Lancia Flaminia, una vera diva presidenziale

La Lancia Flaminia è una grande ammiraglia, unica nel suo genere, e per questo motivo è la prediletta del Presidente della Repubblica, ancora oggi

Lancia Flaminia, una vera diva presidenziale

La Repubblica Italiana è ancora giovane quando nell'aprile 1955 viene eletto Presidente, Giovanni Gronchi. Nello stesso periodo Battista Farina, detto Pinin, presenta un prototipo di chiara seduzione per la nuova ammiraglia di Lancia, che viene chiamato Florida. La magnifica fuoriserie del costruttore piemontese viene mostrata per la prima volta a Torino, al Salone dell'Auto che si tiene nella città della Mole, la capitale delle quattro ruote all'italiana. La Florida è innovativa ma rispecchia a pieno la filosofia della Casa voluta da Vincenzo Lancia, dove l'eleganza e la raffinatezza delle linee vengono prima di ogni altra cosa. L'obiettivo è quello di creare un modello che sappia sostituire al meglio l'Aurelia, un'ammiraglia che ha saputo interpretare in modo sontuoso il suo periodo storico. Il successo è alle porte.

Un concept che rompe col passato

La Florida non assomiglia a un'auto degli anni Cinquanta, ma a qualcosa di più moderno. Sembra proiettata al futuro e alla scoperta del domani. Sottopelle, invece, ha molto in comunque con la robusta e solida Aurelia, a partire dallo schema che prevede motore anteriore V6, nonché cambio e trazione al posteriore, per un bilanciamento dei pesi perfetto. La grande berlina, però, si differenzia dalla massa per le sue linee eleganti, che non vengono inficiate dalle dimensioni generose (cinque metri di lunghezza). Inoltre, rispetto al recente passato l'aristocratica Lancia cambia davanti, dove compare per la prima volta una massiccia calandra ovoidale in cui sono incorporati anche i fari. Pinin Farina intterrompe così la soluzione della calandra a scudo, tratto distintivo delle Lancia fino a quel momento, per proporre un musetto a sviluppo orizzontale.

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Leggera e filante, la Florida conquista per l'assenza del montante centrale nonostante la scelta delle quattro porte. Il merito va alla soluzione dell’apertura “a libro” delle portiere, già consolidata negli annali di Lancia. La linea di cintura invece percorre la sua strada fino a disegnare le pinne posteriori con i fari triangolari incorporati, che chiudono la “C” rovesciata dal paraurti posteriore. Il lunotto inclinato invece è caratterizzato da un tergicristallo centrale. Un colpo di genio e un'innovazione brillante per la sua epoca. La ciliegina sulla torta è la carrozzeria bicolore, che contraddistingue un'armoniosa silhouette.

Dalla Florida alla Flaminia

Lancia, insieme a Pininfarina, propone altre due versioni di Florida fino al 1957, quando viene dato finalmente il semaforo verde all'erede dell'Aurelia. La nuova grande ammiraglia da oltre cinque metri di lunghezza si chiamerà Flaminia, seguendo il nuovo filone dei nomi che sono un omaggio alle strade consolari d'Italia. Si interrompe così la serie di Lancia con la lettera "A", come Ardea, Appia e Aurelia. La nuova era della "F" è appena iniziata. Seguiranno le varie Flavia e Fulvia, vetture che riempiranno il cuore degli appassionati durante tutti gli anni Sessanta, e non solo.

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La nuova Flaminia non conferma le porte a libro, ma assume un profilo “a goccia” dei parafanghi che tende al massimo della dinamicità, grazie a delle fiancate che sembrano esprimere una sorta di movimento anche a vettura ferma. Il tergilunotto singolo visto sul concept qui raddoppia, mentre gli ampi e confortevoli interni sono la massima espressione della tipica eleganza Lancia e la moderna geometria delle sospensioni (non più a foderi verticali, ma a trapezi trasversali e molloni elicoidali) garantisce un'ottima tenuta di strada e un comfort da prima della classe. Il motore della prima versione è un robusto 2,5 litri V6 da 102 CV di potenza, che proietta l'aristocratica vettura torinese a 160 km/h di velocità massima. Un risultato che la mette tra i primi posti di questa lusinghiera graduatoria. Il propulsore sarà comunque oggetto di aggiornamenti nel corso degli anni, tanto che l'ultima versione toccherà i 2,8 litri di cilindrata e i 129 CV di potenza.

L'auto del Capo dello Stato

Al fianco della berlina verranno proposte anche delle versioni coupé, tutte quante firmate da grandi carrozzieri, come Touring Superleggera, Zagato e, ovviamente Pininfarina. La berlina invece terminerà la sua avventura nel 1970, dopo che la Lancia sarà stata venduta a Fiat, già dall'anno precedente. Per avere un'erede diretta, la Flaminia dovrà aspettare sei anni, quando uscirà la nuova Gamma che, però, si discosterà non poco dall'eccellente tradizione dal sapore aristocratico. Tornando al Presidente Giovanni Gronchi, fu direttamente lui a commissionare a Lancia e a Pininfarina la versione cabriolet, detta "Presidenziale", che debuttò nel 1961 in occasione della visita italiana della regina di Gran Bretagna, Elisabetta II.

Per il Capo dello Stato fuorono sviluppati quattro esemplari realizzati sul telaio della Flaminia berlina con passo allungato, ognuno di colore blu scuro con interni in pelle nera; seguendo una consolidata usanza del Quirinale, prendono il nome di quattro cavalli purosangue: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito.

Ancora oggi la Flaminia è l'auto del Presidente ed è la protagonista dalla parata del 2 giugno, festa nazionale e della Repubblica Italiana. Per questo motivo la Flaminia è una diva presidenziale come nessun'altra, né ora né mai.

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