Hyundai, Calcara: "Le multe, gli incentivi e gli errori con gli elettrocompatibili"

Il presidente e CEO di Hyundai Italia, Francesco Calcara, in questa intervista esclusiva al Giornale fotografa lo stato della transizione verso elettrico, gli errori del passato e le prospettive future con la chiave di volta rappresentata dal nuovo modello Inster. Ma non solo

Hyundai, Calcara: "Le multe, gli incentivi e gli errori con gli elettrocompatibili"

L’obiettivo di Francesco Calcara, Presidente e CEO di Hyundai Italia, è chiaro: alzare l’asticella della percezione del brand in un momento delicato in cui la transizione verso l’elettrico procede su un percorso accidentato. Ma dall’alto della sua esperienza nel settore automotive (da Mazda a Bmw passando per Ds, Alfa Romeo, Free2Move eSolutions) Calcara ha ben chiaro quale sia il percorso da seguire.

Presidente, quali sono le principali sfide di quest'anno nel settore automotive?

“Non prendere le multe sembra la cosa più scontata, ma dobbiamo anche far sì che la transizione energetica della mobilità avvenga concretamente. E lo dico anche dal punto di vista del cliente. Tante volte è stato detto che l'Italia non è pronta, ma ci sono studi che dicono chiaramente che ci sono molti clienti che sono già elettrocompatibili, persone che potrebbero aver già imboccato questa strada che migliora la loro mobilità quotidiana, ma ai quali non è stata neanche proposta questa tecnologia. Quindi anche colpa nostra, dei costruttori in senso lato, che non abbiamo fatto abbastanza per far loro capire questa opportunità che hanno di fronte”.

Ricarica elettrica

Come mai si è arrivati a questo punto?

“La filiera dell'auto è un po' il telefono senza fili: quando arrivi all'ultima parte che sta veramente a contatto col cliente ti accorgi che vira sempre sulle cose più facili, più semplici, più radicate nella mentalità. Quindi un errore è stato sicuramente non aver saputo gestire i clienti che già potevano fare questa transizione. Faccio l'esempio di mia moglie che ha avuto per cinque anni una vettura, ha fatto in totale 11.000 km, di cui il 99% credo cittadini, probabilmente se già cinque anni fa qualcuno le avesse offerto un’auto 100% elettrica sarebbe stata la vettura giusta per il suo utilizzo”.

Ci sono altri motivi?

“Sull'elettrico la transizione è partita da automobili medio grandi perché c'era la necessità di ospitare batterie che garantissero adeguata autonomia e per sopperire così all’ansia da autonomia. Oggi la situazione si è evoluta a livello tecnologico e siamo in grado di ospitare un pacco batteria da quasi 50 kWh in poco più di 3,8 metri, impensabile solo pochi anni fa. E poi ha influito anche la capillarità della rete di vendita che sta sicuramente crescendo ma non è ancora al livello di altri mercati o di quello che servirebbe concretamente”.

C’è chi dice che sono mancati gli incentivi.

“Non sono un grande fan degli ecobonus, penso che vadano solamente a drogare il settore mentre ogni marchio deve essere bravo a prendersi la sua quota di mercato. Siamo noi costruttori che in questo momento dobbiamo cercare di facilitare la transizione perché le multe sono oggettivamente insostenibili. Finché qualcosa non diventa legge, non puoi considerarlo e, anzi, se segui la politica spesso ondivaga, può essere pericoloso perché non puoi mettere a rischio piani industriali che hanno un orizzonte molto lungo. Ormai gli investimenti li abbiamo fatti e tornare indietro è difficile, per non dire impossibile. Come Hyundai continueremo ad avere un'offerta davvero ampia, come modelli e alimentazioni, tanto che oggi siamo gli unici che in Italia offrono otto motorizzazioni: oltre alle classiche termiche, Mild Hybrid, full Hybrid, plug in Hybrid, 100% Electric, aggiungiamo il GPL e disponiamo anche di un’auto di serie alimentata ad idrogeno, la Nexo. Quest’ultimo è un modello che fa capire quanto siamo innovativi, leader mondiali di questa tecnologia. Tornando alla gamma dei prodotti e servizi, noi dobbiamo dare la miglior risposta possibile a quella che è la domanda del cliente che si avvicina al nostro brand.

Hyundai Inster

E quindi oggi?

“È ovvio che fare un salto quantico da una vettura termica a una vettura elettrica come prima auto per lavoro o di famiglia potrebbe essere complesso, ma quest’anno c’è fermento sui segmenti più compatti dove noi stiamo lanciando Inster, un inedito Suv dotato della motorizzazione ideale per gli spostamenti quotidiani, un prodotto unico nel suo genere. Forse si inizia a mettere veramente al centro l’auto elettrica in un posto dove dovrebbe stare, che è quello di un mezzo che serve per gli spostamenti quotidiani, che garantisce convenienza di utilizzo, un superiore piacere di guida, nessuna vibrazione e zero rumorosità”.

Inster arriva al momento giusto.

“È il prodotto giusto che mancava, non solo per le dimensioni ultra compatte, ma anche per le caratteristiche tecnologiche e di sicurezza, oltre che per il prezzo. L'ansia da ricarica viene spenta sul nascere, perché con oltre 500 km di autonomia urbana, quasi ti dimentichi di ricaricare, visto che l’italiano medio fa 50 km al giorno”.

Quali obiettivi vi siete prefissati?

“Inster deve essere il Game Changer del mondo elettrico di Hyundai, un prodotto “made for Italy” per dimensioni perfette per le nostre strade, per spazio interno, per bagagliaio, per caratteristiche tecniche, per dotazione tecnologica, una macchina adatta al nostro mercato. Poi il posizionamento prezzo è perfetto e quindi ci aspettiamo che faccia l’80% di vendita della nostra gamma elettrica. L'importante sarà il posizionamento. Ma quando dico posizionamento non intendo quello di prezzo, ma quello all’interno del mercato, con l’obiettivo di farla diventare un’auto attrattiva, di tendenza. E’ importante farla diventare trendy, facendo un lavoro di innalzamento e di posizionamento del brand. Mi piacerebbe che il cliente arrivasse da noi per dirci che vuole Inster senza interessarsi al prezzo. E che la vuole perché ha un design accattivante, tanti colori che ne valorizzano le forme. Inster potrebbe fare il lavoro che ha fatto a suo tempo la Mini, un’auto che non esisteva nel mercato, l’auto colorata in un mondo che non era colorato e portava quel movimento che c'era intorno all'Inghilterra: dalla minigonna ai Beatles. Oggi la coreanità è un po' quello, il k-pop, la Play Music, anche in Corea c'è un fermento che ha aperto un movimento e spetta a noi provare a cavalcarlo e a farlo diventare di tendenza e questa è una cosa che si può fare perché agli italiani piace il bello.

Hyundai Inster

La mobilità del futuro come cambierà?

“Siamo un gruppo enorme, abbiamo la divisione robotica, quella dell'intelligenza artificiale, ci sono tante variabili sul tavolo, tanto che non è semplice dire come evolverà; sicuramente si parlerà sempre più di mobilità in senso allargato. Prima o poi dovrà finire il concetto del possesso con cui la mobilità fa a cazzotti: se tu possiedi qualcosa per definizione hai messo una barriera alla mobilità. Ad esempio, Hyundai è leader incontrastato come quota di mercato nei veicoli a idrogeno e sia,o i primi in assoluto ad aver messo in commercio un’auto di serie, nel lontano 2013: se lei chiedesse alle persone se sono più favorevoli all’auto elettrica o a quella a idrogeno, in molti probabilmente direbbero la seconda, perché non è salita sul ring dell’elettrico contro il termico.

L’obiettivo del presidente Calcara?

“Portare questo marchio ad un livello più alto, nel posto che merita nel

ranking tra i costruttori. È un brand fortissimo sul prodotto, ma può diventare ancora più forte a livello di percezione da parte del consumatore. Poi sui volumi dobbiamo fare anche un lavoro più attento sul mondo delle flotte.

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