modello concepito direttamente tramite uso dei computer. Con lei è stata portata avanti una sperimentazione e un'innovazione che adesso è consuetudine, ma all'epoca apparve quasi come una scelta pionieristica. Inoltre, l'idea della Puma è stata convertita in realtà dopo appena quattro mesi di gestazione, altro fatto più unico che raro e quasi sconvolgente pensando ai tempi che corrono. Anche il design è frutto di scelte oculate, ponderate e funzionali alle vettura stessa. La Puma ha saputo conquistare l'occhio dei suoi osservatori, poiché era un concentrato di linee tondeggianti alternate a scalfature e spigoli in appena 3,98 metri. Tutti si ricordano i suoi i grandi fari anteriori, la linea del tetto spiovente e il personalissimo posteriore. Anche l'interno era semplice, ma dal taglio sportivo. Una scelta per far sentire piloti, anche le leve più giovani. In poche parole, il felino di Ford fece scuola.
Ford Puma che è tutta una Fiesta
Abbiamo anticipato che sottopelle la Puma aveva la base della Fiesta, della quale conservava anche il passo e la meccanica. Per questo la piccola coupé adottava la trazione anteriore, il motore trasversale, il cambio manuale a cinque rapporti, le sospensioni con avantreno di tipo MacPherson e il retrotreno a ruote interconnesse. La cosa che la differenziava dall'utilitaria di grande diffusione era la sua arma in più: il motore denominato Zetec, nato dopo la collaborazione e lo sviluppo a quattro mani con i nipponici di Yamaha. Questo propulsore è stata la magia per risvegliare i poteri sopiti, l'incantesimo per trasformare la Puma in una feroce e divertente macchina per danzare tra le curve. Nel dettaglio si trattava di un 1679 cc da 125 CV con distribuzione bialbero a 16 valvole e fasatura variabile degli assi a camme. Le performance erano da osservare con la lente di ingrandimento per capirne il valore: accelerazione da 0-100 km/h in appena 9,7 secondi e velocità massima di 200 km/h. Dei risultati di tutto rispetto per il suo periodo di riferimento, ma soprattutto per la categoria di cui faceva parte. Poteva battagliare con il coltello tra i denti con la Tigra, ma anche con la Renault Mégané Coach. I riferimenti del mercato.
Un esperimento senza seguito
L'esperimento Ford Puma proseguì senza sostanziali aggiornamenti ed evoluzioni, terminando nel 2002 lasciando vuoto il suo spazio nel listino. La sua reale eredità non è mai stata riscattata da nessun modello, perché l'Ovale Blu cancellò definitivamente il segmento delle "utilitarie-coupé" all'inizio del nuovo Millennio.
Il tempo, però, è stato galantuomo e adesso c'è una flebile rinascita e ricerca di queste piccole sportive, che hanno fatto girare la testa a una generazione intera. Ora la Puma sarà pure un crossover di grande successo, ma nella testa di qualcuno il ricordo non può che scorrere sulle strade trafficate degli anni Novanta, tra una musica dance e un assolo di chitarra grunge.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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