Opel Tigra compie 30 anni: la coupé che piaceva ai giovani

La Opel Tigra, prima coupé compatta della storia, fu un successo, specialmente tra il pubblico giovanile e femminile

Opel Tigra compie 30 anni: la coupé che piaceva ai giovani

Nei primi anni Novanta, se la battaglia dei gusti musicali giovanili vedeva contrapposte fazioni agguerrite, tra chi adorava il fenomeno delle boyband, tra chi ascoltava il grunge rock, chi il rap sempre più veloce e chi si scatenava con la dance accelerata, sul piano automobilistico la Opel Tigra metteva tutti quanti d'accordo. Presentata al Salone di Francoforte del 1993, questa coupé compatta riuscì a far breccia in quella frangia di automobilisti più verdi, grazie a una linea moderna e assolutamente fuori dal coro. Non esisteva una vera antagonista alla Tigra, tanto che si può tranquillamente affermare che fu lei a lanciare la moda delle coupé nate sulla base di un'utilitaria, inaugurando una nicchia di mercato. I tedeschi furono bravi a captare il cambiamento della società e il gusto cangiante degli automobilisti, che si fecero stregare dal pacchetto offerto dalla spumeggiante Tigra.

Amata dai giovani

L'idea cardine che stimolò la creatività dei tecnici di Rüsselsheim, fu quella di garantire agli amanti della guida sportiva, un veicolo dinamico e prestazionale, ma che abbinasse anche dei costi di gestione relativamente contenuti e un prezzo d'acquisto a buon mercato. Inevitabilmente, tracciando un profilo di cliente ideale, Opel andò incontro a tutti quei giovanotti desiderosi di mettersi al volante di una vettura pimpante, alla moda ma tutto sommato economica. A questa branca di potenziali utenti, si legò profondamente anche il parterre femminile, di tutte le età, che si riversò in massa nelle concessionarie Opel con la smania di portarsi a casa tale gioiellino.

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La Tigra, poi, fu oggetto di una massiccia campagna massmediale, incentrata sulla cattura dell'attenzione proprio dei più giovani. Alla Opel furono attenti a infiltrare la loro piccola coupé in tutta una serie di eventi, frequentati da ragazzi e ragazze. Per tutti gli anni Novanta, ad esempio, non era improbabile trovare a un grande concerto, uno stand o un palchetto in cui la Tigra si poteva scoprire e toccare con mano. A rafforzare l'immagine di un'automobile ideale per i novellini della patente, contribuì con successo una pubblicità televisiva che ebbe come protagonista la sedicenne, campionessa di nuoto a livello internazionale, Franziska Van Almsick. La precoce eroina tedesca, che non aveva nemmeno l'età idonea per la patente di guida, si immergeva in una buca in strada, come se fosse in una piscina, per evitare un ingorgo e riaffiorarne poco dopo. Fu chiaramente una trovata geniale.

Sotto alla pelle si nasconde una Opel Corsa

La Tigra fondamentalmente era una versione coupé della Opel Corsadi seconda generazione, dalla quale ereditava il pianale e gran parte della meccanica. Dunque, si poggiava sulla piattaforma di un'utilitaria. Questo naturalmente comportava dei vantaggi di tipo economico, poiché il costo dell'auto restava abbastanza contenuto, ma proponeva anche dei limiti: rifiniture poco curate, certamente non raffinate, e soprattutto un'abitabilità scarsa per coloro che erano destinati ai sedili posteriori. Tra l'altro, chi superava i 160 cm di altezza, non poteva prendervi posto.

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La sua forza, però, risiedeva specialmente nell'aspetto: fresco, innovativo, dinamico. La Tigra era una boccata di novità, il suo motivo laterale a “Z” e quello speciale lunotto posteriore, la rendevano molto attraente e appetibile. Non a caso, dopo di lei, anche Ford e Renault lanciarono la propria coupé compatta, rispettivamente, Puma e Megane Coach. Inutile ribadirlo, le alternative non ebbero il clamore e il consenso della Opel, che dominò il suo settore per tutti gli anni Novanta. In fondo, la versione definitiva era in tutto e per tutto quella del Salone di Francoforte, dove fu presentata come prototipo. Oltre alle stile, infine, c'erano delle prestazioni brillanti garantite dai due motori ECOTEC bialbero a 16 valvole di 1.400 e 1.600 cc. La Tigra, tra l'altro, fu abile a sfruttare l'appeal e la fama consolidata della Calibra, altra coupé del marchio ma di caratura superiore.

Il finale di carriera

La produzione della Opel Tigra cessò nel 2000 poiché, con l’introduzione della terza generazione di Corsa, non fu più disponibile il pianale su cui era realizzata. Concluse la carriera con oltre 250.000 unità vendute. Nondimeno nel 2004 la casa tedesca riprese il nome Tigra per una compatta spider/coupé a 2 posti dotata di un tetto d’acciaio che poteva essere ripiegato elettricamente all’interno del bagaglio. Non ebbe la stessa fortuna riservata alla sua antenata.

Curiosamente, in quel Salone di Francoforte del 1993, la Tigra fu affiancata da altre due concept: la Scamp e la Roadster.

Tutte quante condividevano lo stesso telaio, tuttavia, la prima era un veicolo versatile e pensato per il tempo libero, mentre la seconda era una sportivetta a due posti secchi con guida a cielo aperto. Alla fine, la Tigra prevalse sulle altre ed ebbe la forza di imporsi sulla scena internazionale, in modo dirompente tracciando una bella storia che, in questo 2023, arriva a trent'anni di età.

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